maurizio camandona

Founder Senior

Quindi, fra una settimana devo partire….?

2020-01-02 16:47:06

Manca una settimana alla mia partenza e sembra tutto pronto, mi sono allenato, ho acquistato tutto il necessario, ho i biglietti del treno, ho prenotato la prima accoglienza, ma c’è qualche cosa che non va! Non sto bene, ho mal di schiena, mi gira la testa. Bho!!

Manca veramente poco al primo fatidico passo, mi guardo indietro e faccio fatica a pensare che è da un anno che sto programmando questo Cammino, con obiettivi, contro obiettivi e tante altre diavolerie per non dimenticare nulla. 


Sono riuscito ad avere anche un incontro con il Sindaco di Lomazzo, cittadina dove risiedo, appuntamento dal quale è scaturito un Patrocinio, che, con grande emozione, ho portato, in giro per l’Italia, a tutti i Sindaci che mi hanno accolto nei loro uffici.  

Eppure, c’era qualche cosa che non andava!

Quando andavo a camminare per allenarmi, le gambe erano dure, non rispondevano come al solito. 


Ho anche provato a camminare senza le bacchette del Nordic Walking, ma era ancora peggio. 

Durante il giorno, mi capitava di fermarmi senza alcun motivo mentre facevo cose e stavo dei minuti a guadare nel vuoto, quasi fossi un adolescente

In più cominciavo a sentire mele un po' ovunque, la schiena, il nervo sciatico, la testa, le anche, la pianta dei piedi. Molto preoccupato, mi sono rivolto al mio fisioterapista, per capire cosa avrei dovuto fare per risolvere questi dolori.


Visita approfondita, ma a lui non risultava nulla di evidente. 

Poi mi pose delle domande e alla fine mi fece fare tre sedute olistiche.


Risultato era solamente paura, sì avete letto bene:
PAURA!

Sapevo per certo che l’avventura sulla Via Francigena, per 1750 chilometri e da solo, mi avrebbe portato fuori dalla mia zona di comfort molte volte, anzi tutti i giorni.

Ma cos’è questa zona di comfort?

È una condizione psicologica che ti dà un senso di   sicurezza che ti fa sentire a tuo agio senza avvertire paure, rischi o minacce, di qualsiasi genere.

Insomma, è comportarsi come si fa sempre, facendo le cose che conosciamo perfettamente. 

È frequentare le persone che conosciamo, che sappiamo come si comportano e con le quali sappiamo di non correre alcun rischio.

Naturalmente, in questi momenti, mentre incomincia una fase di acquisizione di cose nuove, le nostre sicurezze si abbassano e il nostro cervello tenta di allontanarci (difendendoci) dalle novità, utilizzando la paura


Infatti, se ci pensate bene, ogni volta che dobbiamo fare una telefonata ad una persona che non conosciamo, incontrarne una non conosciuta, imparare un nuovo lavoro e così via, la prima emozione che si impossessa di noi è la paura.


Poi, una volta imparata la novità, il nostro cervello si tranquillizza e la fa sua  inserendola nella propria zona di Comfort


Da questo si capisce come più usciamo da questa barriera, più impariamo cose nuove e più ci evolviamo.

Ma, ritorniamo ai miei dolori.

 
Mi sono reso conto che la paura di dover affrontare il mio Cammino, era tanto forte che la mente ha somatizzato dolori che erano fisicamente inesistenti.  
 

E così sono partito a braccetto della mia paura.

Il programma era questo:
Partenza da Lomazzo in treno alla mattina del 27 aprile 2018, dopo essere stato ad una commovente cerimonia in Comune, con la presenza del Sindaco e da un nutrito numero di camminatori di Lomazzo, che mi hanno augurato il classico “buon cammino”.

Arrivo ad Aosta nel pomeriggio e poi, la mattina dopo in bus, arrivare a Eutrobles, paese sulla strada che porta al passo del Gran San Bernardo, ma, dopo il quale, la strada era chiusa per neve

Sceso dalla corriera, avrei fatto il primo passo del mio Cammino, non prima di aver messo il primo timbro sulle Credenziali ed il primo commento, per poi concludere ad Aosta la mia prima tappa

Rivedendo le immagini che vi propongo, mi sono accorto come ero in tensione ed impaurito

Ve ne potrete accorgere anche voi, se continuerete a seguirmi, confrontando queste immagini a quelle nelle quali si vede solo serenità nei miei occhi.

Il mio primo passo.

Il primo passo è stato completamente diverso da come me lo ero immaginato, avevo iniziato il Cammino, non potevo più trovare scuse, dovevo accogliere tutto quello che mi accadeva, così come l’universo me lo offriva.
Ero frastornato, lo zaino pesava tantissimo, le gambe erano imballate, nella mente passavano solamente immagini negative, dopo pochissimi chilometri avevo male ovunque, piedi, gambe, schiena, braccia e testa. Era tornata la paura!
 

La domanda più ricorrente era: “Ma chi me lo ha fatto fare?”

Sentite cosa dicevo dopo solo 8 chilometri, alla prima sosta per rifocillarmi!

Il dialogo interno.

 Poi, lentamente, mi sono ricordato che il dialogo interno era la sola arma vincente che avevo in quel momento.
Così, ho iniziato a parlarmi in positivo e anche in modo violento.


Vi assicuro che mi sono insultato più volte, mi dicevo che avrei dovuto vergognarmi per come stavo accingendomi ad iniziare il Cammino, dopo tutto ciò che avevo fatto per organizzarlo!


Avevo anche iniziato a capire che non ero proprio solo.


C’era la mia coscienza, la mia anima, la mia persona, la mia mente, la mia muscolatura, il mio apparato osseo, insomma eravamo in tanti e ognuno cercava di tirava dalla sua parte, voleva condurre il percorso a suo modo e con le sue regole


Mi sono reso conto che in questo gruppo doveva esserci un Leader che guidasse tutto il Team; l’unico che potesse prendere in mano la situazione ero io. Dovevo diventare Leader di me stesso!

Questa è stata una delle più belle decisioni che ho preso e messo in atto, nelle prime ore del percorso…e non pensiate che la cosa sia stata facile e che sia stata ripetibile nel tempo. C’era sempre qualcuno che cercava di ammutinarsi, un po’ come nella vita, un continuo su e giù da gestire con tanta energia!

Poi, finalmente, sono arrivato ad Aosta, concludendo la mia prima tappa.

Eccomi ad Aosta, sono arrivato, ho concluso la prima tappa, sono felice come un bambino, vorrei dire a tutte le persone che incontro per strada che cosa sto facendo, non sento neanche più un dolore, sono passati insieme al comparire di una quantità di energia grandiosa


Il tempo meteorologico è stato clemente, anche se sono stato rincorso tutto il giorno da nuvole minacciose. Ho visto panorami bellissimi, che mi hanno riempito l’animo e reso felice.


Sono a letto e ripenso a questa prima tappa con grande emozione, sono strafelice, la paura sembra essere svanita e centinaia di meravigliose immagini mi scorrono velocissime davanti agli occhi.
In meno di due minuti mi addormento come un bimbo!


La prossima tappa, saranno i miei primi 28 chilometri e di montagna.
Come li affronterò!
 

Ve lo racconterò nel prossimo articolo.

 

Non mancate!!!