Alessandro Rebuscini

"Est modus in rebus".

IL KARATE NON È SOLO CALCI E PUGNI.

2020-09-10 12:58:22

In questo articolo intendo spiegare le fasi presenti nel video, che rappresentano i valori che in ogni sessione di allenamento, quest'arte marziale mi riesce a regalare. Per me il karate rappresenta uno stile di vita che può cambiare in meglio l'esistenza dell'essere umano.

LIBERARE LA MENTE. 

I caratteri giapponesi illustrati nell'immagine qui sopra, significano "sen-shin" ovvero pulire la propria mente. 


Quando si entra nel dojo o in palestra è importante cercare di liberare la nostra mente da tutti i pensieri, positivi o negativi che siano, che ci hanno accompagnato nel corso della giornata


Ovviamente questo non è facile da mettere in pratica soprattutto per noi occidentali e per noi esseri umani che viviamo nel 2020.


Dobbiamo però sforzarci e cercare di abituarci a vivere l'allenamento come un momento nel quale estraniarci dal resto del mondo cercando di dare e ricevere il massimo dalla pratica, dai nostri compagni di allenamento, dal nostro maestro e dalla nostra arte. 



CREARE L'ATMOSFERA GIUSTA. 

Quando mi appresto ad iniziare una sessione di allenamento mi piace rendere l'ambiente in cui devo allenarmi, il più confortevole e piacevole possibile


Questo mi permette di rimanere più concentrato e, di sentirmi a mio agio anche nei momenti in cui la stanchezza inizia a farsi sentire. 


Bastano piccoli accorgimenti per creare un'atmosfera gradevole, io ad esempio, ho preso in prestito l'abitudine del mio primo maestro, che ringrazierò per sempre per essere riuscito a trasmettermi una grande passione per quest'arte, di accendere un buon incenso che purifica l'aria, rende il luogo profumato e aiuta la concentrazione. 


Oltre a questo spesso accendo una candela 🕯️ che rappresenta nella pratica in solitudine una presenza, una compagnia. Il fuoco è qualcosa che mi da la sensazione di vita e quindi per me il vedere una candela accesa è come avere accanto qualcuno che condivide con me quel momento. Potete immaginare che ci sia li con voi chi volete. 


Ho anche una vecchia sveglia ⏰ che carico a molla, e che mi tiene aggiornato sul tempo che passa dandomi oltretutto il ritmo durante l'esecuzione dei movimenti grazie al suo ticchettio. 


Seguendo inoltre la tradizione okinawense, non può mancare un ventilatore, utile a rinfrescare 🌬️ l'ambiente nelle giornate più calde. Eh si perché ci si allena anche se ci sono trentacinque gradi. Non ci sono scuse! 


In ultimo ma non per importanza, non dimenticatevi mai di portare con voi una borraccia con dell'acqua 💧 da sorseggiare durante le pause. 



PRIMA BISOGNA RISCALDARSI. 

Non iniziate mai ad allenarvi prima di esservi attentamente riscaldati attraverso diversi esercizi utili a questo scopo. 


Farsi male è un attimo, per guarire invece ci vuole tanto tempo. 


È meglio, se il tempo scarseggia, dedicare più tempo al riscaldamento rispetto che alla pratica "tradizionale" onde evitare fastidiosi infortuni. 


Questa è davvero una regola molto importante da non dimenticare mai.


MOKUSO. 

I kanji qui sopra significano letteralmente "pensare in silenzio". 


Prima e dopo la pratica è importante concedersi qualche minuto di meditazione nella quale riflettere su quanto si sta per iniziare a svolgere e su quanto si è svolto. 


In questo momento bisognerebbe cercare di entrare "nella parte", ovvero ad inizio allenamento concentrarsi ed avere la mente libera per apprendere quanto più sia possibile e alla fine cercare di consolidare quanto si è appreso per prepararsi a tornare ai pensieri ed ai problemi della vita al di fuori dell'arte marziale. 


Questo momento è importante quindi inseritelo nella vostra pratica.


ALLENIAMOCI.

Nel video manca questa parte in quanto sarebbe ovviamente stata troppo lunga e quindi sarebbe stato riduttivo inserire solo alcuni momenti di essa. 


Inoltre ogni stile ed ogni scuola ha il proprio modo di praticare il karate e in questo video non volevo far "pubblicità" a quello che seguo io. 


In questa parte si inserisce tutto ciò che fa parte della pratica tradizionale di quest'arte marziale. 


Ci tengo solo a dire che non dovrebbe esistere il karate senza la pratica dei kata. 


I kata rappresentano il cuore dell'arte e ne racchiudono tutti i principi ed i segreti ed inoltre oggi non conosceremo quest'arte marziale se i kata non fossero stati tramandati di generazione in generazione.

RISPETTO PER IL LUOGO DI ALLENAMENTO.

Come si può vedere nel video, una volta finito l'allenamento è buona abitudine, dedicare qualche minuto alla pulizia del pavimento sul quale ci si è allenati ed delle eventuali attrezzature utilizzate durante la pratica.


Il karate come arte marziale insegna d avere rispetto del luogo nel quale ci si allena, sia che si tratti di un luogo chiuso oppure all'aperto.


Da qui dovrebbe nascere spontaneo il desiderio di lasciare il luogo, nel quale abbiamo sudato e lasciato immancabilmente qualche residuo del nostro passaggio, più pulito come l'abbiamo trovato.


Questo per rispetto sia del luogo che di se stessi, ma anche e sopratutto di tutti coloro che condividono con noi quel determinato ambiente.


Ad Okinawa è facile assistere a scene "post allenamento" nel quale tutti, piccoli e grandi, si dedicano alla pulizia del dojo passando scope e stracci in un momento di condivisione ed armonia.


P.S. 

Il passare lo straccio restando in "quadrupedia" è un ulteriore allenamento fisico che male non fa.


Anche se abbiamo un dojo, o un ambiente che utilizziamo singolarmente senza condividerlo con altre persone, non dovremmo tralasciare di prendercene cura in quanto anche il rispetto per la propria pulizia ed i propri ambienti è sintomo di civiltà ed è quindi importante.

ORDINE.

L'arte marziale dovrebbe insegnare ad essere più ordinati.


Personalmente, da quando pratico karate sono diventato più ordinato e ci tengo a presentarmi in maniera ordinata si agli allenamenti sia in qualsiasi attività al di fuori del mondo delle arti marziali. 


Insomma nella vita di tutti i giorni. 


Una volta raggiunti gli spogliatoi, o se il luogo non ha altri spazi, rimasti nella sala di allenamento, è buon costume quello di piegare in maniera ordinata il 🥋 karate-gi, questo è il nome della divisa tipica del karate. Ancora troppe persone lo chiamano erroneamente "kimono" ma in realtà il nome giusto è "gi" ovvero "vestito" preceduto dalla parola karate. Vestito da karate. Il kimono è un tradizionale abito giapponese e quindi poco centra con la pratica marziale.


Nel video potete vedere alcuni dei passaggi per piegare il gi nel modo tradizionale che ho appreso ad Okinawa da un compagno di allenamento.


Nota:

In futuro pubblicherò un video in cui mostro chiaramente tutti i passaggi.


Troppo spesso per fretta e cattive abitudini siamo abituati a gettare la nostra divisa da allenamento, tutta stropicciata e sudata nel borsone. In pochissimi minuti, uno o due, invece possiamo piegarla e riporla nella borsa in modo ordinato.


Anche presentarsi all'allenamento o ad un seminario con il proprio karate-gi ben piegato è sicuramente segno di rispetto per la propria arte.

CONCLUSIONE.

Per concludere ci tengo a precisare che tutto quello che ho scritto in questo articolo non rappresenta un obbligo e non dev'essere visto come un'imposizione.


Ognuno è libero di vivere la pratica della propria arte marziale come meglio crede, ma ritengo che queste buone abitudini possano arricchire la pratica e sopratutto forgiare persone migliori.


Basta guardarsi intorno in qualsiasi luogo per rendersi conto di come al giorno d'oggi manchino i valori nella nostra società. Primo tra tutti, il rispetto!


Grazie al karate, se vissuto, praticato ed insegnato in modo corretto le persone possono migliorare sotto tutti i punti di vista.


Ed è plausibile che se aumentano le persone con dei valori la nostra società può solo che giovarne.


Grazie per l'attenzione e buona vita!

by Alessandro Rebuscini