Riflessioni per Nutrire l'Anima

Spiritualità & Filosofia

Riflessioni per nutrire l’anima: come foglie sbattute dal vento...

2020-10-25 08:33:59

Da alcune settimane vengo incalzato da più persone che richiamano all’osservanza delle prescrizioni anti-virus in modo martellante.

Sono rimasto impressionato da almeno due episodi.

Nel primo caso, una signora della mia parrocchia, mentre distribuivo la comunione, ha fatto cadere per terra, per sbaglio, la particola consacrata per cui mi sono chinato ho preso “il corpo di Cristo“ e l’ho mangiato.

Ho sempre fatto così nel tempo imitando il diacono.

La fedele vedendo la mia reazione è andata nel panico, mentre cercavo di rassicurarla.

Ci sarebbe anche un’altra prescrizione in questi casi che prevede di prendere l’ostia sacra e lasciarla sciogliere nell’acqua fino a suo completo disfacimento.

Il mio parroco, infatti, visto il precedente, ha comandato di fare così.

Nel secondo caso, un’ altra parrocchiana ha contattato me e poi, più volte, il parroco per ricordarci di essere molto scrupolosi nel disinfettare le nostre mani prima di distribuire la comunione, nonostante siamo già rigorosi in questo senso.

Alla luce di questi e altri atteggiamenti analoghi sento  di fare la seguente riflessione.

E’ evidente che siamo in un periodo difficile dove siamo attaccati da questo virus.

Ci vengono imposte misure di protezione, distanziamento e controllo sanitario.

Le persone, dove abito, sono molto scrupolose e sicuramente questo atteggiamento ci eviterà problemi, tuttavia, ho come la sensazione che stiamo superando un limite.

Nel professare la nostra fede siamo come “foglie sbattute dal vento”, impauriti, in balia di noi stessi.

Quella fede che mosse i nostri padri a Venezia a pregare incessantemente la Madonna perché bloccasse la peste che faceva vittime ovunque, sembra un racconto mitologico.

Impavidi e pieni di energia spirituale riempivano le chiese per formulare la loro supplica in modo intenso: giorno e notte.

Loro, tutti insieme, come una grande famiglia, sono riusciti nell’intento e hanno eretto una basilica in segno di ringraziamento alla Madonna della Salute.

Mi chiedo se avremo il coraggio di fermarci e di pregare allo stesso modo.

Forse non abbiamo ancora toccato il fondo.

Eppure, credo nella volontà dell’uomo di risorgere dalle ceneri con l’aiuto di Dio.

Sento che dobbiamo contattare il nostro bambino libero che è dentro di noi per gridare, tutti in coro, “Abbà Padre” come faceva il popolo ebreo nell’antichità quando si trovava di fronte ad un ostacolo difficile.

Si tratta di agire con buon senso, di riconoscere la nostra inferiorità nel domare qualcosa di nuovo che è mutabile, poco gestibile.

Si tratta di prendere consapevolezza che Dio esiste, è il nostro papà e noi siamo le sue creature bisognose di aiuto.

(Immagine: Basilica della Madonna della Salute - Venezia)


Occorre usare il mezzo più antico che abbiamo a disposizione cioè la preghiera in forma comunitaria.

Fino adesso ho assistito alla preghiera del singolo o di piccoli gruppi di persone, ma senza esito.

Spero tanto in un umile risveglio collettivo, perché come a Ninive, quando fu minacciata di distruzione dal profeta, come a Venezia all’epoca della peste, così anche ora, in tutto il mondo, incombe una grande flagello.

Un caro saluto.

Antonio

by Antonio Masoch