Zafferano - Saffron

Agricoltura & Giardinaggio

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Ciclo biologico dello Zafferano

2018-10-06 08:22:38

Per coltivare lo Zafferano, occorre conoscere bene prima come si svolge il suo ciclo biologico

Ciclo biologico dello zafferano

Queste sinteticamente le diverse fasi:

  1. ripresa dell’attività del bulbo;
  2. germinazione del bulbo;
  3. sviluppo delle foglie e dei fiori;
  4. fioritura;
  5. sviluppo dei nuovi bulbilli;
  6. fase riproduttiva;
  7. raccolta nuovi bulbi

Ripresa dell’attività del bulbo

Questo momento ha inizio con il trapianto e la messa a dimora, che nel nostro paese di norma avviene verso la fine di agosto, inizio settembre. Dall’impianto le gemme apicali entrano in attività e iniziano a svilupparsi.

Germinazione del bulbo

La fase di ripresa vegetativa termina tra fine settembre e i primi di ottobre (in alcuni casi si protrae fino a metà ottobre a seconda dell'andamento climatico). La gemma apicale va a formare un organo cilindrico, una vera e propria guaina protettiva. Le guaine fermano il loro sviluppo in verticale quando emergono dal suolo e si iniziano a formare gli fiori e foglie.

Sviluppo delle foglie e dei fiori

Questa fase inizia nel mese di ottobre e termina solitamente nei primi quindici giorni di novembre. Dalle guaine protettive iniziano ad emergere le foglie, circondate dalle spate, che sono le protezioni dei fiori. Un germoglio fiorale è in grado di contenere dai 2 ai 5 primordi di fiori al suo interno.

Fioritura

La fioritura dello zafferano si verifica da metà-fine ottobre fino a quasi tutto il mese di novembre (a seconda dell'andamento climatico) e coincide con il periodo della raccolta. Ha una durata di 15-20 giorni, periodo chiamato “giorni del manto”.

Sviluppo dei nuovi bulbilli

Subito dopo la fine della fioritura, cioè alla fine di novembre, ha inizio lo sviluppo dei nuovi bulbilli. Questa fase copre un arco di tempo molto lungo, da dicembre a febbraio. In questo lungo periodo la pianta madre ha un’intesa attività vegetativa, con la produzione di foglie e radici. Attraverso queste attività vengono accumulate sostanze di riserva, che servono al successivo sviluppo dei nuovi bulbi. In questo periodo è importante che la pianta trovi nel suolo una buona quantità di sostanza organica, umidità sufficiente e condizioni climatiche favorevoli. A queste condizioni è garantita un’equilibrata e duratura attività fotosintetica. È importante, inoltre, che la presenza delle erbe infestanti sia tenuta sotto controllo tramite periodiche sarchiature. In questo modo non si rischia di ridurre la quantità e la qualità dei nuovi bulbi-tubero prodotti.

Fase riproduttiva

All’inizio della primavera la pianta dello zafferano passa dalla fase vegetativa a quella riproduttiva. La pianta da l’impressione di avviarsi verso un periodo di riposo, ma in realtà al suo interno avvengono importanti processi generativi. Questi portano i meristemi vegetativi apicali a trasformarsi in gemme radicali o a fiore. In questa fase la pianta ha un elevato fabbisogno energetico e idrico, l’ideale sarebbe dunque una stagione primaverile piovosa. L’acqua, infatti aiuta la crescita dei bulbi neoformati. In aree come la Sardegna, dove c’è il rischio che le precipitazioni anche ad inizio primavera siano scarse, è necessario intervenire con irrigazioni di soccorso.

Raccolta dei nuovi bulbi

Tra maggio e giugno l’attività della pianta si riduce, portando all’ingiallimento dell’apparato fogliare e al disseccamento.

Alla fine di questo periodo si raccolgono i nuovi bulbi di zafferano, che serviranno per l’impianto di fine estate.