Riflessioni per Nutrire l'Anima

Spiritualità & Filosofia

Riflessioni per nutrire l’anima: su chi confidare?

2020-10-17 07:23:33

Sento che viviamo un periodo di incertezza dove l’uomo, travolto da eventi esterni, si trova a riflettere a chi dare credito, a chi affidarsi per continuare a guardare con fiducia e speranza al presente e al futuro.

Stiamo attraversando un momento storico difficile: il virus che si è manifestato all’inizio dell’anno sta condizionando la nostra vita. 

Il nostro governo, come le altre nazioni, per tutelare la salute, sulla scorta delle indicazioni dettate dal comitato scientifico, ha imposto obblighi e restrizioni. 

Sento alcuni miei clienti arrabbiati perché, come animali in gabbia, non possono esprimere a pieno la loro libertà, si stupiscono che la situazione non sia ancora sotto controllo e sono esigenti, in attesa di risposte concrete.

Altri clienti, sono solari, come se vivessero in un’altra dimensione, protesi alla ricerca di se stessi nel contesto del creato e fiduciosi, nonostante il momento, perché si affidano al Buon Dio.

Alla luce dei fatti, faccio la seguente considerazione.

Percepisco che  esistono due generi di persone:

quelle che confidano nella scienza, nelle arti, nel progresso cioè si affidano alla mano dell’uomo  e quelle che guardano il cielo affidandosi al Signore.

Da un lato c’è l’uomo scientifico che nasce dalla tradizione illuminista, pragmatico, proteso alla ricerca, convinto che in natura esiste la soluzione ad ogni problema partendo dalle proprie forze, dalle proprie esperienze.

Questo uomo è legato alla materia, al proprio corpo e trae energia da se stesso, dalle proprie convinzioni.

Rischia di essere rigido, legato a protocolli e quando le circostanze si fanno difficili si arrabbia per la paura e crea dissensi, divisioni, inimicizie.

A riguardo, ricordo di aver accompagnato alla morte un mio cliente giovane che era affetto da una grave forma tumorale. 

Era molto scrupoloso nel seguire le terapie e voleva essere informato sui processi e le novità da applicare. Lo ricordo come “un infaticabile  esploratore di se stesso “.

Si irritava se il suo medico curante non lo informava nel dettaglio degli sviluppi. Aveva tentato un approccio spirituale alla vita, ma poi lo rifiutò perché lo sentiva lontano rispetto al suo modo scientifico di capire la vita.

Con il tempo, verso il suo declino, accorgendosi che tutto gli stava sfuggendo, si arrabbio molto tanto da rifiutare ogni colloquio e, in particolare, il confronto con il suo medico curante che, a suo dire, non si era dimostrato sincero riguardo alle sue reali condizioni di salute.

Dall’altro lato c’è  l’uomo spirituale che vive e cammina secondo lo Spirito.

Questo uomo genera amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé.

Nelle difficoltà si affida e affronta la prova con serenità, consapevole che non è solo.

E’ capace di mettere a proprio agio tutte le persone che si avvicinano alla sua presenza.

Ricordo una signora della mia parrocchia, davvero molto gentile e solare. 

Ammalata gravemente e ricoverata all’ospedale si distingueva per la sua cortesia e capacità empatica a tal punto che i medici del reparto, prima di iniziare il giro tra i pazienti,  andavano da lei ogni mattina per prendere energia.

Mai un lamento e tanti sorriso. Era una devota alla Madonna del Carmelo e pregava molto.

Ritengo che sia importante trovare la propria dimensione per guardare con speranza al futuro.

Penso che ciascuno di noi abbia un po’ di uomo scientifico e di uomo spirituale.

Per mia indole e credo mi rispecchio di più nell’uomo spirituale perché affidarmi al Signore mi aiuta ad affrontare le prove con maggiore serenità.

Spero che ciascuno  faccia una bella integrazione tra le due dimensioni, l’approccio alla vita in modo scientifico e quello alla maniera spirituale per vivere la vita in modo equilibrato.

Un caro saluto.

Antonio

by Antonio Masoch