Rudolf Steiner e Scienza dello Spirito
I due pilastri su cui cercare di costruire un sistema sociale più sano
Ci sono due punti chiave su cui verte la proposta antropocratica di rinnovamento della struttura sociale. Questi punti sono perfettamente compatibili con l'iniziativa privata e individuale, anzi, la rafforzerebbero. Fornendo uno stadio di partenza realmente egualitario.
I due pilastri
Grazie, intanto
Voglio intanto ringraziare i molti che hanno scelto di seguire questo nuovo canale dedicato al progetto antropocratico.
Come è stato spiegato diffusamente nella presentazione, chi scrive non è un “esperto” del tema. Io sono Marco Boscarato, ristoratore con vari interessi. L’antropocrazia è uno di questi, come l’antroposofia, la lettura dell’esistente proposta da Rudolf Steiner, in cui mi ritrovo convintamente. Ma non mi ritengo un “esperto” della materia, per cui tengo a sottolineare come queste che seguono siano delle riflessioni libere di qualcuno che vuol capire e confrontarsi.
Ritengo peraltro che il disegno di una struttura sociale giusta per la convivenza sociale sia un tema fondamentale per cercare di guardare serenamente al futuro, e mi sembra di aver comprese alcune cose.
La prima, intanto: che il sistema così come è impostato non funziona.
Disequilibrio
Vi è un profondo disequilibrio tra alcuni fondamenti della nostra vita economica, ed il risultato finale comporta delle conseguenze: è come se noi costruissimo una casa con un pavimento obliquo. Anche con una pendenza solo del 4 o 5% (come il valore di un normalissimo tasso di interesse, ad esempio) saremmo perennemente in disequilibrio. E se qualcosa cadesse sul pavimento, rotolerebbe immancabilmente sempre su un lato. A meno che non fosse strutturato in forme quadrate, non liberamente tonde, o avesse dei puntelli.
Come dire: per contenere il disequilibrio, dobbiamo soffocare la libertà e puntellare con lo stato sociale il sistema, per evitare che il tutto “scivoli” da un lato.
Per una questione di equità, di diritti che devono poter essere uguali per tutti.
Uguale per tutti?
Ma non sarebbe meglio, potendolo fare, costruire dalle basi un sistema equo e, metaforicamente, costruire un pavimento ben livellato e piatto, veramente uguale per tutti, per consentire a ciascuno di esprimersi secondo la propria predisposizione naturale?
Le colonne
Tante volte diamo per scontato cose che non necessariamente lo sono. Magari, ad una riflessione più approfondita, la realtà delle cose è contraria a quel che pensiamo!!
Ci sono due pilastri, due colonne, sulle quali la proposta antropocratica cerca un equilibrio, e una libertà per l’Uomo. Libertà di esprimersi secondo la propria natura senza che il sistema, come il pavimento, porti allo scivolamento sempre verso un lato. Libertà di appoggiare oggetti sulla solidità del pavimento (metafora anche, se vogliamo, del “mettere a terra un progetto, un’idea” evitando di doverla sostenere con aiuto esterni) potendoli fare di qualsiasi forma, in modo che si comportino per le loro stesse caratteristiche: gli aiuti pubblici servono in un sistema che nasce squilibrato, ma se il sistema è sano allora qualsiasi progetto messo a terra dovrebbe potersi esprimere secondo la propria natura.
I due pilastri sono:
- Reddito di cittadinanza per tutti, dal più povero al più ricco. Si potrebbe meglio definirlo diritto di esistenza, dovuto a ciascuno per il fatto stesso di essere in vita: si considera come l’equivalente simbolico dovuto dal sistema sociale al cittadino per “l’affitto” del pezzo di terra che gli è dovuto per diritto dalla nascita.
- Tassazione monetaria: la tassazione sui redditi e sui consumi uccide la libera iniziativa. Invece la disponibilità di moneta, intesa come valore di misura di merce (è nata per questo) andrebbe tassata per invitare a farla circolare. La moneta dovrebbe essere misura di merce. Ma nel sistema attuale, la moneta con il passare del tempo cresce, per l’interesse dovuto, diversamente dalla merce che deperisce. C’è forse qualcosa da aggiustare.
Sembrano due punti molto delicati, ma offritevi la possibilità di pensarli: una società che si regga su queste due basi, l'una sostenibile con l'altra, continuerebbe a svilupparsi come ora per effetto della libera iniziativa e continuerebbe a distribuire ricchezza a tutti, dalle banche, ai commercianti, ai cittadini. Solamente si toglierebbe potere alla finanza speculativa, che tiene oggi in mano le redini della società attiva.
Affronteremo questi due punti nei prossimi articoli.