Anna Lombardini

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Dopo mesi di silenzio, mi riaffaccio per condividere un bell'articolo sull'Ecologia delle parole a firma di Alberto Simone. E' stato pubblicato quasi nove anni fa, ma il suo contenuto è sempre attuale, e lo sarà per sempre. "Per curare noi stessi, la nostra anima e anche la nostra salute dobbiamo prenderci cura del nostro linguaggio, così come dei nostri pensieri. Chi parla male, vive male. Dobbiamo creare una nuova ecologia delle parole. Ritrovare parole antiche e anche inventarne di nuove se necessario. Perché una parola giusta al momento giusto può cambiarti la vita, ma anche salvare il mondo". http://bit.ly/ecologiadelleparole

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Anna Lombardini

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Dei danni che si possono provocare con la parola

2018-12-15 21:43:46

Quante volte le persone parlano senza riflettere, senza soppesare le parole! Assomigliano a quei bambini che si divertono con i fiammiferi: danno fuoco a tutto ciò che si trova sul loro passaggio. In seguito si pentono e cercano di scusarsi, ma è troppo tardi: presto non si vedranno che cumuli di cenere… Ed ecco come, senza saperlo, gli esseri umani aiutano le forze tenebrose nelle loro imprese di distruzione: non sono mai abbastanza coscienti dei danni che si possono provocare con la parola. Se si dovesse cercare l’origine dei malintesi e dei conflitti nella società e nel mondo, si constaterebbe che, il più delle volte, essa si trova nella parola: qualcuno ha parlato a sproposito, per il piacere di parlare, per rendersi interessante, per mostrarsi più furbo, più astuto degli altri e sminuirli.Cercate dunque di sorvegliarvi. Quando dovete prendere la parola, fatelo con l’intenzione di migliorare gli esseri che vi ascoltano, di illuminare la loro intelligenza, di riscaldare il loro cuore, e soprattutto di guidare la loro volontà al servizio del più alto ideale. -Omraam Mikhaël Aïvanhov

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Nessun essere è veramente abbandonato a se stesso

2018-11-05 23:02:37

A un certo punto della propria vita, ciascuno fa la terribile esperienza della solitudine. La solitudine è uno stato di coscienza estremamente doloroso in cui ci si sente come scaraventati in uno spazio vuoto, tenebroso, e non si riesce più a sapere dove ci si trovi né dove si stia andando… Anche Gesù, sulla croce, ha attraversato l'oscuro deserto dell’anima e ha gridato: «Mio Dio, perché mi hai abbandonato?». Tutti gli esseri umani, anche i più grandi Iniziati, hanno conosciuto o conosceranno questa sofferenza indescrivibile. Perché? Perché si tratta di un’esperienza necessaria per avvicinarsi all’essenziale. Non si possono capire le verità dell’anima e dello spirito quando ci si sente felici, soddisfatti e circondati da amici: è possibile capirle soltanto quando ci si sente soli e abbandonati.In realtà, nessun essere è veramente abbandonato a se stesso: anche quando deve attraversare le prove più terribili, ciascuno è circondato da spiriti e da entità che gli parlano e vegliano su di lui. La solitudine non esiste, è solo uno stato di coscienza passeggero, e per superarlo il più rapidamente possibile non c’è altro modo che lanciarsi verso Colui che sostiene tutti i mondi. -Omraam Mikhaël Aïvanhov (fonte: prosveta.it)

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