Valerio Attilio Rossi

Formatore,saggista, divulgatore digitale

Valerio Attilio Rossi

Formatore,saggista, divulgatore digitale

Sovranità monetaria

2018-10-16 07:36:18

Un approfondimento di un tema poco conosciuto che ho studiato a fondo quando ho scritto il mio libro "Game Over! - Le regole del gioco. Preludio per la riìvoluzione in Italia di cui Vi indico i principali concetti augurandomi di esserVi stato utile.

Sovranità monetaria

Definizione: La sovranità monetaria è il potere originario ed esclusivo del popolo di controllare la propria economia tramite la moneta, ovvero il potere dello Stato di “battere moneta”, proprietà del popolo[1a].

Partendo da questo concetto, nel quale è contenuto l’aspetto fondamentale del controllo dell’economia da parte del popolo, che elegge democraticamente i propri rappresentanti, possiamo comprendere come questo principio si sia gradualmente perso in modo esponenziale con l’avvento della moneta unica europea, causando una serie di effetti collaterali che hanno provocato l’aumento del debito pubblico e l’incapacità competitiva nota a tutti.
Ma vediamo, innanzitutto in un contesto storico, come l’avvento dell’Euro abbia generato un cambiamento visibile e concreto.
Nel 1966 fu stampata la cartamoneta da 500 lire. Il fronte rappresenta la testa della ninfa Aretusa.
Era un biglietto di stato a corso legale, non emesso dalla Banca d'Italia ma stampato dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e firmato dal tesoriere del ministero del tesoro. Si trattava, dunque, di un titolo non pagabile dalla Banca d'Italia, ma un titolo il cui signoraggio spettava allo stato e non ad una Banca, come dimostra la dicitura "Repubblica Italiana" al posto di "Banca d'Italia". Detta banconota rimane in vigore fino al 1979.
Ma contemporaneamente rimangono in vigore altre banconote da 1.000 Lire, 5.000 Lire, 10.000 Lire, 20.000 Lire, 50.000 Lire e 100.000 Lire che sono emesse dalla Banca d’Italia.
Naturalmente questi dettagli tecnici sono sempre passati in secondo piano e nel più totale silenzio ma tutto era ancora sopportabile.
La vera novità è arrivata nel 2002 quando, a partire dal primo gennaio, l'Euro é entrato ufficialmente in circolazione, sotto forma di monete e banconote, ad un cambio di 1936,27 lire italiane. Fu l’inizio dell’unificazione di molti stati europei (15 al loro debutto, ed ora 27) che prevedeva una maggiore integrazione economica, di persone, risorse e valori intellettuali che sono stati, poi, in gran parte disattesi, sbilanciando il sistema economico italiano, soprattutto nel settore immobiliare, in modo speculativo nel periodo 2002-2005. Lo stesso sta accadendo ora con una oligarchia formata dall’asse franco-tedesco che rischia di creare conseguenze economiche, ma soprattutto sociali, difficilmente prevedibili ma sicuramente causa di turbamenti che potrebbero, già quest’anno, portare ad una rivoluzione sistemica e sociale epocale.
Di fatto, la mancanza di una sovranità monetaria propria ha spostato il baricentro delle decisioni sulla BCE e sul Parlamento Europeo, impedendo agli stati membri dell’Unione Europea, che si erano illusi di trarre vantaggio dall’unione monetaria, di poter decidere liberamente ed autonomamente le manovre economiche, creando così una condizione di dipendenza che potrebbe invece danneggiarli, fatta eccezione per la Germania e la Francia che potrebbero risultare essere gli unici favoriti. La sovranità monetaria è fondamentale per la ricostruzione di un mercato interno sempre più debole e per evitare una progressiva e inesorabile delocalizzazione delle imprese in paesi confinanti come la Svizzera, l’Austria e la Slovenia, dove le condizioni di tassazione e di costo del lavoro sono molto competitive, la burocrazia è ridotta al minimo e la cooperazione con gli apparati statali è molto efficiente. A questo si aggiungano una serie di servizi, di infrastrutture e una miglior qualità della vita che completano l’offerta a quelle imprese che decidono di delocalizzare la propria attività in tali paesi.
Questo aspetto fondamentale, la cui validità economica e impatto sociale vengono troppo spesso sottovalutati, è un segno preoccupante di oligarchia da parte di paesi e organismi estranei al nostro paese e ai nostri valori storici e tipici che rischiano di essere “messi all’asta” da tecnocrati e politici che non ci rappresentano più, visto il livello di credibilità internazionale che il sistema Italia ha acquisito e delle conseguenti manovre speculative di organismi in grado di condizionare perfino l’esito del nostro prossimo futuro.

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