Agricoltura & Giardinaggio
Cosa si fa in un Zafferaneto in Primavera?
Ci siamo lasciati a Novembre, con la fioritura ed essicazione del nostro Zafferano, ma poi?
Come abbiamo visto in un precedente articolo, dopo la fioritura e la raccolta dei fiori di Novembre, la pianta di Zafferano continua il suo ciclo vegetativo.Infatti all’inizio della primavera la pianta passa dalla fase vegetativa a quella riproduttiva; da l’impressione di avviarsi verso un periodo di riposo, ma in realtà al suo interno avvengono importanti processi generativi che portano i merisistemi vegetativi apicali a trasformarsi in gemme radicali o a fiore.In questa fase la pianta ha un elevato fabbisogno energetico e idrico, l’ideale sarebbe dunque una stagione primaverile piovosa (ed in questo 2019 direi non manca proprio) .L’acqua, infatti aiuta la crescita dei bulbi neoformati.
Ma cosa c“è da fare operativamente?
Questa è sicuramente la domanda che chi curiosamente si sta avvicinando a questa coltivazione si starà facendo. Bene, le attività principali sono due:
Rimozione delle erbe infestanti
Sicuramente l“attività a cui serve dedicare più tempo è la rimozione delle erbe infestanti.Se è vero che con la primaverail nostro Zafferano si avvia verso il periodo di riposo, è altrettanto vero che in questa stagione c“è la forte ripresa vegetativa di tutte le erbe (infestanti o meno).Ovviamente non possiamo intervenire chimicamente con erbicidi o diserbi! Uno per rispetto della nostra Terra, due per non intaccare la qualità del nostro Zafferano ( tre, daii, non si fà! ..)Quindi questa attività di sarchiatura va fatta rigorosamente e pazientemente a mano o con l“aiuto meccanico nell“interfila.
Concimazione
La seconda attività che impegna in questo periodo è la concimazione.Come abbiamo detto, in questo periodo si ha una fase molto importante per il nostro Zafferaneto, ovvero la separazione e crescita dei nuovi bulbilli.Bisogna quindi mantenere il terreno ricco di sostanza organica (preferibilmente vecchia e matura considerato che sono pur sempre dei bulbi, quindi soggetti a rischi di malattie funginee).
Nelle foto qui in basso abbiamo provato la concimazione con del biodigestato di origine agricola
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