Arte nei migliori quadri moderni

Arte & Intrattenimento

Dieci iconici dipinti di artisti famosi che hanno cambiato per sempre il mondo dell'arte

2021-01-07 16:19:21

L'arte che comunemente viene detta “moderna” inizia a metà dell'Ottocento, quando la nascita della fotografia sembra rendere obsoleta la pittura. Se si può semplicemente fotografare qualcosa, perché disegnare o dipingere?

L'arte che comunemente viene detta “moderna”- ma che più correttamente dovrebbe definirsi contemporanea - inizia a metà dell'Ottocento, quando la nascita della fotografia sembra rendere obsoleta la pittura. 
Se si può semplicemente fotografare qualcosa, perché disegnare o dipingere? 
Diventa dunque compito dell’artista “reinventare” l’arte, attribuendo all’opera un significato che va ben oltre il dato estetico, un messaggio, una visione alternativa della realtà, una polemica, un monito.
In alcuni casi l'opera d'arte diviene fondamentalmente un riflesso dell'artista stesso o del suo spirito.

Diamo inizio il conto alla rovescia per i 10 Grandi Dipinti che hanno gettato le basi dell'“Arte Moderna”



10.  Ninfee e il ponte giapponese (1897 - 1899) Claude Monet
Tra i fondatori dell'impressionismo francese, Claude Monet fu anche uno dei primi pittori a produrre paesaggi “en plein air” ossia all’aria aperta. Le opere di pittura impressionista si creano, infatti, all'aperto, in modo che l'artista possa utilizzare la luce del sole e gli effetti atmosferici per rappresentare gli oggetti così come appaiono in natura in diversi momenti della giornata,  in diversi periodi dell'anno oppure in diverse condizioni atmosferiche.
Il nuovo modo di dipingere consiste particolarmente nel rappresentare la natura così come si presenta all’occhio dell’artista, in maniera quasi “scientifica”.
Partendo da ciò, l’impressionismo rifiuta l’idealizzazione e l’alterazione creata dall’elaborazione accademica dell’artista stesso, il quale altro non deve fare che riprodurre il reale così come lo percepisce, esimendosi dalla propria interpretazione che porterebbe ad una alterazione dello spettacolo della natura.
In quest’opera, l'uso della flora del giardino e dello stagno nella sua residenza di Giverny, in Francia, le Ninfee e il Ponte Giapponese esemplifica alcuni dei migliori dipinti impressionisti di Monet dagli anni Ottanta del XIX secolo fino alla sua scomparsa nel 1926.



9. La ragazza che annega (1963) Roy Lichtenstein
Opera che rientra nel nuovo stile definito “Pop Art” sostenuto da Andy Warhol e James Rosenquist.
La carriera di Roy Lichtenstein è andata a picco nei primi anni Sessanta, quando ha iniziato a esporre i suoi quadri alla Leo Castelli Gallery di New York. Questi grandi dipinti commerciali sembravano ritagliati dalle pagine dei fumetti, contando dettagli come i peculiari “puntini” della stampa o le nuvolette per i dialoghi, e porzioni di testo.
Queste gigantografie a fumetti si vendevano con grande facilità, benché la prima critica le valutasse prive di originalità, volgari e vuote; alcuni critici, infatti, si spinsero a definire Lichtenstein "uno dei peggiori artisti d'America". 
‘La Ragazza che annega’ è uno dei dipinti più popolari di Lichtenstein ed è stato definito un "capolavoro del melodramma". Probabilmente potrebbe essere considerato un esempio artistico della cultura industriale capitalista americana.

8. Les Demoiselles d'Avignon (1907) Pablo Picasso
Dipinto durante il periodo dell'arte africana e del primitivismo di Picasso (1907-1909), questo grande dipinto raffigura cinque giovani donne nude che lavorano come prostitute in un bordello di Barcellona, in Spagna. Le tre donne a sinistra mostrano lo stile iberico dell'arte spagnola, mentre le due a destra mostrano volti che assomigliano a maschere africane, esempi verso cui Picasso aveva mostrato grande fascino.
Considerata la tecnica e il soggetto, tale dipinto fu considerato da alcuni immorale, e fece scalpore nel mondo dell'arte tanto da essere esposto pubblicamente solo nel 1916; anche alcuni amici di Picasso pensarono che fosse una delle prove peggiori dell’artista o che addirittura fosse solo uno scherzo. In ogni caso, questo dipinto fu un precursore del Cubismo analitico, una nuova rivoluzione dell'arte sostenuta da Picasso e Georges Braque e considerata il movimento artistico più influente del XX secolo.

7. L'urlo (1893) Edvard Munch
L'artista norvegese Edvard Munch - uomo complesso, nonché afflitto da problemi psicologici (una grave malattia mentale in famiglia), è autore di uno dei quadri più famosi dei tempi moderni. 
"L'Urlo" simboleggia per molti l'ansia dell'umanità moderna, il grido dell'animo che si oppone alle costrizioni della convenzione sociale, alla monotonia del vivere conformista.
Tuttavia, Munch stesso confessò di averlo dipinto in seguito alla visione un tramonto rosso sangue, che a lui parve l'urlo della stessa natura. Nei decenni in cui i suoi dipinti sono diventati esemplari dell'espressionismo tedesco, Munch si è sforzato di creare dipinti che mostrassero il suo attuale stato psicologico, anche se questo stato può aver incluso pensieri suicidi, pessimismo, alcolismo o comportamenti violenti. Un critico scrisse: "Con spietato disprezzo per la forma, la chiarezza, l'eleganza, l'integrità e il realismo, egli dipinge con la forza intuitiva del talento le più sottili visioni dell'anima".

6.  32 Lattine di zuppa Campbell's Soup Cans (1962) Andy Warhol
Uno dei precursori della Pop Art, nata nelle gallerie d'arte britanniche e americane negli anni Cinquanta, Andy Warhol è stato il primo artista a produrre dipinti di lattine di zuppa e altri banali prodotti per la casa americani. "32 Campbell's Soup Cans" è costituita da una collezione di 32 tele (20 per 15 pollici ciascuna) che utilizzano vernice polimerica sintetica su tela. Warhol ha esposto per la prima volta il dipinto alla Ferus Gallery di Los Angeles, lanciando il debutto della Pop Art sulla West Coast nel 1962. Quest'opera di palese commercialismo irritava i sostenitori dell'Impressionismo astratto, corrente che aveva dominato l'arte americana fin dagli anni Quaranta. A causa della popolarità dei barattoli di zuppa e di altre immagini commerciali, Warhol divenne l'artista più famoso della Pop Art, poiché le sue opere erano le più costose di qualsiasi altro artista americano vivente. 

5. Da dove veniamo? Cosa siamo? Dove stiamo andando? (1897) Paul Gauguin
Paul Gauguin fu un uomo d'affari fino al crollo dell'economia francese nel 1882. In seguito, si dedicò alla pittura, utilizzando lo stile post-impressionista degli anni Ottanta del XIX secolo. Nel suo percorso stilistico, egli si allontanò dall'impressionismo e contribuì ad esplorare stili come il Sintetismo, il Simbolismo e il Cloisonnismo, tutti diversi dall'Impressionismo, perché enfatizzavano i motivi bidimensionali senza gradazioni di colore, fattori che contribuivano a creare dipinti di poca o nessuna profondità, contraria alla prospettiva classica. Negli anni Novanta del XIX secolo, Gauguin visitò Tahiti e più tardi le Isole Marchesi, dove visse per anni con gli indigeni e sposò una tredicenne. Gauguin creò molti dipinti legato al "periodo polinesiano" e il migliore di questi fu "Da dove veniamo", da molti considerato il suo capolavoro e il suo testamento artistico. Dopo averlo completato, tentò il suicidio - anche se non gli riuscì - e continuò a vivere fino al 1903.



4. Golconda (1953) René Magritte
Surrealista belga, René Magritte amava dipingere opere che sfidavano il senso della realtà. Spesso raffiguranti oggetti e/o persone comuni in ambienti insoliti, improbabili o fantastici, i dipinti di Magritte conducono l'osservatore in un viaggio onirico, che comprende le influenze della psiche e del sogno, o addirittura nel subconscio collettivo dell'umanità, se esiste una cosa del genere. "Golconda" mostra una scena di edifici con tetti rossi, su cui numerosi uomini di mezza età vestiti con cappotti e bombette (come spesso lo stesso Magritte usava ritrarsi nei dipinti) vengono visti cadere dal cielo; o forse fluttuare sospesi in aria. 
Si tratta di uomini diversi fra loro o dell'immagine ripetuta dello stesso unico soggetto?
La madre di Magritte si suicidò quando lui aveva solo 14 anni, ed è stato teorizzato che le sue opere d'arte sconcertanti possano esserne state influenzate; per tale ragione in esse si presenta la realtà surreale paragonabile ad un limbo, uno stato in cui non soltanto la vita, ma soprattutto la morte vengono continuamente confutate.
Il nome Golconda probabilmente si riferisce all’omonima città indiana, dove hanno avuto sede due regni molto ricchi che hanno esercitato il loro potere dal quattordicesimo al diciassettesimo secolo.
 

3. Disintegrazione della persistenza della memoria (1954) Salvador Dalí
Per molti versi, uno degli artisti più stravaganti e narcisisti di tutti i tempi, Salvador Dalí una volta disse: "Non sono strano. Semplicemente non sono normale". A parte il suo modo di vivere eccentrico e a tratti scandaloso, il genio di Dalí come grande pittore è impossibile da discutere, soprattutto in relazione ai maestri del Surrealismo, corrente di cui è massimo esponente. Sorprendenti e bizzarre, le "visioni" di Dalí non possono essere dimenticate. È difficile credere che possano essere scaturite dalla mente di un essere umano! In "La disintegrazione della persistenza della memoria", Dalí, utilizzando la sua interpretazione della meccanica quantistica, decostruisce la sua opera forse più famosa, "La persistenza della memoria" (1931). Se un dipinto è migliore dell'altro, chi può dirlo? Poco prima della sua morte nel 1989, disse: "Quando sei un genio, non hai il diritto di morire, perché siamo necessari per il progresso dell'umanità".



2. The Deep (Profondità) (1953) Jackson Pollock
Forse il più grande rappresentante dell'Espressionismo astratto, Jackson Pollock ha creato i suoi migliori dipinti utilizzando quella che viene chiamata action painting, una tecnica iniziata all'inizio del XX secolo da artisti come Frances Picabia e Max Ernst, anche se Pollock applicava la pittura orizzontalmente gocciolando, versando, spruzzando su quella che di solito era una tela molto grande. Forse il periodo di maggior produzione di dipinti di Pollock è stato quello compreso tra il 1947 e il 1950. Molti di questi dipinti sono stati venduti per decine di milioni di dollari. Un alcolizzato, che spesso insultava la gente quando era ubriaco, Pollock cercò di usare l'arte per aiutarsi a disintossicarsi, ma non ci riuscì mai veramente, morendo in un incidente d'auto causato da uno stato di ebbrezza, nel 1956, all'età di 44 anni. 
Su un un catalogo che introduce il suo stile drammatico si legge quanto segue: "Vulcanico. Ha il fuoco dentro. È imprevedibile. È indisciplinato".


1. Nighthawks (I nottambuli) (1942) Edward Hopper
Pittore del realismo americano, Edward Hopper si è fatto conoscere per la sua pittura ad olio, ma praticava maggiormente la pittura ad acquerello ed era anche incisore su metalli. Iniziando a dipingere sia in ambienti rurali che urbani, ci sono voluti molti anni prima che il pittore  sviluppasse il suo stile inconfondibile.
Nel 1931 riuscì a vendere 30 dipinti. Sicuramente il dipinto più noto e influente di Hopper è "Nighthawks" (Falchi notturni). 
La scena utilizzata per Nighthawks era una tavola calda nel Greenwich Village, demolita anni fa. Esposto per un mese in galleria, il dipinto fu finalmente venduto per 3.000 dollari, un bel po' di soldi a quei tempi. In particolare, nella cultura popolare e nelle arti, la scena della tavola calda è spesso usata come scenario dove le rock star o le stelle del cinema oramai decadute si riuniscono per un caffè (il cameriere ritratto è forse Elvis?). Tale dipinto ha influenzato anche scrittori e produttori di opere teatrali, film, opere liriche, romanzi, album e video musicali. Quale opera più ironica di questa per rappresentare la vita popolare americana?

Grazie per essere arrivati sin qui.
Ma adesso tocca a voi.
Quale opera ritenete più iconica? Quale avreste aggiunto o sostituito a questa classifica?
Fatevi sentire nei commenti.
A presto!



Arte ed espressione: alcune riflessioni.
L'espressione è qualcosa che accomuna tutti noi e al contempo ciò che ci rende unici. Esprimendo emozioni e sentimenti, esterniamo il nostro mondo interiore, le nostre risorse, la nostra sensibilità, i nostri gusti.