maurizio camandona

Founder Senior

Sole, acqua, felicità, disperazione.

2020-01-18 15:04:35

I miei primi 28 chilometri li ho percorsi in uno stato emotivo molto contrastato. Un tempo atmosferico non favorevole e, di conseguenza, un mio abbassamento di energia, hanno determinato una giornata molto difficile.

Mi sveglio presto, sono un po’ frastornato, ma riposato! Sarò l’effetto di un piccolo cerotto che mi sono applicato ieri sera? Non so, l’importante è che sto bene! Le gambe leggermente affaticate, ma quasi niente acido lattico. Effetto di un altro cerotto applicato? 


Mi viene in mente che oggi dovrò affrontare i miei primi 28 chilometri, ma non mi impressionano più di quel tanto. Mi lavo, preparo lo zaino, lo infilo sulle spalle e via per le strade di Aosta in cerca di cibo

Ho una fame piuttosto importante, mai provata prima (dell’alimentazione parleremo in un prossimo articolo). Trovo una pasticceria, compro una fetta di crostata, che mai avevo visto prima per la quantità di marmellata! Poi supermercato per lo spuntino di mezza mattina e per il pranzo. Felice e con lo zaino che pesa mezzo chilo in più, entro in un bar e mangio, l’immaginabile.

Inizio ad affrontare una tappa impegnativa.

Parto, il cielo è perturbato, ma con ampi spazi di sereno. Sono felice, mi sento forte e motivato. Non potrei chiedere di meglio, le gambe vanno da sole, la fatica non la sento, il cervello risponde sempre in maniera positiva, così che, dopo i primi quattro chilometri, mi fermo per fare la prima diretta su Facebook del mio Cammino.


Come vi avevo accennato in un o scorso articolo, fra le tante cose che ho predisposto, per la preparazione di questa mia avventura, c’è stata anche l’apertura di una pagina Facebook, che si chiama “Zio Mauri”, (vi invito ad andarla a visitare e, se volete, a mettere un Like).


Essendo la mia prima diretta, ero molto emozionato e non sapevo cosa dire. Avrei voluto esprimere tutta la mia gioia per quello che stavo compiendo, ma non riuscivo a mettere insieme neppure una frase compiuta

A volte ci vuole proprio poco!

Poi, con mio grande stupore, ho visto che erano collegati molti amici e questo mi ha dato la forza di mettere insieme un paio di frasi correlate fra loro e con un senso logico. 

Anche in questo caso, la paura di sbagliare, il giudizio degli altri, la mancanza di sicurezza e altro, possono portarti ad una completa paralisi mentale; nello stesso tempo, lo scoprire una cosa positiva (gli amici che erano inaspettatamente presenti alla diretta), mi ha permesso di cambiare immediatamente focus e riprendere il controllo di me stesso.  


Che magnificenza il nostro cervello!


Basta saperlo gestire e ti propone risultati straordinari.
Sì, adesso mi direte che non è così facile. Avete ragione, non è facile, ma è semplice, bastano pochi strumenti, un po’ di impegno e il gioco è fatto.

Inizia a piovere.

Verso la fine della diretta, ho cominciato a sentire qualche goccia, che nel giro di pochi minuti, si è trasformata in scroscio.


Chiusa velocemente la diretta, mi sono attrezzato per la pioggia, indossando il poncho e, con l’energia che stava diminuendo, ho ripreso il cammino. Era la prima volta che camminavo sotto la pioggia su un percorso a me sconosciuto e la mia mente ha iniziato a chiedersi se ce l’avrei mai fatta a percorrere i rimanenti 24 chilometri, in montagna e fra i boschi. 

Insomma, come già successo, la PAURA si era palesata un’altra volta. 


Cari amici Camers, vi devo confessare che è stata una delle tappe più brutte e impegnative di tutte quelle che ho percorso durante il Cammino. Vi basti pensare che nei restanti chilometri, ha piovuto sempre, intervallando ben nove temporali

Durante quella giornata, la mia mente è stata attraversata da tantissimi pensieri e tutti negativi; a fatica sono riuscito a contenerli con un dialogo interno positivo. Più il tempo passava, più la stanchezza cresceva, più i temporali si susseguivano, meno il mio cervello recepiva i segnali che gli inviavo

Volevo interrompere il mio sogno

Passavo da momenti di euforia, pochi a dire il vero, a propositi tipo quello di fermarmi nel primo paese che incontravo, cercare un Hotel, farmi una rigenerante doccia, un lauto pasto e prendere il primo treno per Lomazzo il giorno dopo.  


In altri momenti, pensavo che prima o poi, sarei scivolato sul sentiero, ormai intriso di acqua e molto scivoloso, rotolando per decine di metri nella ripida ripa che avevo costantemente alla mia destra, o dentro ad un Ru, ruscello adibito all’irrigamento, che mi ha accompagnato per tutto il percorso, alla mia sinistra. 


Ho pensato anche che avrei potuto incontrare un animale selvaggio che mi avrebbe fatto del male o che mi sarei potuto rompere un arto, cadendo lungo il percorso. 

Allora ce l’hai fatta!!!

Invece, piano, piano, superando momenti difficili, passando attraverso boschi in salita, pratoni in discesa (chissà che bei panorami sarebbero stati se ci fosse stato il sole), temporali con lampi e tuoni che arrivavano da tutte le parti, sono arrivato, ormai al tramonto, a Chattilon


Ero bagnato sino nell’intimo dell’anima, della coscienza e della mente!


Aah! No, no, non intendevo l’intimo che avete pensato, anche se a dire il vero, non indossavo più nulla di asciutto!


Ma come sempre accade nella vita, quando una cosa la volete veramente, sapete anche che alla fine vi farà bene, che farà bene a chi vi sta intorno e che potrà fare bene a chiunque. Ci saranno dei momenti brutti, difficili, a volte al limite della sopportazione, ma poi apparirà un avvenimento che ti farà capire che stai facendo la cosa giusta, che ti farà dimenticare la sofferenza e vedere tutto roseo.

E così è accaduto anche quella sera

La locanda in cui avevo prenotato la notte, aveva l’entrata attraverso un bar. Mi affaccio all’ingresso completamente gocciolante, mi scuso per essere così bagnato e chiedo di poter entrare. 

Avuto il benestare dal barista, con un sorriso che non mi aspettavo, entro e, guardandomi intorno, scorgo, oltre alla persona che mi accoglie, il padrone della locanda, il barista e un gruppetto di persone, circa una decina, intenti a guardare una partita di calcio molto importante, da come sentivo infervorati gli astanti. Mi porto vicino al bancone e, la persona che mi ha ricevuto, mi chiede da dove arrivassi e quale fosse la mia destinazione

La domanda mi fece molto piacere e mi diede un senso di gioia. Avevo percorso gli ultimi 24 chilometri da solo, sotto una pioggia insistente, tuoni e fulmini ogni dove e un senso di insicurezza piuttosto elevato. Finalmente una persona mi aveva rivolto la parola e io avevo l’opportunità di raccontare quello che mi era accaduto in quella difficile giornata.

Mi bastò riferire da dove venivo e la destinazione finale, Brindisi, che tutte le persone che erano in quel bar, compresi quelli che stavano vedendo la partita di pallone, mi si fecero intorno e mi bersagliarono di domande e complimenti per quello che mi stavo accingendo a fare. Mi offrirono anche da bere!


Il mio cuore si aprì istantaneamente, il corpo si rigenerò in un attimo; avevo la sensazione di non avere camminato per così tanti chilometri, di essere asciutto, ma soprattutto di essere felice per quello che stavo facendo.

Basta veramente poco alla nostra mente per passare da un momento di disperazione ad uno di euforia.

È proprio su questa capacità che abbiamo, che dobbiamo lavorare intensamente se vogliamo stare bene. Se sei in un momento di difficoltà, non bisogna continuare a pensare negativo! Dobbiamo sforzarci di essere positivi, spostando la mente su situazioni diverse da quelle che stiamo vivendo.
Insomma, dobbiamo vedere sempre il bicchiere mezzo pieno


FACILE? NO DI CERTO!


Ma questo modo di gestire la mente è stata la mia salvezza sulla Via Francigena.

Questa seconda tappa l’ho iniziata con uno spirito euforico, proseguita sotto la pioggia con l’umore sempre più sfavorevole e finita con allegria e con la consapevolezza che stavo facendo la cosa giusta!

Il mio Cammino è stato tutto un’emozione, alcune negative, altre neutre e molte positive. Un po’ come nella la vita!  


Il Cammino si può definire una metafora della vita, anzi, anche la singola tappa lo è; a tratti può essere favorevole, a tratti ostile.  

Se non fosse così, sarebbe persino noiosa!

Dopo le prime due tappe, la consapevolezza che questo lungo Cammino era alla mia portata, si è consolidata chilometro dopo chilometro.
Mentre mi stavo addormentando a Chattilon, la considerazione che facevo era: “se ce l’hai fatta oggi, non ti ferma più nessuno!”

Nel prossimo articolo, vi parlerò di un’altra emozione che mi ha accompagnato per tutta La Via Francigena. Io le ho dato un nome, “quello che l’Universo ti propone”. 


Vi è mai capitato di incontrare inaspettatamente qualcuno che vi ha indirizzato verso una decisione che era molto tempo che dovevate prendere?

Oppure vedere un’immagine, in un posto che mai ve lo sareste aspettato, che vi ha fatto capire che dovevate percorrere una strada specifica


Sììì??? Succede anche a voi? Oppure, cari amici Camers non ci credete? Non credete alle apparizioni? Non credete ai segnali che arrivano dall’universo? Non credete alle connessioni a distanza?

Bhe! Io invece ci credo e vi racconterò nel prossimo articolo, cosa mi è successo.

Non mancate!!!