Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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Un tempo si diceva “usato” oggi “vintage: tutti a caccia di capi di seconda mano

2019-09-15 06:52:38

Se fino a ieri indossare abiti usati voleva dire non potersi permettere di comprarne di nuovi, oggi dietro ad un capo di seconda mano c’è una ricerca di originalità ed unicità che conquista soprattutto i più giovani.

Il “vintage” negli ultimi tempi sta ottenendo un ottimo riscontro sul mercato anche perché è un sistema che favorisce la sostenibilità ambientale.


Che cosa vuol dire Vintage


Il termine “vintage” deriva dal francese antico “ vendenge” che significa “vendemmia” e in particolare quella dei migliori vini d’annata. Questa parola è stata poi ripresa nel mondo della moda, per indicare abiti e accessori che abbiano almeno vent’anni, possano vantare una buona fattura, qualità dei materiali (meglio se non più esistenti), e un discreto stato di conservazione. Diventa poi molto più gratificante se si tratta di indossare qualcosa che ha segnato un’epoca.


Vintage: i motivi del successo


Dopo anni di “fast fashion” oggi è arrivato il momento di guardarsi indietro e riappropriarsi del passato. Come per tutti i fenomeni sociali (e anche quelli che riguardano la moda), non esiste una sola causa scatenante per spiegare il successo che negli ultimi anni sta riscuotendo il vintage, ma piuttosto un complesso di ragioni. In parte può essere visto come una reazione all’offerta smodata del fast fashion. Alla moda usa e getta si contrappone la scelta e selezione accurata di capi e accessori unici, confezionati con la cura di un tempo, e magari anche pregiati. Una delle prerogative più affascinanti del vintage è l’opportunità di trovare pezzi di qualità ad un prezzo più conveniente di quanto si trova nella moda di oggi. Un ruolo non indifferente lo gioca la crescente consapevolezza ambientale, che nel vintage una delle vie più sostenibili da percorrere. 


Fare shopping nei mercatini dell’usato vuol dire, in pratica, prolungare il ciclo di vita di un capo. Fortunatamente oggi i consumatori, in particolare i giovani, sono più attenti a questo aspetto, sia nel loro stile di vita sia nel modo di vestire. La sostenibilità ambientale è un trend che passa in modo quasi obbligato dal vintage, che per sua natura promuove il riuso e si fa ambasciatore di un’etica green più attenta verso il Pianeta. D’altronde, secondo il Danish Fashion Institute, l’abbigliamento è un’attività altamente inquinante. Infatti pare che un quarto di tutte le sostanze chimiche prodotte nel mondo vengono impiegate per la produzione tessile e, in particolare, per realizzare il poliestere e altre fibre sintetiche che emettono nell’atmosfera particelle di anidride carbonica, ossido di azoto, idrocarburi.


La carica evocativa del passato


I riferimenti al passato che fanno affiorare un ricordo (un libro, un film, un attore, una situazione) sono potenti influencer quando ci si approccia al Vintage. La moda vintage piace un po’ a tutti: ci sono i Millennials che cercano denim o abbigliamento casual anni ’90, i vintagisti che ricreano in un total look lo stile di un’epoca, le fashion victim che sono alla ricerca del pezzo firmato luxury. Poi ci sono anche i professionisti del settore che traggono inspirazione per le proprie collezioni o scelgono pezzi unici per sé. D’altronde, i pezzi di seconda mano spesso custodiscono riferimenti culturali e reminiscenze che hanno un significato diverso e personale per ognuno. Al vintage fa molto gioco l’esclusività, il desiderio di distinguersi dagli altri. In un’epoca dove tutti possono avere quasi tutto, trovare un pezzo unico è come trovare un tesoro tutto nostro.


Negozi e mercatini specializzati


Se i più fortunati hanno ancora la possibilità di frugare nel baule della nonna e sperare che da lì saltino fuori abiti, oggetti, accessori rari e iconici, tutti gli altri possono fare affidamento su negozi e mercatini specializzati nel proporre moda vintage oggi affiancati dalle piattaforme online di second-hand. Se Londra resta a pieno titolo la capitale della moda vintage con decine di luoghi in cui trovare pezzi originali a prezzi competitivi (uno su tutti il mercatino di Camdem Town), anche in Italia le possibilità non mancano (a Roma oltre al mercato di Porta Portese c’è il Vintage Market, che si tiene ogni terza domenica del mese presso il Circolo degli Artisti; a Milano si possono fare affari tra le bancarelle della Fiera di Sinigaglia oppure tra gli oltre 300 espositori che ogni mese si danno appuntamento all’East Market; a Torino c’è invece il Balon, lo storico mercato che si tiene ogni sabato mattina a Porta Palazzo).