Arte CreAzione (Mostre d'Arte Online)

Arte & Intrattenimento

MANIPOLAZIONE MANUALE E DIGITALE DI VECCHIE FOTOGRAFIE

2018-10-07 16:37:16

In questo scatto realizzato da me a Firenze negli anni '90 in p.zza signoria, sono intervenuto con vari passaggi. Con l'ausilio di una lametta ho tirato fuori le luci e poi ho steso delle aniline colorate sfumandole col pennello. Ho terminato l'opera con un passaggio di colle.

TRASFORMAZIONE DELL“ARTIGIANATO IN PROCESSO DIGITALE

Già negli anni “70, in particolar modo negli U.S.A, alcuni fotografi e artisti cominciarono ad utilizzare e padroneggiare la tecnica della manipolazione fotografica fino a farla divenire una grande forma di espressione artistica. 

Questa tecnica, forse, nasce addirittura prima della fotografia stessa; ma senza addentrarci in percorsi tortuosi e filosofici, sin dal 1840 ( periodo a cui risale la nascita della fotografia), è stato ben evidente che la “riproduzione della realtà“, fosse più un modo di dire per descrivere questa tecnica, che non una verità assoluta. Se con la pittura è sempre stato evidente che l’artista poteva e può intervenire con la sua fantasia su ogni singolo dettaglio, creando forme e immagini partendo solo dalla propria fantasia, la fotografia è sempre stata considerata appunto una “riproduzione della realtà” e l’occhio e il cervello l’hanno sempre quindi interpretata come una realtà oggettiva. 

Negli studi della percezione visiva, è apparso evidente, in definitiva, che abbiniamo la pittura ad una narrazione distaccata dalla verità, e la fotografia invece come una testimonianza: c’è la foto, quindi è vero. Grazie a Photoshop che è la pietra miliare di questa tendenza, nonchè lo spartiacque storico di un processo di riproducibilità tecnica e manipolatoria al tempo stesso, il digitale ha iniziato a “creare nuove realtà“, ancora più forti proprio perchè il filtro dell“occhio le ha sempre, per quanto improbabili e assurde, considerate delle testimonianze della realtà. 

E, prima, veri e propri artigiani della camera oscura hanno lavorato con complessità davvero pazzesche e cura certosina per unire porzioni di immagini, per eliminare o costruire dettagli, per creare immagini ironiche, ma anche impegnative denunce politiche, sociali, economiche. E, al tempo stesso, è incredibile pensare al lavoro che c’era dietro tutto questo: senza timbro clone, senza bacchetta magica per scontornare, tutto era affidato a pennelli (veri), a vernici per opacizzare porzioni delle pellicole, a sovrapposizioni di maschere ortocromatiche negative e positive messe a perfetto registro… tutte tecniche che poi gli ingegneri e i progettisti dei software hanno recuperato, interpretato, tradotto trasformando così l’artigianato in processi digitali.

 

 

 

LA MASCHERA

In questa vecchia fotografia che rappresenta il mio autoritratto realizzata in autoscatto sono intervenuto con una lametta per evidenziare le zone di luce dell“immagine e poi utilizzato la biro per creare del chiaroscuro. 

VIAGGIO ALLUCINATORIO 1999

Immagine manipolata con Photoshop con l“ utilizzo di un timbro clone che riproduce nello sfondo una sequenza di volto ripetuto che ruota intorno al soggetto principale in evidente stato allucinatorio...