Cristiana Lenoci

Blogger, redattrice web

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Addio posto fisso: ora Micaela e Paolo coltivano zafferano

2019-02-10 12:37:21

Una scelta particolare, difficile al giorno d’oggi, ma che si è rivelata vincente: Micaela Soldano e Paolo Corda, rispettivamente di 35 e 31 anni, hanno deciso di lasciare il posto fisso per dedicarsi alla coltivazione dello zafferano di Monferrato...

Una scelta particolare, difficile al giorno d’oggi, ma che si è rivelata vincente: Micaela Soldano e Paolo Corda, rispettivamente di 35 e 31 anni, hanno deciso di lasciare il posto fisso per dedicarsi alla coltivazione dello zafferano di Monferrato, un’antica coltura piemontese.

Micaela era una dirigente di banca assunta a tempo indeterminato, mentre Paolo era un architetto laureatosi a pieni voti con una carriera già avviata. Da circa sette anni i due coniugi, insieme, gestiscono un’azienda dedita alla produzione e alla coltivazione di zafferano. Quello del Monferrato rappresenta un prodotto tipico del Piemonte, si tratta di una coltura antica che è stata a giusta ragione riscoperta e lanciata sul mercato.

Il terreno sul quale sorge l’azienda di Micaela e Paolo si trova sulle colline astigiane, a circa 40 km da Torino. Paolo, con le sue competenze di architetto, ha ristrutturato il casolare ricavando anche un laboratorio. I campi circostanti misurano circa 2500 metri quadri. La vita in campagna è piuttosto impegnativa: la sveglia è alle 4 del mattino, la raccolta dei fiori di zafferano si concentra soprattutto nei mesi invernali di ottobre e novembre.

Come la coppia stessa racconta, i fiori sono molto delicati e devono quindi essere raccolti uno ad uno. Alle otto del mattino si passa nel laboratorio, dove ogni singolo fiore viene aperto per estrarre lo zafferano e i pistilli, che vanno messi ad essiccare. I fiori vanno raccolti tempestivamente e con molta delicatezza, per evitare che possano marcire. Anche la cura dei campi richiede parecchio impegno: basti pensare che l’erba va pulita filo per filo affinchè non si rovini.

Amici e parenti non hanno subito compreso la scelta della coppia, i genitori in particolare hanno provato di tutto per fargli cambiare idea. Alcuni amici più stretti, però, hanno apprezzato la decisione di Micaela e Paolo e oggi sono i loro più convinti sostenitori. Dopo essere stato coltivato e raccolto, lo zafferano viene venduto attraverso diversi canali: oltre ai classici mercatini della zona, Micaela e Paolo hanno cercato di potenziare il web, con un sito e una pagina Facebook. I due produttori ci tengono a precisare che ogni fase del processo è svolta a mano, senza alcun additivo chimico o mezzi meccanici. “Già dal secondo anno di attività abbiamo cominciato a vedere i primi guadagni”, dichiarano Micaela e il marito.

Oltre a produrre zafferano, l’azienda realizza confetture di more, mirtilli, fragole e lampone. L’esempio di Micaela e Paolo è di monito a tanti giovani che si lamentano per la mancanza di lavoro nel nostro Paese. “Tornate alla terra, molti anziani non ce la fanno a coltivare i campi da soli. Qui c’è posto per tutti”: le parole di questa giovane coppia dovrebbero far riflettere sulle reali prospettive occupazionali nell’agricoltura.

Cristiana Lenoci