Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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Thich Nhat Hanh: le regole green del monaco attivista in un nuovo libro

2022-03-06 14:41:18

Uno dei monaci buddisti più conosciuti e seguiti è stato sicuramente Thich Nhat Hanh, il vietnamita che negli anni Sessanta ha percorso le strade e le lande del Nordamerica, insieme a centinaia di pacifisti e filorientalisti di vario tipo e genesi. 

E' uscito, a poco tempo dalla sua scomparsa, avvenuta il 22 Gennaio scorso, il libro “Lo zen e l’arte di salvare il Pianeta” (edito da Garzanti) da lui scritto. Il titolo è più che mai adatto ai nostri tempi e risponde anche alle esigenze dell’attuale mercato editoriale.

Seguendo gli insegnamenti di Buddha, Thay (questo il nome con cui gli allievi si rivolgevano a lui) ha seminato vasti “campi” di uomini e donne, prima nel suo paese natio, il Vietnam, sconquassato dalla guerra, e poi in Europa e in America.


In poco tempo Thich Nhat Hanh è diventato un leader globale, definito da Martin Luther King “apostolo di pace e non violenza”, e proposto per il Nobel. E per questo gli fu inibito il ritorno nel Vietnam del Sud, ma anche di spostarsi nel Vietnam del Nord, irriducibilmente comunista.


Nel 1982 Thay aveva fondato, nelle campagne della Dordogna, in Francia, il “Plum Village”, una realtà dedita alla spiritualità che è cresciuta nel corso del tempo. Oggi vi risiedono circa duecento monaci buddisti.


Di cosa tratta il libro “Lo Zen e l’arte di salvare il Pianeta”


Pubblicato da Garzanti, il libro di Thich Nhat Hanh è un dialogo tra lui e sorella True Dedication. Questa formula domande, e il maestro risponde disquisendo a ruota libera. Il volume è composto di tre parti. Il primo si intitola “Intuizione radicale”, un nuovo modo di vedere, seguito poi da “La dimensione dell’azione”, un nuovo modo di vivere. E infine “Comunità di resistenza”: un nuovo modo di stare insieme.

I temi affrontati sono tanti, e tutti interessanti: l’amore per la dottrina buddista, la libertà, la resilienza, la coscienza collettiva e la diversità. Il leit motiv dell’intero libro è che tutto ciò che occorre all’umanità per evitare di autodistruggersi e di compromettere gli ecosistemi delle altre specie viventi già è presente da tempo, ma occorre tuttavia una sorta di “risveglio” collettivo, planetario. Tale risveglio può permetterci di ridurre le nostre aspettative, la nostra bellicosità, magari avvicinandoci allo stile di vita di persone più semplici e sagge, come i monaci e i contadini.


Il rispetto del Pianeta, prima di tutto


Tutto quello che riceviamo e abbiamo a disposizione, i frutti della terra, il tempo, gli incontri, sono un dono, e per questo dovremmo rispettare il Pianeta. Secondo il pensiero di Thich Nhat Hahn, l’ostacolo non è rappresentato dalla politica, o dai grandi interessi speculativi e finanziari, bensì proprio da noi, dagli uomini comuni. Quello che una volta si sarebbe chiamato “il popolo”. Il monaco buddista, come già altri prima di lui, non individua i colpevoli del capitalismo vorace mondiale, ma lancia un messaggio a tutti noi, affinchè ci impegniamo ogni giorno a compiere azioni virtuose a favore dell’ambiente e del Pianeta sul quale viviamo. 

Cristiana Lenoci per news-italia.net


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