maurizio camandona

Founder Senior

La voce dell’Universo, durante il Cammino

2020-02-02 14:19:35

A volte l’Universo ti mette al cospetto di avvenimenti che hanno dell’incredibile. Guardi, pensi, sei incredulo, poi le emozioni ti prendono e spesso ti scendono le lacrime!

Dopo aver sistemato per bene lo zaino, lo infilo sulle spalle, saluto il barista, unica persona rimasta di quelle della sera prima e mi avvio verso la partenza della tappa che mi avrebbe portato a Verres. Il cielo era blu e un sole già molto caldo, cercava di mitigare il freddo pungente della mattina.

Dopo pochi passi, giungo in piazza Duc, piccola ma molto carina, da dove si ammira la chiesa di San Pietro, parrocchia di Chatillon. 

Da dove mi trovo, la chiesa sembra situata quasi in paradiso, tanto è ripido il percorso che mi divide da essa. Per raggiungerla, dalla piazza diparte una larga scalinata che poi si trasforma in una stradina, che, sfiorano tetti e comignoli, porta alla Parrocchia. 

Pima di inerpicarmi sulla scalinata, mi infilo nel Gigi’S Bar, che si affaccia sulla piazzetta e mi faccio una luculliana colazione, per poi passare in un panificio a comprare una crostata per la merenda di mezza mattina.

Si parte per la terza tappa.

Così carico salgo i gradini che mi separano dalla chiesa con gran fatica, anche perché comincio a sentire nelle gambe la stanchezza delle prime tappe. Arrivo in cima sul sagrato e, voltandomi, mi godo uno spettacolo straordinario. Appoggiato ad una balaustra, vedo tutto il paese di Chatillon ai miei piedi e la valle da Aosta sino a Verres.
Dopo aver ammirato questa meraviglia e con animo allegro e pieno di energia, mi incammino verso il sentiero per Verres, che inizia alla destra della chiesa.

Sapete cosa ho fatto nel 2016?

Torno indietro di qualche anno, esattamente nel 2016, quando ho iniziato un percorso di crescita personale con una scuola che reputo fra le più performanti in ambito mondiale.
Per merito di questa esperienza e con grande impegno da parte mia, la mia vita di relazione, soprattutto quella con me stesso, è cambiata notevolmente in meglio.  Ho preso coscienza di quanto valgo e di come sia importante vivere l’oggi, lasciando andare il passato (che tanto è passato e non ci si può fare più nulla) e non pensando troppo al futuro (che tanto non si può mai sapere cosa accadrà). Sono anche certo, che questi anni di studio, mi hanno permesso di prendere la decisione di partire per questo Cammino.

Come sapete, in settori come questi, ci sono frasi emozionali che aiutano la comprensione di concetti che favoriscono il cambiamento. Alcune, di quelle che sono state più importanti per me e che mi hanno aiutato a modificare il mio rapporto con me stesso, le potete vedere nelle prossime immagini.

Torniamo a Chatillon

Eravamo arrivati che stavo oltrepassando la Chiesa, quando un pensiero mi ha particolarmente colpito .
Mi diceva:
“Perché non vai a visitare la chiesa?”.

Prima mi sono detto, perché no?
E poi al mio cervello ho risposto:
“Va bene, non insistere! Vado, vado”

Entro nella chiesa e mi ritrovo proprio davanti alla navata principale, scatto una foto di rito, guardo l’altare che avevo di fronte e i colonnati laterali, che dividevano la navata centrale dalle laterali, dove erano ricavate delle cappelle.

A dire il vero, nulla di particolare, una chiesa con la sua storia, ma con niente che mi attirava. Decido di uscire, ma la solita voce interna ribadisce:
“ Perché non vai verso l’altare?”.
Rimango un po’ incredulo della cosa, ma rispondo:
“Va bene, se me lo chiedi così, ci vado!”

Così mi sono spostato sino a sotto l’altare, un’altra foto e, mentre stavo andandomene, un altro comando mi impone di uscire percorrendo la navata di sinistra.

Alla seconda cappella che incontro, trovo un cartello fato da ragazzi dell’oratorio, che mi diceva così:
“Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”

Sapete cosa vuole dire “restare di sasso?”

Mi fermo e rimango senza parole. Come se dentro di me si fosse fatto il vuoto. Non avevo il coraggio di pensare! Il mio corpo mi ha dato un segnale strano. Ho sentito caldo e immediatamente dopo, un gran freddo e tanti brividi che mi scuotevano dai piedi alla testa. Poi il cuore ha iniziato a battermi così forte che pensavo volesse uscire. Mi sono scese anche delle lacrime!

Poi, gradatamente, sono tornato in me, ho capito che era un segnale fortissimo che qualcuno mi aveva dato, non so chi, ma so il perché.

L’ho chiamato Universo e ho capito che mi voleva incitare a far sì che questo Cammino fosse per me il mezzo per fare della mia vita, un CAPOLAVORO.

Con questa certezza nella mente, sono partito con una forza straordinaria, sono arrivato a Verres quasi senza accorgermene e con una leggerezza mai provata. La tappa, nei suoi chilometri iniziali è stata meravigliosa, con uno splendido sole, in mezzo a prati e boschi che mi facevano intravedere che la primavera stava modellando, con nuove foglie e fiori, la rinascita della natura.

La seconda parte, invece, è stata ancora sotto una pioggia insistente e piuttosto intensa, che mi ha messo, anche questa volta, a dura prova; anche se, la scorta di energia che avevo preso alla partenza, è stata sufficiente per non soffrirne troppo.

Facciamo un salto a Fidenza.

 Esco dalla città di Fidenza con il mio fido zaino sulle spalle, in una bella mattina di sole e con una temperatura ormai primaverile e molto piacevole.
Destinazione Fornovo.
Dopo pochi chilometri, mi trovo davanti un segnale della Via Francigena che indicava la direzione verso un certo sentiero ed un altro, che mi avrebbe portato su una strada diametralmente opposta, per raggiungere una chiesa.
Forse memore di quello che mi era capitato a Chatillon e con una vocina che mi diceva di andarla a visitare, mi sono incamminato in quella direzione.

Arrivato davanti alla chiesa di San Tommaso Becket, in località Cabriolo, mi sono accorto che questa volta, il segnale che l’Universo mi voleva dare, era esterno alla chiesa, era nel prato antistante.
Un cartello molto grande recitava: “Noi siamo più della somma di noi!”
 
La forza del Team è la capacità di risolvere i problemi con un interscambio di opinioni, di confrontare idee e risoluzioni, per la costruzione di nuove opportunità. Insomma, se siamo in un Team siamo più performanti e, l’unione delle nostre capacità, valgono di più che se fossero espresse singolarmente.

Un altro segnale dall’Universo

Per me, l’avere trovato un tale segnale in un posto sperduto fra i boschi, è stata una ulteriore conferma di come, questo Cammino, sarebbe stato, l’inizio di un cambiamento importante della mia vita.

Per vostra informazione, la chiesa era chiusa!


Dopo questa seconda, esperienza, ho cominciato ad essere più attento a quello che l’Universo mi metteva a disposizione giornalmente, Sì, perché non c’è stato giorno che non mi sia relazionato con apparizioni, segnali, connessioni a distanza. 

Forse il fatto di essere immerso nella natura tutti i giorni, di non avere impegni particolarmente gravosi per tutta la giornata, non avere bisogno di guardare costantemente l’orologio e così via, mi ha permesso di sentire e vedere tutti i segnali che l’Universo mi inviava quotidianamente


Anche perché sono certo che questi segni li riceviamo sempre e in ogni luogo tutti i giorni, ma, impegnati come siamo con i nostri doveri, non li ascoltiamo, non li apprezziamo, non li capiamo!

Ma loro ci sono.

Nel prossimo articolo, vi dimostrerò che gli Angeli esistono! Mi sono apparsi lungo la tappa che da Verres mi ha portato a Pont Saint Martin.
Una tappa facile, corta, finalmente in pianura, ma per me molto particolare.  

Non credete agli Angeli? No?!? Io ne ho incontrati ben due e vi racconterò come è successo!

Non mancate!!!