Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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La Cina non è Coronavirus: i luoghi comuni pesano come macigni

2020-02-27 14:19:21

“Ma davvero i Cinesi mangiano i pipistrelli?”. Da quando è scoppiata l’epidemia di Coronavirus a Wuhan questa è una delle domande più frequenti che circolano sulla comunità cinese.La Cina non è affatto vicina, per storia e cultura siamo molto diversi. Ma è ora di sfatare i luoghi comuni!

Con lo scoppio dell’emergenza coronavirus abbiamo visto riaffiorare questi pregiudizi, e non solo. Si sono infatti moltiplicate le aggressioni contro cittadini cinesi accusati di diffondere il virus. Ma io mi chiedo (e voglio condividere con voi #Camers questa riflessione): i luoghi comuni oggi hanno ancora un senso?


Partiamo dal presupposto che esistono dieci, cento, mille Cine diverse, ed esplorarle è come fare un viaggio sulla macchina del tempo. Proviamo insieme a chiarire tre questioni prioritarie.


I CINESI MANGIANO I PIPISTRELLI


Sì, è vero che i Cinesi (in realtà pochissimi) mangiano i pipistrelli. Si tratta di un’abitudine poco diffusa, come quella di utilizzare altre specie di animali selvatici, anche protette, per realizzare farmaci. Tali consuetudini, però, vanno sparendo e sono sempre più osteggiate dall’opinione pubblica e dai movimenti animalisti.


IN CINA ESISTE LA CENSURA


Il discorso sulla censura in Cina è abbastanza complesso. Se da un lato il cittadino medio cinese può accedere ad un’infinità di app e siti in parallelo e in modo indipendente dal nostro, dall’altro la minoranza che sfida la censura ha sviluppato linguaggi cifrati e creativi in grado di superare il setaccio del Governo.


LA CINA E’ LA FABBRICA DEL MONDO


Per molto tempo lo è stata. Oggi la Cina si è spostata da una produzione di quantità ad una produzione di qualità. Sono tanti i settori in cui la Cina sta investendo di più per diventare competitiva sui mercati globali e minacciare il primato americano. La vita quotidiana dei Cinesi è scandita da abitudini per noi avveniristiche. Basti pensare che da anni il denaro contante non si usa praticamente più e tutto si acquista tramite smartphone, con l’applicazione specifica WeChat. I profili degli utenti sono muniti di un QRCode e di un “portafoglio” collegato ad un conto bancario. Scannerizzando i prodotti è possibile effettuare acquisti online o nei negozi e trasferire somme ad altri contatti. Persino i mendicanti hanno sostituito la ciotola per l’elemosina con un cartello in cui compare il loro codice. Sempre più diffuso è il riconoscimento facciale. Negli uffici, ormai, non si esibisce il badge di ingresso, ma è sufficiente uno sguardo nella videocamera. Nei bagni pubblici si usa il riconoscimento facciale per evitare un eccessivo consumo di carta igienica. E per quanto riguarda la privacy? E’ notorio che i Cinesi, in nome della sicurezza, sono disposti a sacrificare la vita privata senza alcuna remora.


QUATTRO LUOGHI COMUNI SUI CINESI


Mangiano i cani”: è vero, ma ormai il consumo di carne di cane è diffuso solo in alcune province del Sud ed è appannaggio di una clientela piuttosto abbiente, perché questa carne è costosa.

Non muoiono mai”: nelle nostre città si vedono pochi anziani cinesi perché, quando invecchiano, preferiscono tornare a morire in patria, seguendo il detto “luoyegugn”: “la foglia che cade, torna alle radici”.

Non sanno pronunciare la erre”: ciò succede perché nella loro lingua non esiste quel suono, che di conseguenza viene sostituito con una “elle”. 

Mangiano soprattutto riso”: non è vero. Anzi, la tradizione culinaria cinese è assai ricca, e prevede l’utilizzo di grano e sapori agro-piccanti.