Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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Le orchidee spontanee del Gargano protagoniste di un documentario: a breve in tv il lavoro filmico di Vincenzo Totaro

2020-10-17 13:27:24

Tra i fiori le orchidee sono quelli che maggiormente evocano raffinatezza e sensualità. Anche chi non è esperto di flora o di linguaggio floreale non può che restare colpito dalla bellezza e dalla sfumature di questi fiori assai particolari nella forma e nelle tonalità.

In Puglia le orchidee trovano spontaneamente il loro habitat naturale, crescendo rigogliose in una zona specifica, quella del Gargano. Qui sono presenti ben 90 delle 250 specie di orchidee presenti in tutta Italia.

Attorno a queste meraviglie floreali si snodano percorsi naturalistici, boschi, pascoli montani per gli appassionati che, nei periodi di fioritura, giungono in territorio garganico da ogni parte del mondo.

Ad omaggiare questi fiori bellissimi che fioriscono sul Gargano ci ha pensato un regista pugliese, originario di Manfredonia (Fg) che ha realizzato un interessante documentario sull’argomento, insieme ad uno staff di pugliesi che lo ha coadiuvato nello svolgimento delle riprese. Vincenzo Totaro ci racconta la sua esperienza svelandoci anche qualche piccolo retroscena del lavoro filmico che sarà trasmesso a breve in tv.

R: Come è nata l’idea di realizzare un docu-film sulle orchidee spontanee del Gargano?

VT: L’idea è nata un po’ per caso (non sono un esperto di natura in generale), è nata dal desiderio di valorizzare alcune peculiarità del nostro territorio. Le orchidee, oltre a essere una risorsa del Gargano (anche turistica) permettevano di girarlo un po’ tutto e mostrare anche il paesaggio Garganico (coprotagonista del documentario, assieme alle stesse orchidee).

R: Come si sono svolte le riprese? Quanto tempo sono durate?

VT: Le riprese sono durate all’incirca 18 mesi e si sono svolte in accordo con la fioritura che rispetta tempi piuttosto precisi. Nei pochi mesi in cui non ci sono le orchidee (dicembre – prima quindicina di febbraio) ci siamo concentrati sulle interviste ai testimoni che non smetteremo mai di ringraziare (il prof. Nello Biscotti, il Dott, Forestale Giovanni Russo, La prof.ssa Angela Rossini e il fotografo naturalista ed esperto di orchidee Gino Palladino). Il lavoro di preparazione e ricerca, invece, che ha preceduto la fase di produzione, è durato all’incirca 8 mesi.

R: Quali sono i punti focali del documentario, gli elementi che lo contraddistinguono? Come e promozione del territorio: hai trovato entusiasmo e interesse da parte delle istituzioni e degli enti turistici garganici e della Regione?

VT: Come dicevo prima, i punti fondamentali sono le orchidee stesse (per certi versi oggetti piuttosto misteriosi per me, profano, ma anche per gli esperti stessi) e il paesaggio Garganico. L’idea era quella di dare una prospettiva diversa del nostro territorio, una prospettiva dal basso se pensiamo a quante riprese sono state realizzate ad altezza di orchidea, quasi fosse il loro punto di vista. Ci si rende conto così di un patrimonio nascosto che rischiamo letteralmente di schiacciare ad ogni passo.

Abbiamo inoltre avuto feedback piuttosto positivi dal Parco Nazionale del Gargano e dalla classe politica locale. Ci siamo però mossi in autonomia, autoproduzione più con sponsor privati e donazioni per poter coprire le spese di gestione. Le orchidee non potevano aspettare bandi pubblici o cose simili…

                                                                                                                     

R: Il Gargano, come altre zone della Puglia, rischia di essere conosciuto ed apprezzato soprattutto per mete turistiche “di massa”. E’ invece importante puntare a queste “chicche” del territorio per rilanciare e valorizzare il territorio a 360°: cosa ne pensi? Pensi che la Puglia sia pronta per un discorso del genere, con la promozione di luoghi e itinerari diversi dai soliti?

VT: Credo che ci siano tutte le potenzialità per farlo. Il documentario va proprio in questo senso: dare un punto di vista diverso. Se ci fermiamo al solo caso delle orchidee, fioriscono da febbraio a settembre (e ci sono molti turisti, soprattutto stranieri, interessati a questo tipo di itinerario turistico). Abbiamo incontrato, inoltre, esperti, botanici e appassionati che amano davvero il territorio.   Rappresentano però una voce ancora troppo debole per avere un peso specifico nei luoghi dove si decide il futuro… nostro ma soprattutto dei nostri figli.

R: Nel girare il documentario con lo staff (tra l’altro pugliese) avete incontrato qualche difficoltà? Se sì, di che tipo? Quali sono stati invece i vantaggi di aver lavorato in questa splendida e accogliente zona della Puglia?

VT: Le difficoltà ci sono sempre; la prima è di natura economica. Non avendo usufruito di finanziamenti pubblici abbiamo fatto quello che si dovrebbe sempre fare in ambito di produzione video; gestire con parsimonia il pochissimo capitale a disposizione. La seconda difficoltà è stata di natura sanitaria: l’ emergenza covid ci ha colpito la scorsa primavera, proprio mentre eravamo pronti alle uscite di marzo e aprile, le più ricche in assoluto per quanto riguarda le orchidee. Siamo rimasti bloccati per due mesi e abbiamo dovuto rinunciare a tre uscite programmate.