Alex Gennusa

Founder Senior

Donald Trump e il dito puntato sui videogiochi violenti

2019-08-13 01:02:06

Volevo esordire su Cam.Tv in modo più pacato, ma questa notizia mi ha dato da pensare per qualche giorno e volevo parlarne. Prima di arrivare al discorso vero e proprio vorrei spiegare gli avvenimenti che hanno portato il presidente Trump a demonizzare i videogiochi.

Le stragi che fanno riflettere

Nelle giornate del 3 e 4 agosto 2019 sono successe nel giro di neanche 24 ore due sparatorie nel continente americano, una a El Paso in Texas in un Walmarkt e l'altra a Dayton in Ohio nella East 5th Street a ovest del centro cittadino che hanno causato circa un ottantina tra morti e feriti.


Non c'è giustificazione ne perdono per chi ha compiuto questi questi atti di terrorismo ma la mia preoccupazione sta nel fatto di come due ragazzi appena ventenni siano riusciti a rimediare un WASR-10 (versione civile dell'AK-47) per la prima sparatoria mentre un giubbotto antiproiettile più un fucile calibro 225 con un centinaio di proiettili per la seconda.


Non sono qui per dare lezioni su come gestire una nazione ma con questo articolo voglio mostrarvi che il videogioco viene spesso messo in mezzo quando succedono stragi di questo tipo con la relativa indignazione delle persone, marchiando il videogiocatore come una persona violenta e incapace di ragionare quando esistono studi scientifici che provano la mancata correlazione tra violenza e videogioco.

Il pensiero di Donald Trump

"Dobbiamo porre un freno alla glorificazione della violenza nella nostra società. Ciò include i videogiochi violenti e macabri divenuti di uso comune".

 "È troppo facile al giorno d'oggi, per un giovane problematico, circondarsi di una cultura che celebra la violenza." 


Così ha esordito Trump in un comunicato fatto alcuni giorni dopo e a mio parere, è troppo facile riprendere questo vecchio capro espiatorio quando fa comodo, piuttosto che ammettere il vero problema e prendere atto della situazione regolamentando le armi da fuoco e i loro relativi accessori. 

Però sia il presidente che le relative maggioranze di camera e Senato sono repubblicane, e hanno idee politiche che favoriscono la lobby delle armi e il diritto che ogni americano debba avere un'arma per proteggere ciò che è suo. 

Giustamente per motivi politici Trump non può andar contro i propri sostenitori, altrimenti perderebbe consensi per le prossime candidature o approvazioni di legge quindi la soluzione più comoda e sicura è prendersela con un media poco conosciuto non solo dai suoi elettori ma da tutti gli americani.

Dati alla mano

Il grafico sottostante mostra la differenza abissale tra l'America e gli altri paesi presenti nella lista.

Sulla sinistra c'è quanto una persona dovrebbe spendere in media a fine 2019 in videogiochi mentre sulla destra vengono indicate quante persone muoiono per colpa delle armi nel 2017.

La risposta degli interessati

Ovviamente non a tutti sono piaciute le parole di Trump, soprattutto a chi con i videogiochi ci lavora.


Max Schaefer, uno degli autori di Torchlight, ha avuto da ridire dicendo che Trump: "incoraggia e promuove apertamente l'odio e la violenza nei suoi comizi. In tutti i paesi ci sono i videogiochi, in tutti i paesi ci sono problemi legati alle malattie mentali, ma solo negli USA si verificano queste sparatorie." 


Persino Reggie Fils-Aime ex presidente di Nintendo of America ha voluto dire la sua, postando su Twitter la toccante storia di Lual Mayen, un ugandese che utilizzando le possibilità che il videogioco può offrire ha ispirato la sua comunità facendosi notare dal governo canadese che, colpita della sua storia decide di dare a tutta la comunità rifugio permanente in Canada; seguito dal grafico visto poco sopra mettendo come titolo:

"Facts are facts" I fatti sono fatti.


D'altro canto la Walmart catena di negozi "protagonista" della prima sparatoria ha deciso di rimuovere tutto il materiale violento in esposizione nei loro punti vendita, con una particolare attenzione sui videogames in cui si spara, evitando anche di pubblicizzarli mantenendo però la vendita delle armi.

La Walmart si difende dicendo:

"Queste azioni sono state intraprese in segno di rispetto verso le vittime degli incidenti della scorsa settimana e non riflettono la volontà di modificare a lungo termine l'atteggiamento nei confronti dei videogiochi."

Questa presa di posizione mi è sembrata un pò forzata, come se non volessero andar contro al presidente per evitare ripercussioni sui loro affari ma gli lascio il beneficio del dubbio.

Conclusioni

Termino questo mio primo articolo con qualche considerazione personale.

Purtroppo non sarà l'ultima volta che il videogioco verrà eretto come uno spauracchio e incolpato di cose di cui forse è in piccola parte responsabile, ma, se vi ricordate bene demonizzavano sia i fumetti che la musica punk e non sembra che nessuno di noi sia diventata una persona violenta avendoli utilizzati, anzi spesso erano delle valvole di sfogo, come adesso lo è anche il media videoludico.


Spero di non esser stato troppo prolisso e che l'articolo sia stato di vostro gradimento.


Abbasso l'ignoranza videoludica e alla prossima.

Fonti:

  • Articoli inerenti alle sparatorie e i comunicati di Trump : Repubblica.it - Wikipedia.it - Multiplayer.it
  • Immagine di copertina: Wccftech.com
  • Immagini utilizzate: Google.com
  • Grafico e storia di Lual Mayen: twitter.com/geoffkeighley - twitter.com/Reggie