Riflessioni per Nutrire l'Anima

Spiritualità & Filosofia

Riflessioni per nutrire l’anima: nostalgia di abbracci

2021-12-03 18:13:22

Le persone hanno bisogno di abbracci per nutrire la loro dimensione sociale e affettiva.

Con l' approssimarsi delle feste natalizie emerge nei  miei clienti il bisogno di vicinanza, in particolare sentono la necessità di abbracci.

Sono circa due anni che, a causa della Pandemia, ci viene imposto il distanziamento prudente.

Quando vediamo un nostro amico, un nostro parente, siamo invitati a porre attenzione alla prossemica cioè alla distanza che l’uomo tende a interporre tra sé e gli altri.

Per esprimere il nostro affetto, in modo controllato, abbiamo inventato molte modalità:

  1. L’incontro con la spalla dell’altro;
  2. Il tocco leggero di due mani chiuse a pugno;
  3. La ricerca con la scarpa della scarpa dell’altro;
  4. Il saluto accompagnato dal gesto di giungere le mani all’altezza del petto (Namasté) ecc…

Secondo me tutte queste modalità sono un’interruzione del contatto chiamato “deflessione”.

In natura la persona quando ha un bisogno, mette in essere un’esperienza per soddisfarlo.

Quando ho bisogno di esprimere affetto verso un amico sento la necessità di avvicinarmi e promuovere un intenso abbraccio.

Nel momento in cui abbraccio la persona cara sento che impegno tutta la mia energia positiva e trovo appagamento, il mio bisogno di vicinanza è soddisfatto.

Nel contesto in cui viviamo, la persona vorrebbe avere un approccio caloroso con il suo interlocutore, ma memore delle prescrizioni, si frena e non mette sufficiente energia per promuovere il contatto diretto.

Così giungono a colloquio persone assetate di contatto fisico.

La nonna che vede i nipoti a distanza perché suo figlio rimarca la necessità di tutelare la salute sua e dei suoi figli.

Lei vorrebbe correre da loro e prenderli in braccio come faceva un tempo, ma questo gesto così antico e salutare le viene negato.

La ragazza che vorrebbe abbracciare la sua vecchia amica e quest’ultima si trattiene ricordando a tutte e due l’importanza del distanziamento.

Lei soffre, cerca di convincere, ma poi desiste sconsolata.

Assieme a queste belle persone riscopriamo il valore dell’abbraccio.

La distanza protratta  è fonte di stress.

La persona che ha sete di contatto, ma non può abbracciare, soffre il conflitto di separazione, il suo cervello invia un impulso alle surrenali che producono il cortisolo che è l’ormone dello stress.

In condizioni normali la tensione genera aumento della glicemia e dei grassi nel sangue per la produzione di energia utile nello svolgimento di un dato lavoro.

Se la tensione persiste, si arrecano danni alla persona.

L’abbraccio è sorgente di benessere.

La persona che abbraccia, nutre se stessa in quanto genera l’ossitocina che è un potente regolatore e inibitore delle reazioni impulsive, dell’ansia, della paura,dell’aggressività, quindi blocca lo stress.

E’ importante imparare ad abbracciare.

Ricordo che questo è stato per lungo tempo il mio callo dolente.

Non riuscivo a promuovere un contatto fisico efficace con l’altro.

In verità nella mia famiglia d’origine l’abbraccio era cosa davvero rara.

Solo al termine del terzo anno del mio master di counseling, durante un confronto di gruppo, ho sentito il bisogno di rompere l’incantesimo.

Ho chiesto ai miei colleghi di abbracciarmi.

Fu un’esperienza indimenticabile.

Ricordo che non volevo staccarmi dalle persone perché sentivo il fruire di una energia di Bene infinita.

L’abbraccio, che nutre, prevede che le due persone allarghino le braccia in modo obliquo, si avvicinino e avvolgano l’altro con grande presenza.

Durante il coinvolgimento, le due persone si ascoltano: sentono il loro respiro e in alcuni casi si sente addirittura il battito del cuore.

Il segreto è rimane in questa posizione il più a lungo possibile.

Durante l’abbraccio la persona si emoziona, sorride e nei soggetti più sensibili si vede  piangere di gioia.

Prima del distacco viene consigliato di darsi una bella “stretta”.

Segue il tocco delle mani con l’incrocio degli occhi dell’altro, in questo modo la separazione avviene in modo lento e non traumatico.

E’ un’esperienza unica, di dono reciproco.

Vorrei augurare a tutti, di cuore, di “cibarsi” di abbracci perché l’uomo è un animale sociale che ha bisogno di contatto.

Un caro saluto.

Antonio

by Antonio Masoch