Alberto Gabbi

Top Founder Executive

Da sempre appassionato di sport sono un laureato in Scienze Motorie e mi occupo di Rieducazione Funzionale e Prevenzione degli Infortuni in ambito sportivo dal lontano 1997. Visita il mio sito internet: www.albertogabbi.it

CHE COSA SUCCEDE QUANDO MI FACCIO MALE?

Ti do il benvenuto sul mio canale personale di camTV. Spesso mi capita di parlare con gli atleti quando si infortunano e alla mia domanda “cos’hai fatto per ritornare a giocare?” mi sento rispondere “nulla! Sono rimasto fermo e poi ho ripreso piano piano”.

Quando un’atleta si infortuna c’è la lesione, e questa lesione provoca un’instabilità meccanica dell’articolazione, che si tratti di caviglia, ginocchio, spalla ecc: l’articolazione cioè, non è più stabile come prima. Contemporaneamente, però, la lesione provoca anche un danno di tipo propriocettivo, cioè l’atleta non ha più la capacità di controllare il proprio movimento nello spazio. Questo deficit propriocettivo indurrà un deficit del controllo neuromuscolare, proprio perché all’interno dell’articolazione non ci sono più quelle strutture che mandano i segnali corretti al cervello “guarda che hai avuto una lesione e c’è la necessità di controllare il tuo movimento”. Insieme, deficit di controllo neuromuscolare e instabilità meccanica, provocano la cosiddetta instabilità funzionale, che è molto più grave dell’instabilità meccanica stessa, nel senso che, un’atleta affetto da un’instabilità meccanica può comunque, in molti casi, giocare ugualmente, mentre invece, un’atleta che possiede entrambi i deficit, e sviluppa un’instabilità di tipo funzionale, sicuramente avrà un grave deficit sulla sua performance sportiva, e questo provocherà dei nuovi episodi lesivi.

Questo è un circolo vizioso molto pericoloso nel quale, se l’atleta entra, è difficile che riesca ad uscirne da solo.

Nel prossimo post troverai dei preziosissimi consigli e strategie per poter “costruire” la base di conoscenza ed uscire da quel circolo vizioso. Mi auguro che tu possa trovare spunti interessanti, che ti facciano venire voglia di approfondire l’argomento e capire come applicarli su te stesso per ritornare a giocare.

Buona lettura!

PS: commenta l’articolo se hai qualche dubbio o domande da farmi, oppure, se ne hai voglia, condividilo pure, in modo da poter aiutare più persone possibili all’interno della community di cam.TV! :-)

Alberto Gabbi

dott. in Scienze Motorie

COSTRUIAMO INSIEME LA BASE: COME RECUPERARE DA QUALSIASI INFORTUNIO

Nel precedente post abbiamo visto che cosa ci succede quando ci facciamo male…ora invece, vediamo che cosa fare per recuperare da un infortunio! Quello che leggerai lo puoi applicare a qualsiasi infortunio muscolo-scheletrico, la procedura è sempre quella (mi interessa che catturi il concetto di quello che leggerai).

Prima di tutto dobbiamo fare una premessa: un aspetto molto importante dell’attività motoria è la sua utilità in campo riabilitativo e rieducativo. La differenza tra questi due aspetti risiede principalmente in questo:

Ønella fase temporale dell’approccio all’atleta, durante o a seguito del trattamento sanitario propriamente detto;

Ødalle figure professionali coinvolte nel precorso di cura

L’attività motoria può essere distinta in riabilitativa (fase acuta e post-acuta) e rieducativa (utilizzata per ricondizionare e completare specifiche funzioni dell’apparato locomotore e cardiovascolare). Uno degli obiettivi dei programmi basati sugli esercizi è quello di far tornare l’atleta che ha subito un infortunio ad uno stile di vita dapprima normale e successivamente fargli riprendere il gesto tecnico corretto. Le variabili da prendere in considerazione sono molteplici e, secondo me, queste le più importanti:

Øaspetti medici

Øaspetti riabilitativi e rieducativi

Øaspetti psicologici

Øaspetti metabolici

? Non ci sono tecniche miracolose, ma bisogna solamente individuare le problematiche peculiari del paziente/atleta ed elaborare un piano di lavoro preventivo e/o rieducativo come fareTutto questo per ottenere il pieno recupero funzionale dell’atleta. Dunque, personalizzato (questa a mio avviso è la parola chiave) per intervenire in modo efficace! In altre parole, bisogna seguire un metodo di lavoro ben preciso!

A scopo didattico ho suddiviso tutto l’iter terapeutico in fasi funzionali, nello specifico 5 fasi di recupero:

    1.Fase 1 Controllo dell’infiammazione

    2.Fase 2 Recupero dell’articolarità e della flessibilità

    3.Fase 3 Recupero ed incremento della forza e della resistenza muscolare

    4.Fase 4 Recupero della coordinazione e degli schemi neuromotori

    5.Fase 5 Recupero del gesto atletico sul campo

Chi sono gli attori principali? Cioè, chi si occupa di tutto questo processo? Per quanto riguarda la Fase 1, il controllo dell’infiammazione, le figure che intervengono sono il medico e il fisioterapista, nella Fase 2, invece, il recupero dell’articolarità e della flessibilità, le figure che intervengono sono il medico, il fisioterapista e il laureato in scienze motorie (per il recupero della flessibilità attiva), nella Fase 3, il recupero della forza e della resistenza muscolare, intervengono il medico, il fisioterapista e il laureato in scienze motorie, nella Fase 4, per il recupero della coordinazione e degli schemi neuromotori, intervengono il medico e il laureato in scienze motorie, e nell’ultima Fase, la quinta, intervengono il laureato in scienze motorie e l’allenatore dello sport di riferimento. Tutto questo per organizzare un percorso riabilitativo/rieducativo in fasi ed obiettivi raggiungibili, in modo tale da gratificare l’atleta e rendere evidenti i risultati.

Se questo rappresenta il “come si fa” (nel prossimo articolo della settimana prossima analizzeremo nel dettaglio le 5 fasi del recupero), ora invece prendiamo in considerazione il “dove si fa”, cioè i luoghi del recupero: la piscina, la palestra e il campo. Personalmente ho la possibilità di sfruttare tutti e tre gli ambienti.

Come vedi non si tratta di lavorare da solo, ma di un vero e proprio team di lavoro con una differenziazione di ruoli ben precisa al fine di recuperare l’atleta nel più breve tempo possibile!