Riflessioni per Nutrire l'Anima

Spiritualità & Filosofia

Riflessioni per nutrire l’anima: SUC- ritorno all’essenza

2022-11-11 08:29:34

Da sempre l’uomo ha sete di perfezione perché è fatto ad immagine di Dio e nella sua memoria c’è la visione del Paradiso, luogo di bellezza infinita, serenità, pace e tanta felicità.

Nel Paradiso la presenza di Dio, nelle tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo, sazia le anime dei giusti.

L’uomo che vive nel mondo  ricerca il piacere e fugge il dolore.

Ora i piaceri del mondo non saziano e l’uomo rimane con la nostalgia del Paradiso perduto.

San Paolo nella prima lettera ai Corinzi ci conforta e ci ricorda che noi siamo tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in noi.

In noi, nel profondo del cuore abita Gesù Cristo.

Nella mia esperienza ho scoperto che la preghiera semplice mi mette in contatto con il Divino.

Al mattino quando apro la mia chiesa, mi inginocchio sulla soglia e recito un’antica preghiera ortodossa:

“ Gesù, Figlio del Dio Vivente abbi pietà di me peccatore”

e aggiungo

“ Oggi ti offro tutte le mie pene e debolezze, trasformale in qualcosa di buono a lode e gloria del tuo nome”

Sento che attraverso la preghiera di supplica esploro il mio intimo ed entro in contatto con Gesù Cristo che illumina la mia vita.

La sua presenza è discreta e se lo frequento con assiduità  mi dona pace, serenità e speranza.

In questa dimensione faccio esperienza  che Gesù Cristo è mio sostegno nella vita, imparo a fidarmi di Lui per cui mi viene spontaneo dire:

“ Gesù confido in te ”.

Questa frequentazione  mi dona le tre chiavi del SUC  che per me è anche “il succo della vita”:

1. Il silenzio = nel quale ascolto me stesso e gli altri.

In questa dimensione mi riconcilio con il mondo, scopro le bellezze della vita e imparo la gratitudine. Quando al mattino nel cimitero a Mestre apro la vecchia chiesa e la sala del commiato e poi ripasso a chiuderle nel primo pomeriggio, posso apprezzare il silenzio che avvolge il luogo del riposo. 

L’odoro degli alberi mi apre i polmoni e non di rado vedo qualche scoiattolo passare da una pianta all’altra. Questo contesto che all’inizio del servizio mi inquietava ora mi trasmette pace e serenità e mi esorta a vivere bene la vita.

Il Silenzio mi spinge ad esercitare la meditazione come strumento per esplorare me stesso e prendere distanza dalle ansie della vita;


2. L’umiltà = mi aiuta a capire che nella mia dimensione di vita terrena, non sono perfetto, ma sono in cammino verso la perfezione. La perfezione è la vita eterna. Nel considerare la mia precarietà riesco ad accettare il presente per ciò che è, a non avere pretese eccessive e a mollare la presa. Questa dimensione mi può aiutare ad accettare non solo me stesso, ma anche gli altri. Ecco che quando qualcuno mi fa notare un mio errore posso passare dalla dimensione del giudizio alla dimensione del ringraziamento: “grazie perché mi ricordi che sono in cammino”. Voglio ringraziare il mio parroco Don Lorenzo perché mi ha donato questa visione dell’uomo imperfetto in cammino verso la perfezione. Il mio curato sottolinea come questa dimensione possa essere utile nel rapporto di coppia dove solitamente lui dice che lei è cambiata e lei replica che lui non cambia mai;

3. La carità = mi insegna la gioia di donare qualcosa agli altri per il loro bene. In questa attività sento che contribuisco a generare il flusso di bene universale.

Concludo dicendo che tutti siamo in cammino, insieme possiamo generare una vita buona.

Un caro saluto.

Antonio 

by Antonio Masoch