Uomo Vitruviano

Universo 25: l’esperimento sull'”Utopia per Topi” che portò all’Estinzione della Popolazione

2020-05-03 09:39:03

9 Luglio 1968. National Institute of Health a Bethesda, Maryland. Lo scienziato John Calhoun posiziona 8 topi bianchi in un recinto quadrato aperto in alto per permettere l’osservazione degli animali.

Quel giorno, più di mezzo secolo fa John  forse ha intuito che la popolazione umana mondiale sta crescendo in modo vertiginoso e vuole prevedere cosa possa succedere nel caso in cui l’ambiente naturale diventi troppo piccolo per l’uomo stesso. Sicuramente non lo sa, nel 2020, con una popolazione mondiale di quasi 8 miliardi di abitanti e l’habitat animale drasticamente ridotto un’epidemia virale paralizzerà tutti gli esseri umani sul nostro pianeta. 


I topi scelti come cavie sono i migliori esemplari dell' Istituto Nazionale della Salute Mentale e vengono posizionati in un mondo in cui non è necessario alcuno sforzo per difendersi dai predatori o per procurarsi il cibo, e inoltre sono protetti dall’insorgere delle malattie. Devono solo mangiare e riprodursi


Universo 25, così si chiama la gabbia, ha uno spazio orizzontale libero e tante nicchie disposte nei muri verticali, che possono essere raggiunte dai topi grazie a delle griglie in ferro saldate sulle pareti. Le nicchie sono collegati da 4 tunnel e sono complessivamente 256, un numero di nidi sufficienti a ospitare (teoricamente) 3.800 topi in tutto. La gabbia viene pulita ogni 4 settimane.


La vita all’interno della gabbia è un paradiso teorico. Niente gatti, niente trappole, niente caldo o freddo, e nemmeno il rischio di finire vivisezionati come cavie od oggetto di operazioni con bisturi e siringhe. Nulla di tutto questo. Semplicemente mangiare e riprodursi e infatti il numero di topi inizia a crescere vertiginosamente. 


La popolazione, dopo un periodo di circa 3 mesi di adattamento, inizialmente raddoppia ogni due mesi. Prima 20 topi, poi 40, poi 80 e così via. In seguito la curva di crescita cala un po’ ma la popolazione raggiunge le 620 unità nell’Agosto del 1969, un anno dopo l’inizio dell’esperimento. Dopo 560 giorni, quindi dopo circa un anno e mezzo dal momento in cui furono introdotte quelle prime 4 coppie di topi, Universo 25 raggiunge il massimo della sua popolazione con 2.200 esemplari.


Poi, le cose iniziano a cambiare. I topi vivi superano di molto i ruoli sociali disponibili, e si iniziano a notare delle anomalie comportamentali che diventano via via più innaturali. Alcuni maschi iniziano ad attaccare femmine e neonati. Altri diventano pansessuali, tentando di avere rapporti con tutti i topi disponibili. Le femmine rimaste sole, in pericolo perché minacciate dai maschi, si rifugiano nei nidi più alti portando con sé la prole, alla quale però non sono in grado di provvedere perché impegnate nella difesa del territorio. La stragrande maggioranza dei piccoli viene lasciata morire e nessuno si cura di loro.


In alcune zone di Universo 25 il tasso di mortalità dei piccoli raggiunge il 96%


Altri esemplari all’interno della gabbia, definiti da Calhoun “i Belli”, non si preoccupano di nulla se non di mangiare e lisciarsi il pelo, e sono gli unici che non riportano ferite da combattimenti con altri individui. I gruppi di topi rimasti che girano all’interno della gabbia sono sproporzionati, a volte con 1 solo maschio per 10 femmine oppure di 20 maschi e 10 femmine.


In questa situazione esplose la violenza, il pansessualismo e persino il cannibalismo (nonostante il cibo fosse abbondantemente disponibile), che portò al totale collasso l’utopia di Universo 25.


Dal 600-esimo giorno in poi la popolazione inizia a calare, e l’ultima nascita risale al 920-esimo giorno, il 1° Marzo 1970. L’esperimento termina 5 anni dopo il suo inizio, nel 1973, con la società dei topi che è completamente estinta e l’ultimo topo è spirato.


Quello che doveva essere un paradiso per topi si rivelò un inferno. La società di topi in cui non esistevano esigenze se non quelle di interazioni sociali era collassata, annientata dalla mancanza di ruoli sociali da impiegare a causa della sovrappopolazione, infine distrutta dai suoi stessi membri.


I topi venivano definiti con nomi umani, come “i belli” per quelli che erano tranquilli e non si accoppiavano, i “bevitori sociali” quelli che si affollavano attorno alle bottiglie d’acqua e il collasso della società venne definito: Fogna del comportamento


Tutto questo era un linguaggio poco accademico, ma perfettamente in grado di trasmettere in modo vivido il pensiero del suo creatore.


Le conclusioni di Calhoun furono sconcertanti: non importa quanto sofisticato l’uomo creda di essere, una volta che il numero di individui in grado di ricoprire un ruolo sociale supera largamente il numero di ruoli disponibili, la conseguenza è la distruzione dell’organizzazione sociale


Le conclusioni dello scienziato, discusse e oggetto di approvazione o controversia, scioccarono la comunità scientifica dell’epoca, che era seriamente preoccupata dall’esplosione demografica (durante gli anni del benessere negli anni ’60, ’70, ’80 e ’90 si assistette a una crescita sostenuta, rallentata soltanto negli anni ‘2000) e che non aveva idea di cosa ciò avrebbe comportato.