Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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Imparare l’arte di farsi delle buone domande: come applicarla sul lavoro

2020-04-25 13:01:41

La capacità di porsi delle “buone” domande è essenziale soprattutto in ambito professionale. Il nostro approccio culturale, però, tende però a censurare questo atteggiamento, piuttosto che a dedicare del tempo ad elaborarle.

In realtà è stato riscontrato che ciò che accomuna gli innovatori e le persone di successo è proprio la spiccata propensione a farsi costantemente delle domande “buone”, ossia utili, proficue e interessanti.


A farsi spesso domande sono soprattutto i sognatori, i visionari, oppure i bambini. Da loro dovremmo prendere spunto. Una delle caratteristiche comuni a questi soggetti è la curiosità con la quale guardano il mondo, andando oltre ciò che si vede e chiedendosi spesso il perché delle cose che accadono.


Nel mondo del lavoro la capacità di farsi domande è molto importante, perché è essenziale per risolvere problemi ed essere innovativi in campo professionale.


Come riconoscere una “buona” domanda?


Prendendo spunto da un libro molto interessante, scritto da Warren Berger e intitolato “A more beautiful question”, ho selezionato alcuni concetti e definizioni che permettono di capire quando ci troviamo dinanzi ad una “buona” domanda, e che come tale merita una risposta appropriata.


Una buona domanda contiene in sé un elemento di ambizione ed uno di azione, e ci porta a vedere e percepire le cose in una prospettiva diversa”.

Una buona domanda ci deve stimolare a voler fare subito qualcosa, e ad immaginare dei risultati tangibili che possiamo raggiungere”.


In genere le buone domande sono aperte, iniziano con parole come “Cosa”, “Come”, “Chi”, “Perché”, e non domande chiuse, la cui unica risposta può essere un Si o un No.


Alcuni esempi di domande aperte che potremmo farci per avere qualche spunto utile nel lavoro sono:


“Cosa è importante per me”?

“Come sta cambiando il mio settore o il mio lavoro”?

“Cosa amavo fare da bambino”?

“Cosa faccio quando mi sento particolarmente bene”?

“Cosa dovrei smettere di fare”?