maurizio camandona

Founder Senior

Tre giorni con Micheal, un mondo di competenze!

2020-03-10 17:31:23

Camminando per tre tappe con un esperto, riesci ad acquisire un’esperienza, che nessun libro ti può insegnare.

Ero in fase preparatoria al Cammino, come potete immaginare cercavo ovunque informazioni che mi avrebbero potuto dare spunti interessanti per preparare al meglio la mia avventura. 


E' così che, passeggiando su Facebook, ho trovato una pagina (Micheal Zani_Viking tramp) che faceva riferimento ad un ragazzo che, dopo un accadimento della sua vita, aprì un cassetto con dentro un sogno, lo tirò fuori, lo guardò con passione, si mise uno zaino sulle spalle e, senza una meta precisa, iniziò a camminare lungo la nostra Penisola.

Così percorse tutto il nostro Paese lungo la direttiva tirrenica, attraversò lo Stretto e, partendo da Messina, fece il periplo della Sicilia e ritornò a casa a Pieve Vergonte in Val D’Ossola, da dove era partito, passando dalla costa adriatica.
8 mesi e 5.000 chilometri di libertà. Budget per giorno: 5 euro.

Questo è Micheal Zani!

Dovevo conoscerlo a tutti i costi! Così gli telefonai e ci incontrammo vicino a casa sua, in una pausa pranzo. Dopo poche parole, ci trovammo subito in sintonia e cominciò un bellissimo rapporto.

In attesa di Micheal

Ero a Pont Saint Martin la mattina dopo la splendida cena con Cinzia e Ivan, avevo appena finito la colazione ed ero in trepidazione perché dopo poche ore sarebbe arrivato Michael e io non stavo più nella pelle.

È stato pochi giorni prima della partenza che, durante una telefonata, avevo chiesto a Micheal se gli sarebbe piaciuto venire a farmi compagnia durante qualche tappa sulla Via Francigena. Lui, di getto senza pensarci un attimo, mi rispose affermativamente. Ed ecco che arriva.

Decidiamo che il pomeriggio lo passiamo a zonzo per Pont Saint Martin e, con l’occasione, mi faccio aggiustare da un ottico gli occhiali e presento a Micheal i miei Angeli, Cinzia e Ivan. Con loro siamo stati insieme tutto il pomeriggio, durante il quale è nata l’idea di percorrere la tappa che ci avrebbe portato ad Ivrea, insieme. Cinzia e Ivan sarebbero andati ad Ivrea in macchina e poi ci sarebbero venuti incontro e, una volta insieme, avremmo raggiunto Ivrea.

Verso Ivrea

Micheal è stato con me per tre giorni, durante i quali ho avuto modo di imparare tantissime cose su come si affronta un Cammino così lungo. 

Il passo da tenere durante una tappa, l’alimentazione, come gestire le forze durante la giornata, il pensare positivo e così via. Tutti consigli usciti dall’anima con allegria, anche sotto la pioggia, che ha continuato a martellarci per due giorni, sino a Viverone.

Il tratto da Pont Saint Martin a Ivrea è stata una delle più belle tappe dell’intero Cammino. Sarà perché ho avuto a fianco Micheal e mi sono sentito protetto dalla sua esperienza, sarà stata la presenza di Cinzia e Ivan, da metà tappa all’arrivo, ma quel giorno tutto è stato straordinario

Il percorso si snoda a metà costa, sulla parte est dell’ultimo tratto della Valle d'Aosta, poi entra quasi subito in Piemonte e, fra meravigliosi vigneti, laghetti morenici e bellissimi paesini, si giunge ad Ivrea, collocata al centro di un anfiteatro morenico, dove ad est si staglia la Serra Morenica, un altipiano lungo ben 25 km

Ecco che arrivano Cinzia e Ivan.

A metà tappa, sotto il solito acquazzone, vediamo in lontananza due figure vestite con poncho azzurro come noi, che si sbracciano salutandoci; sono Cinzia e Ivan che, dopo essere arrivati ad Ivrea in macchina, sono tornati indietro sulla Via Francigena, per ricongiungersi con noi. 

Ci siamo fermati sotto la loggia di una chiesa, ci siamo salutati calorosamente e abbiamo mangiato qualche cosa insieme. Poi siamo ripartiti per Ivrea per concludere la tappa, con tanta gioia e allegria.

Camminare così non si sente fatica, dolori e momenti di sconforto, perché la mente è sempre impegnata su pensieri positivi e non si rende conto di quelli negativi.

Arrivati ad Ivrea, abbiamo salutato i nostri amici, ringraziandoli per tutto l'affetto che ci hanno regalato e ci siamo immediatamente fiondati all’Ostello Ivrea Canoa Club. Ad accoglierci Loretta e Paolo(il Presidente della Canoa Club).

Persone fantastiche, una più simpatica dell’altro.

L’ostello si trova sopra un’ansa del fiume che attraversa Ivrea, la Dora Baltea. Dalle sue finestre si può vedere il percorso del canale eporediese per la pratica della canoa slalom, dove si svolgono parecchie gare molto importanti, compresi i campionati mondiali.
 Ostello molto organizzato con a disposizione una mega cucina, che abbiamo utilizzato quella sera.

Il secondo giorno con Michael.

La mattina seguente, siamo partiti per raggiungere il lago di Viverone con un abbigliamento che comprendeva anche il poncho. Non pioveva ancora, ma dopo poco, ha ricominciato. Ormai avevo imparato a camminare sotto la pioggia, avevo capito che non era poi nulla di dannoso e che, alla fine, aveva anche qualche cosa di affascinante.

Anche la pioggia durante il cammino, era entrata a far parte della mia zona di comfort!


Ormai, con a fianco Micheal, tutto era diventato più semplice, camminavo come se stessi volando. In questa tappa abbiamo toccato la temperatura di 7 gradi e, nonostante non avessimo un vestiario adatto a quel clima, tutto mi sembrava normale.
Anche quando ci si fermava a mangiare in posti che non avrei mai pensato di utilizzare prima, come il centro di una piazza, la pensilina dei bus o uno scolmatore di irrigazione in mezzo alle risaie, era come se lo avessi sempre fatto

Con il passare del tempo e la vicinanza di Micheal e della sua grande esperienza, stavo iniziando a cambiare le mie credenze.
Iniziavo a lasciare andare parti della mia vita quotidiana che, tante esperienze di vita depotenzianti, tenevano incatenata a regole e costrizioni.


 Tutto diventava più facile, più immediato, più naturale, più vicino alla natura. Ho cominciato ad apprezzare molte cose, che prima non avevo mai sperimentato, come l’assenza dell’orologio, degli appuntamenti e la presenza sempre più importante della libertà.

Una inaspettata presenza

Siamo su un sentiero di campagna, circondati da muretti, prati e coltivazioni, con qualche casa qui e là. Davanti a noi una salita, corta, ma impegnativa. Spingo sulle bacchette da Nordik Walking per darmi maggior impulso e superare la salita più agevolmente.
Pensavo di sorprendere Micheal e passagli davanti con facilità, ma la sua andatura è pazzesca. A guardarlo, mentre cammina con quel passo, sembra sia fermo, sembra che non abbia nessun fardello sulle spalle, esprime la sua potenza senza la minima fatica. Si guarda intorno, con occhi sempre curiosi, come se stesse appoggiato ad un muretto, a godersi un panorama. 

Eravamo a pochi chilometri da Roppolo, la nostra meta. 
Lungo il sentiero che costeggiava, a breve distanza, il lago di Viverone e, mentre ero assorto nei miei pensieri, sento Micheal che mi dice:

-Attenzione Maurizio, fermo!!!-

Percepisco che qualche cosa non sta andando per il verso giusto, mi fermo immobile come una statua e:

-Cosa c’è Micheal?-

-Guarda davanti a te, sul sentiero e stai molto attento-

Abbasso lo sguardo verso il sentiero e, i miei occhi, incrociano quelli di una vipera che stava semi arrotolata in mezzo al sentiero.

Ho sentito un brivido passarmi lungo la schiena e un sacco di adrenalina scuotermi tutto il corpo. Ci siamo guardati per alcuni secondi, che a me sono parsi infiniti, mentre Micheal mi diceva:

-Stai fermo e non fare movimenti bruschi, vedrai che fra un po’ si sposta lei.-

E così fu! Quasi come se fossi trasparente e non le facessi alcuna paura, la vipera con molta calma si srotolò tutta e strisciando, con molta eleganza, si spostò sparendo negli anfratti di un muretto.

Questo fu il primo animale pericoloso con cui ho avuto il piacere di rapportarmi, durante il mio Cammino.
Già da questo primo incontro, mi sono reso conto che gli animali non attaccano mai, se non disturbati. Questo loro modo di fare, ho avuto modo di constatarlo ancora in altri vari episodi che vi racconterò nei prossimi articoli.

Se tutte le accoglienze fossero così…

Roppolo, Villa Emilia, B&B consigliatissimo! Un’accoglienza speciale, difficilmente riscontrabile in altre strutture. Lei è Loretta, accompagnata come un’ombra da Farouk, il suo cane.

Una stanza molto curata e arredata con gusto, molto accogliente e calda.
Loretta, una spettacolare visionaria, ha fatto di questo B&B, un punto di ritrovo per Pellegrini visitatissimo e apprezzatissimo (se volete provarlo vi consiglio di prenotarlo per tempo) e ad un 
prezzo convenzionato! 

Tutto ha un inizio e una fine.

Ancora una tappa con Micheal, per arrivare a Santhià e poi lui tornerà a casa. Finalmente un percorso senza pioggia, con un sole che comincia a riscaldare, come dovrebbe fare alla fine della prima settimana di maggio.


Abbiamo iniziato a camminare in pianura, siamo entrati in Val Padana, fra risaie, prati e radi alberi, posizionati lungo gli argini dei canali di irrigazione o isolati in mezzo alla natura. Una tappa abbastanza breve, una ventina di chilometri, e siamo arrivati alla stazione ferroviaria di Santhià, dove Micheal è salito su un treno e, con mia grande tristezza, è tornato verso casa

Un saluto con un lungo abbraccio, mi ha fatto capire quanto un obiettivo comune, possa far entrare in totale sintonia due persone che si sono conosciute solo pochi mesi prima., 

Dopo tre giorni di Cammino in compagnia, da domani riprenderò da solo la Via Francigena. Avrò sicuramente da pensare a tutti i consigli che Micheal mi ha elargito durante queste giornate, ma soprattutto dovrò riappropriarmi della mentalità del cammino solitario.


Dovrò relazionarmi esclusivamente con la mia mente.

Tutte le decisioni saranno a mio carico 


Ce la farò o torneranno gli incubi e le paure delle prime tappe? 
 
Lo potrete scoprire seguendomi ancora, sul prossimo articolo.


Non mancate!!!