Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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Chi era Ortensia, la prima oratrice romana: celebre la sua difesa dei diritti delle donne romane

2020-06-23 12:49:46

Nell’antica Roma le donne godevano di ben poca considerazione: a livello giuridico non avevano alcun diritto, erano infatti costrette e sottostare alla tutela di un uomo, prima del padre e poi, una volta sposate, del marito.

Le uniche donne alle quali veniva garantita una discreta indipendenza erano le Vestali, sacerdotesse a cui era anche concesso di entrare nei templi.

Secondo i principi che regolavano l’antica Roma le donne erano inferiori agli uomini per “ignorantia legis” (mancata conoscenza della legge), “infirmitas sexus” (debolezza sessuale), “imbecillitas mentis” (inferiorità naturale) e “levitatem animi” (leggerezza dell’animo).


Ma nel periodo in cui i Romani dominarono il mondo per fortuna ci fu una donna che osò sfidare tali pregiudizi, tutelando i diritti delle donne romane contro un’imposizione di tasse nei loro confronti, ritenuta eccessiva. Era il 42 a.C. 


La donna in questione si chiamava Ortensia, che per l’occasione sfoderò le sue spiccate doti oratorie in difesa delle altre donne, utilizzando argute ed efficaci argomentazioni.


Ortensia era la figlia di Quinto Ortensio Ortale, famosissimo  avvocato e antagonista di Cicerone,  che era arrivato  alle massime cariche diventando console. Egli  aveva  concesso   alla figlia di  avere una istruzione superiore, quella che i romani riservavano esclusivamente  ai figli maschi.


Quando le donne dell’aristocrazia romana si sentirono minacciate dal provvedimento dei triumviri che stabiliva una forte ed iniqua tassazione nei loro riguardi, chiesero ad Ortensia (proprio perché ne conoscevano la bravura, la preparazione ed anche l’arguzia), di rappresentarle in tribunale.


In tale circostanza la donna dimostrò di essere un’abile oratrice perché seppe utilizzare  le argomentazioni del diritto romano secondo il quale alle donne, essendo negato l’accesso al potere ed alle cariche della magistratura, di conseguenza non doveva essere chiesto nemmeno  il pagamento di tasse per il suo esercizio.

In sintesi, furono queste le parole della giovane ma esperta oratrice: “Perché mai le donne dovrebbero pagare le tasse, visto che sono escluse dal potere e dalla vita pubblica?”. 


Con queste argomentazioni Ortensia riuscì a vincere la causa. In pratica, la tassazione fu applicata soltanto su 400 matrone (le più ricche), mentre le altre furono esonerate da tale obbligo.


Purtroppo l’intervento dell’abile oratrice Ortensia, considerata l’antesignana dell’avvocatura femminile, restò un episodio isolato. Nei decenni che seguirono, infatti, i Romani sancirono esplicitamente il divieto di accesso delle donne alla magistratura e alle altre cariche pubbliche.


Basti pensare che tale divieto fu definitivamente eliminato in Italia solo nel Novecento. Ma comunque la figura di Ortensia resta nella storia come la prima donna avvocato che sia riuscita a far valere i diritti delle donne in una società prettamente maschilista come quella romana.