Vincenzo Eterno

Founder President

Studiare musica è un gioco 🃏 VINSegno #22

2020-02-01 17:26:51

Heilà Camers 😄 lo so, il titolo può sembrare una provocazione 🐸 ma se hai 4 minuti ⏰ ti racconto come funziona l'apprendimento dell'arte musicale 🎵 Buona lettura qui sotto e 💕Sostenete💕

I bimbi lo dimostrano da sempre.


Centosette lingue sulle centootto disponibili su Google traducono “suonare” e “giocare” con lo stesso termine. Un motivo ci sarà.


Quindi fare musica è come giocare?

Per comprendere facciamo un piccolo passo indietro.


(chissà qual è l’unica lingua che usa due termini diversi…)


Avete mai osservato un bimbo giocare da solo con le costruzioni?

È impegnato, assorto, focalizzato nella sua attività. Potrebbe ridere, canticchiare a volte.

Per lui il gioco è una cosa seria.

Una cosa seria perché lui ha la necessità di creare. Un bisogno viscerale che non può arginare, divertimento allo stato puro.

Libero di assemblare pezzi di realtà secondo ciò che vuole rappresentare e comunicare di sè.

Nessuna regola, si muove nello spazio in maniera del tutto istintiva e interagisce con gli impulsi dell’ambiente secondo un unico parametro: il suo piacere.


Crescendo attraverso l’educazione e i paletti che gli vengono imposti il bimbo perde gran parte di quell’istinto che tanto lo appagava. Viene fatto allontanare dal gioco come fosse una cosa sbagliata, un errore, una cosa poco seria.

Quando per lui era la cosa più seria ma in qualche modo gliel’hanno fatto dimenticare.


E con cosa viene sostituito quel momento così magico e realizzante? Facile, con l’esecuzione!



L'illusione della tecnica.


La sperimentazione libera della realtà, il gioco più divertente cede il passo al “come si deve fare”.

I grandi artisti del passato sono giunti agli onori del mondo facendo arte secondo questi schemi, questi percorsi didattici e quindi dobbiamo ripetere nello stesso modo!”.

Nella realtà nessun grande artista ha mai seguito alcuno step predefinito, si è reso libero ed ha creato giocando con la realtà che pian piano apprendeva obbedendo solo al proprio piacere.

E ogni grande artista lo ha fatto in maniera diversa.

La verità è che tante didattiche dell’arte sono un’ingegneria inversa delle grandi opere per estrarne le regole da insegnare a tutte le generazioni affinché eseguano e rieseguano le cose nel modo “giusto”. Affinchè diventino esecutori e mai artisti.

Coloro che passavano la loro vita solo ad emulare i grandi del passato nel migliore dei casi diventavano figure che ad esempio nella pittura ricoprivano il ruolo dei “copisti”. Tecnicamente eccelsi, artisticamente irrilevanti.


Ecco un dato che finalmente mette un po’ di disordine.

La stragrande maggioranza dei grandi musicisti viventi si muove sullo strumento in maniera accademicamente errata. Per loro stessa ammissione.


Com’è possibile? Allora qual è il modo “giusto”?

Gioco fonte di conoscenza.


Fortunatamente ogni forma d’arte è fatta di gesti lontanissimi da concetti di perfezione.

Diversamente si chiamerebbe scienza.

Riuscite ad immaginare qualcosa di più imperfetto del tratto di un pennello su una tela?


Lo so, state pensando che allora ognuno fa un po’ come gli pare. E curiosamente non siete lontani dalla verità.

Osservando i bimbi giocare vi è mai capitato di scoprirli a trovare soluzioni che il nostro cervello adulto aveva escluso? Il bimbo in quel momento ci ha appena donato conoscenza.

Conoscenza emersa attraverso il gioco.


Ho capito bene?! Attraverso il gioco acquisisco conoscenza?!


Si chiama creatività. Ma non nel significato più conosciuto (e distorto) di “avere inventiva”.

Pensare di dover avere inventiva è l’empasse più grande nel quale viene condotto indirettamente un giovane artista.
Creatività come risultante spontanea dell’interazione libera con la realtà. Lo stesso “gioco” che ha portato alla luce le opere magnifiche dei grandi artisti del passato di cui oggi lamentiamo spesso la mancanza.


Nella musica accade la stessa cosa.

Si viene instradati alle nozioni ancor prima di aver giocato con lo strumento musicale.

Risultato? Zero passione, richiesta di un’abnegazione continua e infine rinuncia se non odio. I migliori tra i sopravvissuti diventano velocisti delle 7 note. Arte? Neanche l’ombra.


Tutto normale. Se manca il gioco manca tutto. Anche la musica.

La musica esiste quando c’è qualcuno felice che suona.

Facile trovare esattamente quella felicità negli occhi degli africani quando suonano perchè per tradizione familiare e di comunità hanno sempre coltivato la musica come gioco.


Pensa la coincidenza.



Vins, e i libri, la storia?


E lo studio? Tutte le regole, la teoria, le grandi composizioni? Come si possono escludere dal percorso di un’artista?


Il gioco è necessità e desiderio. Insegnando musica da una vita ho scoperto che il divertimento che genera il gioco porta naturalmente ad una evoluzione tecnica del proprio suonare.

Da insegnante ho la funzione di rendere riconoscibili da parte del bimbo le proprie scoperte in modo che diventino fondamento del suo vocabolario espressivo.

Fare da specchio al suo gioco e a mia volta giocare con lui per stimolare nuove scoperte.

Un dialogo dove grammatica e ortografia sono frutto della ricerca del bello al servizio di un messaggio musicale che diventerà sempre più articolato e sfaccettato.

Tante delle regole scritte sui libri apprese generalmente in maniera sterile emergono attraverso la sperimentazione libera sullo strumento iniziando a far parte realmente della consapevolezza artistica del musicista.

Ed essendo conoscenza emersa dalla pratica rimangono impresse a vita, pensate mai di dover studiare o ripassare come andare in bicicletta?

E quando la curiosità di andare oltre ciò che ha scoperto da sè porta il giovane artista anche verso fonti esterne di conoscenza avviene il più meraviglioso incanto.

Integrare con le informazioni la gioia di scoprire liberamente la materia fisica aggiunge gioia ad altra gioia.


Ecco che finalmente le nozioni, i libri, le regole, la storia di chi ha scritto la storia della musica fanno il loro ingresso in campo.

Chiamati stavolta dal naturale e maturato desiderio di giochi più grandi e appaganti.

E lo fanno nel modo più glorioso con cui una piccola donna o un piccolo uomo possano rendere grazie davvero ai grandi artisti che li hanno preceduti, assorbirne la loro genialità e dar vita alla più bella musica del mondo.


Giocando.