Alberto Malesani

Founder Junior

Viviamo in una prigione senza sbarre e per questo "crediamo" di essere liberi

2019-04-20 15:21:37

Quando per la prima volta mi imbattei in questo concetto sentii subito risonanza, ma ero ben lungi da comprenderne il significato. Solo col passare degli anni realizzai quanto fosse reale e solo dopo aver toccato con mano le "sbarre invisibili".

Viviamo nell'illusione di essere noi ad agire e non gli istinti, bisogni e paure della personalità

In fondo avevo la "fortuna" di un buon lavoro che mi permetteva di andare in vacanza, togliermi molti sfizzi, godevo di buona salute, vivevo una bella relazione di coppia e diverse amicizie arricchenti...  Che cosa volere di più?


Nonostante vivessi quella che si potrebbe definire il cliché di una vita felice non mi sentivo realizzato e permaneva un sottofondo di insoddisfazione, come se mi mancasse qualcosa...


E così cominciai ad approfondire la psicologia, il buddismo, la spiritualità, l'esoterismo... alla ricerca di risposte.


La risposta era davanti ai miei occhi, ma non potevo vederla perché continuavo a cercare fuori e partivo inconsapevolmente da un presupposto errato


"per essere davvero felice, le cose devono andare come me desidero"
(solo un folle può pensare che la Vita funzioni così)


e quindi tutte le volte che non andava come desideravo stavo male.


Il salto di qualità ci fu quando mi accorsi che il "problema" non erano le situazioni spiacevoli o le persone sbagliate, ma che scattavano in me e in modo del tutto automatico delle re-azioni, senza che fossi io a deciderlo, come una macchina che risponde meccanicamente ad un preciso comando.


Non ero libero!!!


Se qualcuno mi offendeva o mi tagliava la strada mi arrabbiavo.

Se nel weekend di vacanza pioveva ero triste.

Se non ricevevo la promozione che mi spettava mi incazzavo.

Se la mia compagna faceva la simpatica con estranei ero geloso.

Se passava una bella donna scollata non riuscivo a non guardarla.

Se di notte sentivo un rumore in casa provavo paura.

Se volevo spegnere i pensieri nella testa non riuscivo.

Se, se, se.....


In me erano presenti una serie di meccanismi automatici di cui non ero consapevole e che giustificavo: "è normale e giusto che sia così..."


La cruda realtà:

1) non ero minimamente in grado di gestire il mio corpo, le mie emozioni, i miei pensieri 

2) non me ne rendevo conto

3) vivevo nell'illusione di essere io ad agire e non gli istinti, i bisogni e le paure della personalità


Non si tratta di credere o di non credere, ma di sperimentare direttamente nella propria vita se questa sia solo l'ennesima teoria o la cruda realtà.


Provate per 1 settimana ad interrompere "volontariamente" 1 vostra abitudine: ad esempio scegliete di posticipare il 1° caffè della mattina, o non collegarvi a facebook, o non prendere l'ascensore, o non guardare la tv, o guardare whatsapp solo ogni ora...


Solo chi lo fa, sperimenta e percepisce "nella carne" (al di là della chiacchiere) la presenza delle sbarre invisibili e diventa consapevole di essere in prigione!


Da allora la mia visione si capovolse:

 

"non dovevo più lavorare per far andare le cose "fuori" come desideravo, ma lavorare su di me "dentro" per essere consapevole e libero di scegliere"