Riflessioni per nutrire l’anima: Amore-Giustizia-Pace per una vita buona

Mi è capitato di ascoltare clienti che all’inizio dell’anno parlano di voler dare sapore alla propria esistenza puntando alcuni sull’amore, altri sulla giustizia e altri ancora sulla pace.

Sono convinto che l’Amore, la Giustizia e la Pace siano tre condizioni legate tra loro in successione e che senza la loro compresenza non si può generare una vita buona.

All'inizio c’è l’Amore, nella forma più positiva, da a-mors, cioè “senza la morte” che ci viene donato da qualcuno al di fuori di noi e che ci riempie il cuore.

Questo qualcuno rappresenta la nostra base sicura. 

Attraverso questa esperienza impariamo ad amare noi stessi e gli altri.

E’ un amore gratuito, puro, non possessivo che ci permette di crescere esprimendo al massimo la nostra autonomia e facendo esperienza del mondo che ci circonda.

Questo amore ci permette di scoprire i confini del nostro io e lo spazio degli altri.

Da questo amore, nell’accezione più bella del termine,  scaturisce il rispetto verso gli altri che costruisce il concetto di giustizia.

Ecco che praticare la Giustizia diventa “riconosce all’altro il diritto di vivere una vita dignitosa”.

In questa ottica, quando diamo un piccolo sostegno economico ad un povero facciamo giustizia cioè diamo alla persona bisognosa semplicemente quello che gli spetta per  diritto.

Dalla pratica della giustizia scaturisce la Pace come armonia tra le persone che crescono nel rispetto reciproco.

“L’uomo saggio è la sintesi di questo processo”

 in quanto è una persona in grado di chinarsi sull’altro per amarlo, sa dare al bisognoso il suo giusto compenso e si adopera per generare armonia tra le parti.

Tutti siamo chiamati ad essere saggi, a partire dai genitori nei confronti dei figli fino all’ultimo uomo che incontriamo su questa terra.

Questi concetti di Amore-Giustizia-Pace sono trasversali a tutte le confessioni che abbiano a cuore la vita della persona.

Come cristiano, non mi voglio nascondere per compiacere, per fede riconosco che l’Amore iniziale scaturisce da Dio.

Un Dio che non sta distante da me, ma che si è voluto impastare con la carne dell’uomo inviando sulla terra suo Figlio unigenito, Gesù Cristo, il Dio fatto uomo. L’Emanuele cioè “il Dio con noi”.

Da Gesù Cristo imparo la Giustizia intesa come rispetto di me stesso e dell’altro.

Per me Gesù Cristo non è un profeta o un personaggio importante della storia, è molto di più, è Dio che viene per liberarmi dalla morte e assicurarmi la vita eterna.

Da Gesù Cristo scaturisce la sicurezza di un tempo di Pace dove lo Spirito Santo rappresenta l’artefice.

In questo vedo un ordine cosmico che mi da fiducia, sicurezza e serenità.

Il rischio della mia dimensione cristiana è l’ortodossia radicale che non accetta la fragilità dell’uomo e si nasconde dietro i riti quando viene meno l’affidamento nella  preghiera e l’attenzione al povero.

Nell’attuale società liquida che sta perdendo riferimenti, dove si può sostenere tutto e il contrario di tutto, l’uomo responsabile che non crede in una forza sovrannaturale, poggia il proprio essere solo sulle sue forze,  e sulla scienza.

E’ uno sforzo titanico che non può essere condannato perché è sempre e comunque una tensione positiva a costruire una vita buona.

L’insidia di questa dimensione è la solitudine e la depressione quando vengono meno le forze dell’individuo.

L’importante è costruire un’esistenza di consapevolezza, ciascuno seguendo la direzione che sente a se stesso più affine, come dice il filosofo Galimberti e immaginando una “Vita bella” come soleva dire il grande regista Fellini. 

È determinante contrastare i veri nemici della vita che sono, a mio modesto parere, la mancanza di scopo e la paura di non farcela.

Auguro a tutti, di cuore, di trovare la propria dimensione di equilibrio e di fare esperienza di Amore, Giustizia e Pace.

Un caro saluto. 

Antonio