Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

Cristiana Lenoci

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L’afefobia, un disturbo del nostro tempo

2020-05-28 08:20:50

La pandemia da Coronavirus ha portato drastici cambiamenti nella vita di relazione. Tutti abbiamo subito uno shock molto forte, che ha costretto alla lontananza fisica, nostro malgrado (in quanto non lo abbiamo scelto volontariamente).

In alcuni soggetti, però, la paura che la pandemia ha portato con sé potrebbe non scomparire facilmente, condizionando le abitudini di relazione anche in futuro.


Con il termine “afefobia” o “aptofobia” (dal greco ἄπτω "toccare" e φόβος "paura") si intende il disturbo sociale che si manifesta con un accentuato disagio nei confronti del contatto fisico, percepito come una sorta di invasione della propria intimità. Spesso alla base di tale problema vi è un trauma non superato o la mancanza di affetto da parte degli adulti durante l’infanzia. 


L’istinto porta chi ne soffre ad attuare un meccanismo di conservazione detto “di evitamento”, allontanando di fatto ogni situazione che implichi il contatto sociale con altre persone. Possono insorgere episodi di tachicardia, problemi di respirazione e attacchi di panico.


Una tecnica efficace che può aiutare a sbloccarsi e uscire da questa impasse è la Bioenergetica, che si avvale dell’utilizzo di esercizi corporei e di meditazione per sciogliere le contratture e le rigidità muscolari, lavorando anche sull’accrescimento della consapevolezza di sé per poter incontrare l’altro.


Non dobbiamo mai dimenticare che il bisogno di relazione è intrinseco in ognuno di noi, e, nell’era dei nativi digitali, spesso è espresso e mediato dall’uso dei social network. Ciò ha creato un divario tra realtà virtuale e realtà corporea. 


E’ quindi necessario mantenere vive le abitudini fisiche, così come è importante saper riconoscere le emozioni (soprattutto la paura, l’ansia, il dolore) perché si ripercuotono inevitabilmente sul nostro corpo, creando sintomi psicosomatici.