Alessia Lenoci

Founder Junior

I benefici degli alberi sul corpo umano

2019-08-23 12:35:40

È ormai statisticamente e scientificamente provato che il contatto dell’essere umano con la natura, in particolare con le piante, comporta benefici. Vediamo quali.

Interazione elettromagnetica uomo-pianta. Un approccio molto interessante si concentra sul fatto che la pianta, come ogni altro organismo vivente, ha una sostanziale componente bio-energetica che le consente di entrare in sintonia con ciò che la circonda.

Tra le applicazioni pratiche più coinvolgenti in tale ambito vi è il “Bioenergetic Landscapes”, una tecnica progettuale ideata dall’ecodesigner Marco Nieri a seguito di un’intensa attività di sperimentazione, che gli ha permesso di comprendere come gli alberi emettano campi elettromagnetici tra i quali sono rilevabili frequenze analoghe a quelle emesse dalle cellule dei nostri organi, e per questo capaci di creare un’interazione risonante con l’organismo umano.

La debole intensità delle emissioni può essere amplificata sfruttando l’influenza dei campi elettromagnetici naturali presenti su tutto il globo terrestre. Questo permette la creazione di zone ampie anche decine di metri dove è misurabile l’influsso bio-energetico della stessa pianta.

La qualità dell’interazione “uomo-pianta” dipenderà dalla particolare specie arborea: ciascuna ha infatti un’influenza diversa sui vari organi umani; in particolare le sperimentazioni hanno riscontrato l’esistenza di numerose specie considerate molto benefiche, mentre alcune si sono verificate disturbanti.

Verifiche diagnostiche. Il beneficio prodotto solitamente presenta specifiche eccellenze per determinati organi e sistemi del corpo umano, in base al tipo di pianta. Si è verificato, ad esempio, che il Tiglio è molto benefico soprattutto per il sistema nervoso, per le mucose e per i reni, mentre sostando nei pressi di una Quercia si ottiene un particolare miglioramento nel sistema cardiocircolatorio e in quello immunitario.

Attraverso l’utilizzo di moderne strumentazioni bio-elettriche, capaci di misurare istantaneamente la reazione del corpo, sono stati dimostrati questi effetti dovuti al contatto “uomo-albero”. In particolare con la Bio-Elettrografia GDV del Prof. Korotkov, dell’università di S. Pietroburgo, si è riscontrato l’istantaneo innalzamento dei parametri energetici di un organismo umano posto in un’area di influenza con una specie arborea benefica, evidenziato da una compattazione del campo elettromagnetico precedentemente disomogeneo a causa di patologie in corso.

Giardini Bioenergetici. Tramite questi presupposti conoscitivi è possibile quindi intervenire nella scelta e nel posizionamento di determinate specie arboree, in un determinato sito, al fine di creare un luogo non solo salutare ma addirittura terapeutico; questo approccio può essere applicato anche in aree verdi già esistenti, come un parco urbano o un bosco, individuando gli specifici alberi capaci di generare nell’intorno la massima influenza positiva.

Le applicazioni sono pertanto innumerevoli: negli ospedali e nelle case di cura, in ambienti adibiti al relax come spa e centri wellness, in hotel e agriturismi; non ultima nella rivalorizzazione del verde esistente, interpretando questa esperienza magari sotto il profilo turistico-culturale, o più semplicemente utilizzandola per rendere salutari gli spazi di vita quotidiana come parchi, scuole, giardini privati.

Pur essendo una tecnica innovativa e rivoluzionaria, in Italia esistono comunque già diversi esempi realizzativi dei cosiddetti giardini bioenergetici.


Beneficio reciproco.
L’effetto terapeutico, anche se evidente, è temporaneo, con una durata che varia in base ad una serie di fattori quali lo stato iniziale, la qualità del luogo, il tipo e la grandezza della pianta e naturalmente anche dal tempo di persistenza nell’area di influenza. Certo è che quanto più a lungo si può sostare in tale zona, maggiori saranno i benefici, ma sono già sufficienti dieci minuti per trovarne giovamento.

“Purtroppo” - afferma Nieri nel suo libro – “solitamente l’uomo ritorna poco dopo a immergersi nelle sue vicende caotiche e spesso destabilizzanti, mentre l’albero incamera il beneficio di questo contatto prolungato e ne mantiene l’effetto più a lungo, esponendosi a un minor numero di stress.”

Si, perché se tutto ciò non fosse abbastanza straordinario, l’aspetto ancor più sorprendente è che, sulla base delle misurazioni effettuate, si è osservato che non siamo solo noi uomini a trovare giovamento dal contatto con un albero, ma il beneficio è reciproco!

Secondo Nieri infatti, il contatto tra pianta e uomo “causa un feed-back energetico che trasmette all’albero le nostre informazioni biologiche, quelle che ci caratterizzano come esseri umani. Ed è veramente affascinante poter misurare la reazione dell’albero a questo contatto. Quello che avviene non è solo una semplice modificazione di cariche elettriche superficiali dovuta al contatto fisico ma una reazione energetica sulle frequenze del sistema nervoso e immunitario dell’albero, che risponde modificando i suoi valori di risposta in relazione al fatto che gradisca o meno tale contatto.”

Generalmente quindi le piante hanno una reazione positiva alla nostra presenza. Questo dovrebbe farci riflettere su come sia profondo e in parte ancora sconosciuto (o forse dimenticato?) il rapporto di interazione tra gli esseri viventi e in particolare tra uomo e pianta. Una sintonia, legata inevitabilmente al passato primordiale, che oggigiorno viene continuamente ignorata e bistrattata ma che forse, in un futuro prossimo, potrà riacquisire fondamentale importanza grazie alla ricerca scientifica illuminata.


 Fonte web: http://www.archibio.it