Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

Arriva in Italia la soluzione app-etitosa contro lo spreco

2019-03-13 11:06:55

Cosa succede, ogni giorno, al cibo fresco che resta invenduto nei ristoranti, bar e supermercati? Spesso, anche se buono, finisce nel cestino. Proprio con il fine di “salvare” il cibo avanzato nel 2015 è stata lanciata in Danimarca una start up, chiamata “Too Good to Go” (“Troppo buono per buttarlo”).Si tratta di una applicazione che consente agli utenti di “salvare” il cibo avanzato ad un prezzo scontato di oltre il 60%: basta consultare la mappa geolocalizzata che mostra le attività che aderiscono all’iniziativa.Al cliente, o “waste warrior”, non resta che scegliere, e presentarsi al ristorante all’orario stabilito- di solito verso la chiusura- per ritirare il pasto. Ad attenderlo, c’è un magic box: il contenuto cambia in base alle “rimanenze” giornaliere. Il conto? In Gran Bretagna non deve superare le 4 sterline; in Francia i 5 euro. Una percentuale va agli sviluppatori dell’app, il resto al venditore. “Too Good to Go” al momento coinvolge oltre 17 mila punti vendita (dal panettiere ai grandi gruppi come Carrefour) in 9 Paesi europei, ha raggiunto il traguardo dei 10 milioni di pasti “recuperati”, e punta a raggiungere 50 milioni di utenti entro la fine del 2019. Dopo aver “conquistato” la Spagna, adesso la app arriva in Italia.I fondatori hanno scelto Milano: il lancio ufficiale avverrà il 27 Marzo prossimo. Eugenio Sapora, country manager per l’Italia, 36 anni, torinese, ingegnere aerospaziale, è entusiasta del progetto: “Partiremo con 50-100 attività. Abbiamo trovato una maggiore sensibilità nei posti più piccoli, già abituati a ridurre gli sprechi. Le logiche degli esercizi più strutturati sono invece complicate. C’è chi, per policy, preferisce mostrare il bancone dei panini pieno anche a pomeriggio inoltrato, ma convinceremo anche loro. “. Per ora la sede è un co-working con sei dipendenti (i colleghi europei sono 200). Certo, i pregiudizi non mancano: “Il più duro? Che invenduto voglia dire scaduto. Inoltre, alcuni commercianti temono che possa abbassarsi la percezione della qualità dei loro prodotti. Ma la nostra filosofia non è offrire cibo contato, bensì recuperare ciò che sarebbe sicuramente finito nell’immondizia”.

I numeri dello spreco in Italia

 

100 grammi: è la quantità di cibo sprecato quotidianamente nelle nostre case (dove si ha il 79,9% dello spreco assoluto): 36 chili in un anno, per un costo complessivo di 250 euro a famiglia. A finire nella pattumiera sono soprattutto: verdura e ortaggi, latte e latticini, frutta. La percentuale di Pil italiano che vale lo spreco è di oltre 15 miliardi di euro.