Vaccini questi sconosciuti

Salute & Benessere

Storie di ordinaria corruzione: la triste vicenda del vaccino anti-epatite B (parte 1/2)

2019-04-11 16:25:57

Era il 1991 quando fu reso obbligatorio il vaccino dell’epatite B in aggiunta agli altri 3 (anti-poliomelite, anti-tetanica, anti-difterica). Direte voi….per fortuna !!!!!! Fortuna certamente, vediamo di chi !!!!

Storie di ordinaria corruzione: la triste vicenda del vaccino anti-epatite B

Era il 1991 quando fu reso obbligatorio il vaccino dell’epatite B in aggiunta agli altri 3 (anti-poliomelite, anti-tetanica, anti-difterica).

Direte voi….per fortuna !!!!!!

Fortuna certamente, vediamo di chi !!!!

L’allora Ministro della Salute, Dott. Francesco De Lorenzo, fece appena in tempo a varare la L.165 del 27/05/1991, quando fu preso con le mani nella marmellata. L’anno successivo, infatti, iniziò un procedimento legale nel quale era accusato, insieme all’allora direttore generale del servizio farmaceutico nazionale, Dott. Duilio Poggiolini, di corruzione, concussione, di aver illecitamente aumentato il prezzo dei farmaci e di aver preso mazzette dalle case farmaceutiche, circa 9 miliardi di lire, negli anni dal 1989 al 1992 (1).

Dopo “appena” 20 anni, nel 2011, finalmente si arrivò a sentenza definitiva che condannava i due al risarcimento di 5 milioni di euro ciascuno per “danno d’immagine” (2).

Per inciso, nessuno dei due è stato radiato dall’albo e sono entrambi ancora medici. Naturalmente il vaccino anti-epatite B è tutt’ora obbligatorio.

Oltre a questo “peccato originale”, intorno all’obbligo del vaccino anti-epatite B troviamo altri dettagli poco noti  che stimolano una riflessione.

Ad esempio risulta singolare la modalità di somministrazione.

In un interessante documento dell’Università di Bologna (3), ad esempio, si raccomanda “prima della somministrazione del vaccino è necessario eseguire un controllo pre/vaccinale con ricerca di anticorpi anti HBsAg. senza indicarne le motivazioni. Come è facilmente riscontrabile questa raccomandazione è sistematicamente disattesa.

Viene poi spiegato che la profilassi prevede 3 dosi entro il primo anno di vita: a 3 mesi, dopo un mese e, l’ultima, dopo altri 6 mesi. La copertura anticorpale viene dichiarata a vita nonostante gli studi si siano fermati soltanto ai successivi 22 anni e la percentuale delle persone cui si potevano ancora riscontrare degli anticorpi specifici era scesa al 63% (4)

Per quanto riguarda le modalità di trasmissione, sono ritenute ad alto rischio la via parenterale (scambio di sangue, trasfusioni), sessuale, verticale (da madre a figlio). Anche se possibile, risulta molto raro il contagio attraverso il contatto di materiali biologici infetti e la mucosa faringea che a sua volta deve presentare delle lesioni.(5)

A conferma di tutto ciò riporto un interessante documento dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che evidenzia le principali cause di contagio. Quella attraverso la saliva non è neanche contemplata (6).

Per quale ragione vaccinare a 3 mesi?

La vaccinazione così precoce inoltre risulta abbastanza incomprensibile dato che in questa maniera la maggiore protezione si ha in un periodo della vita a basso rischio di contagio, mentre, in quello nel quale si inizia l’attività sessuale con un evidente aumento del rischio, si assiste contemporaneamente ad una progressiva diminuzione della protezione.

A conferma di tutto ciò riporto la tabella epidemiologica dell’ISS dalla quale si evince un’incidenza pediatrica bassissima, un prevedibile aumento nelle fasce superiori ai 15 anni e successivo decremento dai 55 anni in poi (6).

Non è tutto.


Continua nella parte 2/2