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Doomscrolling: quanto fa male la lettura ossessiva di notizie
Ultimamente tante persone sono finite inconsapevolmente nel tunnel del “doomscrolling”.
Questo neologismo anglosassone si riferisce alla diffusa abitudine di leggere in maniera ossessiva le notizie negative, tristi e drammatiche pubblicate sul web. In inglese “doom” significa “condanna” o “sventura”, mentre “scrolling” è la forma verbale, oggi utilizzata anche in Italia, che indica lo scorrere della bacheca di un social o di un articolo online, utilizzando il pollice sullo smartphone.
Tale pratica si è intensificata durante la pandemia da Covid-19, che ha fatto proliferare brutte notizie di ogni tipo: decessi negli ospedali, bambini impossibilitati a tornare a scuola, persone che perdono il lavoro, vari aspetti della crisi economica.
Secondo molti psicologi la lettura ossessiva di news negative è un fenomeno preoccupante, scatenato dall’ansia e dalla paura, che può arrivare a provocare malessere fisico e disturbi mentali, rendendo depressi, stanchi e improduttivi.
Per resistere all’overdose da informazioni, gli esperti consigliano di crearsi una specie di “dieta”, ossia un piano per controllare l’introito di news negative quotidiane. Sarebbe l’ideale ritagliarsi due o tre momenti nella giornata per leggere le notizie, cercando però di alternare anche la lettura e condivisione di contenuti più leggeri, che siano in grado di stemperare l’ansia e dare un po’ di serenità.
Il doomscrolling costringe i lettori in un circolo vizioso di negatività, dovuto alla scoperta continua di nuove “minacce”. A dare fama a questo termine è stata la giornalista americana Karen Ho, che su Twitter ha pubblicato dei promemoria periodici sull’importanza di fare altro rispetto alla lettura di notizie negative.