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Guardare un film fa stare meglio: il racconto cinematografico ha valore terapeutico
I film, come altre forme d’arte, riescono a toccare le profondità dell’animo umano, creando emozioni anche molto intense. E’ scientificamente dimostrato che la visione di una storia aiuta a stare meglio, sia da un punto di vista psicologico che fisico.
Perché il racconto cinematografico cura
La narrazione ha valore terapeutico, e questo lo affermò Freud (il padre della psicanalisi) nei primi anni del Novecento, adottando il “setting terapeutico” in cui il paziente si raccontava e il terapeuta lo aiutava a vedere, fra le pieghe del suo racconto, quanti condizionamenti e sofferenze, evitati o rimossi, si potevano celare. Se consideriamo il “racconto cinematografico” una narrazione a tutti gli effetti in cui ci si coinvolge con emozioni diverse, possiamo dire che i film sono strumenti eccellenti per favorire processi terapeutici, in quanto creano una stimolazione multipla, di pensiero, emozione, identificazione. Ciò non significa, però, che qualsiasi film possa avere un effetto positivo: dipende anche dai contenuti e dalla personalità del singolo spettatore.
Ecco come il cinema “tocca l’anima”
Il cinema produce una stimolazione multiforme. I film, da sempre, riescono a produrre emozioni intense, grazie alla combinazione di suoni e immagini in movimento. Una combinazione che si sta affermando nel campo della comunicazione artistica attuale, dove il linguaggio pittorico è spesso sostituito da quello dei video. Il cinema appartiene alla famiglia delle “Artiterapie” e in quanto tale favorisce la guarigione di disagi psico-fisici che incidono sulla qualità della vita delle persone.
Il richiamo dell’inconscio
Avete mai pensato che il buio delle sale cinematografiche ha un effetto diretto sull’inconscio di ognuno di noi? La particolare condizione in cui ci troviamo al cinema permette l’emergere di aspetti inconsci e regressivi. Il buio della sala di proiezione richiama quello dell’inconscio. L’attenzione è concentrata sullo schermo, e tutto lo spazio intorno è nero. In questo modo si riesce con più facilità ad accedere ad un “altro mondo”, quello che il film ci racconta. Per questo motivo la cinematografia si accosta al sogno e ai processi che lo regolano, offrendo similmente un terreno di riflessione ed elaborazione dei propri vissuti emotivi.