Il Segreto: Prisca Hartmann Gulienetti. Parte 2
Rispetto a diversi anni fa, oggi il panorama della Moda è sempre più intrinsecamente unito ai mutamenti sociali, ai concetti di pride e self-confidence, cercando, talvolta per marketing e talvolta per sincero barlume morale, di abbattere barriere e stereotipi e proporre un’immagine di “modella”...
Il Segreto: Prisca Hartmann Gulienetti. Parte 2
Rispetto a diversi anni fa, oggi il panorama della Moda è sempre più intrinsecamente unito ai mutamenti sociali, ai concetti di pride e self-confidence, cercando, talvolta per marketing e talvolta per sincero barlume morale, di abbattere barriere e stereotipi e proporre un’immagine di “modella” più veritiera e più ricalcante l’imperfetta realtà umana. Tu sei la sintesi di questo ancora inesplorato binomio tra moda e diabete. Vorrei lasciarti il campo quanto più libero possibile, e quindi ti chiedo semplicemente: cosa ha comportato avere il diabete nella tua vita professionale?
Il diabete nella mia vita professionale è sempre stato un problema, in quanto al contrario di quanto si possa pensare, questo lavoro è molto faticoso a livello fisico.
Spesso vado in ipoglicemia (comunemente “calo di zuccheri”) in momenti importanti come ad esempio durante un casting mentre cammino indossando tacchi alti, durante un cambio d’abiti o proprio mentre mi sto recando di fretta da un casting ad un altro. Andare in ipoglicemia comporta il doversi fermare anche per 20 minuti e riassumere gli zuccheri necessari per riprendersi, è una grande scocciatura perché in periodo di fashion week mi succede di continuo e a stento mantengo la pazienza ; purtroppo in situazioni del genere quando i clienti ti chiamano all’ultimo è impossibile prevedere quello che potrebbe succedere al mio corpo e la cosa mi fa infuriare. Corro da una parte all’altra della città per essere puntuale, ma nel momento in cui mi fermo mi sento morire.
Altrettanto fastidioso è quando lavoro , dove molto spesso non ho orari precisi per mangiare o semplicemente da mangiare non c’è, o al contrario mi capita di dover abbassare la glicemia con un’iniezione di insulina perché sono troppo emozionata , come per esempio qualche anno fa durante la mia prima sfilata . In parole povere la mia vita è un continuo sali scendi di glicemia e da un paio di anni utilizzo un misuratore che mi ha risolto un po’ di problemi , ma a quanto pare ne ha creati di molti: il Freestyle Libre. Questo misuratore è in grado di monitorare la glicemia h24 e si attiva con il cellulare. A parere mio quindi una grande innovazione, ma il vero “problema” come lo definiscono in molti, è che per utilizzarlo è necessario un bottoncino bianco dietro al braccio, un innocentissimo bottoncino in grado di salvarti o comunque migliorare la qualità della vita di una persona diabetica.
A causa di questo piccolo bottoncino bianco ho avuto il “piacere“ di notare quali fossero le reali case di moda serie e professionali. Eh si, perché molte che non sto a citare , sostenevano che questo minuscolo bottoncino fosse in grado di distrarre il pubblico della sfilata o che comunque fosse sgradevole alla vista, ignorandone completamente la funzione medica . Perciò per anni ho dovuto togliere il bottoncino per accontentare i capricci di qualche stilista, e ci tenevo a precisare che per assurdo ho potuto tenerlo indossato soltanto con i più importanti brand per la quale io abbia lavorato, mentre le case di moda più piccole sono state intransigenti. Non sto qua ad allungare il brodo, a malincuore potrei scrivere un libro sui problemi che una diabetica può incontrare nel campo della moda.