Andrea Grosso GP

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Mi sembra che alla fine il problema principale sia il “to run”. I corridori a quanto pare stanno diventando gli untori seriali del virus. Ma questa è solo una premessa, uno spunto, come poteva essere un altro esempio a "caso" in questo momento di emergenza. Come solitamente succede in Italia quando si vuole spostare il baricentro del problema ci si concetra su altro. PREMESSO che è vietato creare gruppi o assembramenti in qualsivoglia situazione (sia chiaro questo). EVITARE il contatto con le altre persone; e credo sia stato ripetuto e quindi assolutamente da evitare. Ma a quanto pare i gruppi o assembramenti lavorativi sembrano però essere permessi e sono all’ordine del giorno. Girando (per lavoro sono costretto) noto cantieri pure pubblici con operai a contatto stretto lavorativo senza maschere o adeguate protezioni. Nei negozi dipendenti costretti a stare a stretto contatto con i clienti con aria di rassegnazione. Nelle fabbriche operai nelle medesime situazioni. Autonomi che su direttive maggiori devono recarsi presso nuclei famigliari a rischio della loro incolumità e di quella di chi vanno a trovare. E parlo di attività lavorative di non estrema utilità in questo momento di emergenza. Ma ovviamente nessuno dice nulla su tutte queste situazioni quotidianamente e ricorrenti. Tutto tace. Strano. Quindi; chiudere tutto potrebbe essere una soluzione a livello di contagio? Certamente se supportato da una adeguata strategia di supporto alle famiglie chiuse a casa tramite la protezione civile, croce rossa ed esercito militare.. Ok tralasciamo l’esercito poverino perché lo abbiamo smantellato ormai. La Sanità: dimezzata pure quella. Scusate, resta qualcosa? Si. La Protezione Civile che comunque per quanto può fare, si affida per la gran parte della forza lavoro al volontariato, cioè noi (il cane che si morde la coda). Ovviamente e ripeto purtroppo chiudere tutto (almeno quello non necessario per l’emergenza) per lo Stato diventerebbe una spesa insostenibile. Perchè obbligare a chiudere un'azienda o una attività commerciale comporterebbe dopo a venirle incontro a livello economico. Ed abbiamo ormai sperperato negli anni tutte le casse per gli aiuti (vedasi terremoti) per altro e di più futile o per qualcuno di più personale. Quindi come soluzione meglio che l’autonomo, l’azienda privata, la ditta muoia per propria decisione autonomamente. E senza aiuto alcuno. Ed è quello che sta succedendo. Se non ora, tra qualche mese. Caro Fedriga (sono friulano e quindi mi rivolgo a te) e cari sindaci del FVG: abbiamo il coraggio ed il giusto supporto per chiudere tutte le attività pubbliche e private per iniziare una vera operazione di quarantena? Non servono mille parole, video conferenze ad effetto o interviste con acclamato allarmismo parziale. A noi cittadini servono fatti concreti ed immediati. Perché se a voi la poltrona inizia a scottare e vi sembra di soffocare in questa situazione, noi nel frattempo saremo già “morti” fisicamente ed economicamente. Quindi ci chiedete a noi cittadini di fare il nostro dovere. Bene. Io come lavoratore autonomo Vi chiedo di darmi la possibilità di stare a casa. Se non avete una risposta, non troviamo una soluzione al problema. La matematica non è una opinione. Il coronavirus ha la sua però a quanto pare... Se quanto sopra può sembrare polemico chiedo scusa. Aspetto comunque repliche costruttive e sopratutto fatti, non parole. Andrea Grosso - Gonars

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Ph: Andrea Grosso, Gonars UD - Location: Tarcento (Ud - Italy) - © a n d r e a g r o s s o

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