Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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Il naso di Gogol: Riassunto

2020-06-18 15:53:15

L’autore russo Nikolàj Gogol’ è vissuto solo 43 anni, lasciando ai posteri almeno tre opere che vengono ritenute veri e propri capolavori della letteratura russa: “Le Anime Morte”, “Il Revisore” e “I racconti di Pietroburgo”. Ma anche il suo racconto intitolato “Il naso” ha riscosso successo.

Tanto che spesso viene preso a modello di opera stilisticamente perfetta. Sono in tanti a considerare Gogol un maestro di stile letterario, e a giusta ragione. Animo irrequieto e ribelle, questo scrittore non trovò pace durante la sua breve vita.


Il naso” è un racconto cominciato nel 1832 e terminato due anni dopo. La trama è  assai particolare, visto che è la storia di un naso che un giorno si stacca dal viso del suo proprietario, l’assessore di collegio Kovalev, che si accorge di esserne privo mentre si guarda allo specchio. L’uomo, privo dell’organo olfattivo, teme di avere conseguenze nelle relazioni sociali e di lavoro. 


Mentre lui si dibatte in questi dubbi, il suo naso se ne va in giro per la città credendo di essere un consigliere di Stato.


Kovalev tenta in ogni modo di recuperare il naso, ma non ci riesce ed è ovviamente disperato per questo. Poi, un giorno, gli viene restituito proprio dalla guardia che lo ha arrestato mentre tentava di lasciare il suo paese. Una volta riottenuto il naso, l’uomo tenta in vari modi di rimetterlo al suo posto ma invano. Ma proprio quando sta per demordere, ecco che il naso torna da solo dove è sempre stato.


Naturalmente l’episodio accaduto all’assessore di collegio Kovalev suscita ilarità e curiosità da parte degli abitanti del paese, che accorrono subito a vedere il naso nei luoghi in cui viene segnalata la sua presenza.


Il racconto, diviso in tre parti, è un esplicito riferimento alla mentalità razionale e “illuminata” del periodo, che non lascia spazio alla fantasia e all’immaginazione. E invece Gogol, all’inizio della terza e ultima parte del racconto, scrive: “al mondo succedono le cose più inverosimili”.


Nel racconto di Gogol c’è quindi spazio per quei piccoli misteri della vita che restano senza alcuna spiegazione, ma che vanno benissimo così. D’altronde non è possibile pensare che nella nostra esistenza non esista una parvenza di irrazionalità e mistero.


Gogol è riuscito a scrivere un vero e proprio trattato psicologico che parla del delicato tema della follia umana e della sua possibilità di redenzione. E’ una commedia dell’assurdo che prende in giro la società russa ed in particolare la sua folle burocrazia.


A tratti il racconto di Gogol può sembrare addirittura una favola per bambini, e per certi versi ricorda le surreali opere di Kafka. E invece è una arguta critica alla società da parte di un autore, Gogol, che durante la sua vita ha sempre cercato di tirarsene fuori perchè non in linea con la mentalità del tempo. 


Il valore del racconto sta nella sua prosa, nella descrizione dei suoi personaggi e nella prospettiva con cui viene scandita la successione degli eventi. In una parola: geniale.


Cristiana Lenoci per Cultura-Biografieonline