Riflessioni per Nutrire l'Anima

Spiritualità & Filosofia

Riflessioni per nutrire l’anima: Il SUC- le stagioni della vita buona

2022-05-27 07:42:13

Penso che la vita buona si articoli in tre stagioni …

Da diversi anni sto facendo un lavoro di introspezione su me stesso sul tema dell’esistenza e percepisco come una vita buona si snodi in tre periodi contraddistinti con l’acronimo di “ SUC ”.

Evidenzio tre fasi:

1. La prima fase è quella della formazione ed è caratterizzata dal “trattenere”; 

2. La seconda fase è quella della ricerca e della socialità e ed è caratterizzata dal “ condividere”;

3. La terza fase è quella della purificazione ed è caratterizzata dal “donare”.


Nella prima stagione di vita, noi riceviamo le cure dalle persone che ci vogliono bene, possono essere i nostri genitori o altra persona che percepiamo come base sicura.

In questo periodo ci nutriamo della testimonianza degli altri, tratteniamo informazioni ed energia perché siamo chiamati a crescere sia a livello fisico che a livello spirituale.

Chiamo questo periodo come quello del Silenzio ( S ), la fase del Padre, dove la nostra persona viene preservata.

Ricordo, quando ancora piccolo, accompagnavo mio nonno Bepo  nell’azienda di mio papà a prendere il latte appena munto e fuori della sala di mungitura campeggiava una grande scritta: “silenzio”.

E’ importante il contatto con la nostra base sicura e con la natura che ci nutrono.

In questa fase riceviamo tutto per dono da cui Per-donare perché l’obiettivo è Preservare.

Usando la metafora del grano, siamo nello stadio in cui il seme viene piantato

dal contadino nel terreno che è stato preparato in precedenza  con cura.

Le lavorazioni di preparazione non sono poche: il terreno della semina va arato, estirpato, grappato perché le grosse zolle di terra si riducano in piccole particelle in grado di  avvolgere con amore il seme che viene interrato.

Il letto di semina va anche concimato cioè arricchito dei nutrimenti che verranno ceduti alla piantina per crescere. 

Alla stessa maniera i nostri genitori prima di accoglierci hanno fatto un percorso di conoscenza, di amore per diventare una base sicura, una culla accogliente in grado di ospitare noi che eravamo la nuova creatura.

Nella seconda stagione di vita siamo invitati ad aprirci alla vita e alle altre persone.

Chiamo questo periodo  come quello dell’ Umiltà ( U ), la fase del Figliodove la nostra persona viene invitata a prendere conoscenza dell’ambiente circostante.


E’ importante il contatto e la socializzazione con le altre persone.

In questa fase siamo invitati a  Ricercare i significati profondi della nostra esistenza.

L’atteggiamento più giusto nella ricerca è un profilo umile disposto ad Ascoltare.

Impariamo a conoscere il nostro sistema di riferimento cioè come interagiamo con l’ambiente circostante e le persone.

Capiamo che siamo essenza di Bene che non dovrebbe essere influenzabile dall’ambiente esterno, e tuttavia, avvertiamo  che il contatto con gli altri genera in noi delle reazioni che chiamiamo conflitti e che la soluzione a questi conflitti produce in noi dei sintomi fisici.

Non è facile superare i conflitti con le persone per mettersi in atteggiamento di ascolto e condivisione.

Infatti ciascuno ha un proprio sistema di riferimento che è diverso da quello degli altri.

Spesso molte persone rimangono nella fase attiva del conflitto e si nutrono di rabbia e risentimento.

Queste sensazioni portano via  molta energia e  loro non riescono a  godere della vita.

In questa situazione gli altri ci condizionano e non riusciamo  con facilità a staccarci da loro e dal conflitto in atto.


Sentiamo il bisogno di essere ascoltati e capiti attraverso colloqui conditi di congruenza, accettazione, empatia.

Capiamo che non è bene risolvere il conflitto in maniera rapida, ma occorre darsi un tempo, il nostro tempo.

Percepiamo il valore del cambiamento, la capacità di spostarsi dalla situazione per evitare di replicare gli stessi conflitti e gli stessi sintomi.

Quando questa logica di conflitto passa dal singolo alla comunità abbiamo prima risentimenti famigliari poi rancori di popoli, che non si capiscono, per cui scoppiano le guerre anche di lunga durata.

In questa fase l’obiettivo da raggiungere è imparare a condividere.

Se riusciamo a superare la paura di morire perché nel conflitto veniamo attaccati, se riusciamo a percepire che l’altro non è un nemico, ma un compagno di viaggio allora  la nostra energia si pulisce e può cambiare direzione, non più solo verso di noi , ma anche verso chi ci sta accanto.

Qui entra in gioco il ruolo della fede. 

Gesù ci insegna che siamo figli, che possiamo avere fiducia in  Lui  che è Padre, per imparare ad avere fiducia in noi stessi  e poi nell’altro.

Se impariamo ad avere fiducia in Gesù Cristo, per fede  possiamo sperare nella vita eterna.

La frase da esplorare e  ripetere come un mantra è “ Gesù confido in te ”

Lui con la sua testimonianza di amore è nostro Signore ed è  il nostro mentore che ci insegna ad amare e a  fidarci dell’altro.

Questo è il passaggio fondamentale nella vita per generare un buon percorso:

imparare ad amare per passare dalla diffidenza alla fiducia nell’altro inteso non più come nemico, ma come un fratello o sorella.

Se non riusciamo a vedere l’altro sotto una nuova luce, un fratello che come noi fatica ad interagire con il proprio ambiente esterno, non possiamo evolvere.

Se nella prima stagione ci siamo riempiti di energia per tutelare la nostra sopravvivenza, adesso siamo chiamati a prendere consapevolezza ( umiltà per me significa avere consapevolezza di chi siamo ) e ad aprirci agli altri per scoprire insieme che facciamo parte tutti  di un flusso di bene.

Prendiamo coscienza che siamo tutti in un cammino comune di salvezza verso la vita eterna.

Un cammino che non è facile perché ricco di prove e se condividiamo con gli altri i nostri pesi, potremo percepire meno fatica. Il seme di grano  depositato nel terreno, dopo una settimana, nasce come nuova e tenera piantina.

La piantina assieme alle altre sorelle inizia a percepire, conoscere, la particella di terra dove è nata, a ruotare seguendo i raggi luminosi, e quando diventa spiga verde impara ad ondeggiare e a cantare al vento.

Nella terza e ultima stagione della nostra vita siamo chiamati a purificare la nostra persona per prepararci all’incontro con il nostro Signore Gesù Cristo.

Chiamo questo periodo come quello della Carità  ( C ), la fase dello Spirito Santo, dove la nostra persona viene invitata a liberarsi dai beni materiali per riempirsi dell’amore con il Signore e le altre persone.

In questa fase impariamo ad amare profondamente gli altri e ad Avere Pietà della nostra e loro condizione.

Siamo invitati a essere  testimoni di amore per gli altri e a  Promuovere la concordia e la pace.

In questo stato, l’obiettivo da raggiungere è donare per preservare l’altro. 

In questa azione di bene diventiamo nutrimento di amore. 

Ricordo con gratitudine  mio padre quando, negli ultimi tempi della sua vita, si è impegnato a trasferire a ciascun figlio la sua parte perché per lui era prioritario dare risorse, promuovere la pace e la concordia tra i suoi figli.

La bionda spiga di grano viene mietuta e diventa pane di vita per le persone.

La terza fase è difficile da raggiungere, perché viviamo in una società che influenza negativamente, ci distoglie dal nostro vero obiettivo perché  ci spinge ad avere e trattenere per noi stessi, per difenderci.

La nostra società non è equilibrata perché  allo stato attuale incute paure.

La grande sfida è percepire questa situazione  e promuovere la Fiducia e  il Bene, uscendo da noi stessi. 

Abbiamo il compito di preservare il flusso di Amore.

In questo contesto  la preghiera semplice di affidamento al Padre Celeste ci aiuta a fare chiarezza, ad avere coraggio  e comunicare  luce.

Così la vita diventa un cerchio perfetto dove la vera esperienza è donare per imparare ad amare e in questa dimensione il nostro percorso diventa un’esistenza  ben spesa.

Come la mano del contadino  che da pugno chiuso si apre per stringere vigorosamente la mano del suo vicino di campo senza più invidia e con spirito di solidarietà.

Auguro di cuore a me e a voi di raggiungere l’ultima ora di vita consapevoli di aver amato tanto gli altri e di essere pronti a ricevere l’abbraccio del Padre.

Un caro saluto.

Antonio

by Antonio Masoch