Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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La lezione simbolica dell’antica arte giapponese del kintsugi

2019-02-08 15:00:08

Il termine giapponese “kintsugi” significa letteralmente “riparare con l’oro”, e si riferisce all’antica arte giapponese consistente nell’utilizzare un metallo prezioso (oro o argento liquido, oppure lacca con polvere dorata), per rimettere insieme i cocci di un oggetto che si è rotto. La pratica consente di mettere in risalto proprio ciò che solitamente si tende a nascondere, ossia le fratture, le cicatrici dell’oggetto, che anzi lo impreziosiscono dandogli ancora più valore.

Vere e proprie opera d’arte

 

Con la tecnica del kintsugi è possibile realizzare opere d’arte originali e diverse una dall’altra. In base all’antica tradizione giapponese, per riparare gli oggetti si utilizza come collante la “lacca urushi” che si ricava da una pianta, la Rhus verniciflua. Con molta probabilità il kintsugi risale al XV° secolo.

Kintsugi, Metafora della vita

Questa tecnica millenaria suggerisce parallelismi sempre attuali, ad esempio che“Non si deve buttare ciò che si rompe”: un oggetto rotto può sempre essere recuperato ed anzi diventare ancora più bello e prezioso. Ci si deve impegnare a recuperarlo al meglio: questa è un ‘applicazione pratica della resilienza. Se trasferiamo questo principio nella vita, dobbiamo imparare a valorizzare anche le esperienze più dolorose, esibirle senza reticenza o vergogna, perché spesso sono queste ad aggiungere valore alla nostra esistenza. “Indossare” le cicatrici con dignità è un insegnamento sempre moderno che dovremmo apprendere e applicare nella vita quotidiana. Insomma, succede spesso che proprio dalle crepe riesce ad entrare la luce più accecante.