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Trasforma un’esperienza difficile

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La paura del ritorno

2024-03-03 17:21:00

Ogni paziente oncologico vive la paura del ritorno. Paura delle recidive o paura del famoso “secondo tumore”. Per la mia esperienza è una delle paure che, più di ogni altra, viene vissuta in solitudine. Ed è per questo che ne parlo.

La paura del ritorno è diversa dall’ansia che si prova ad ogni controllo, ad ogni esame, ad ogni visita. 

Ogni esame, controllo, visita genera ansia. La paura è una cosa diversa.

In linea di massima amici e parenti non amano sentirci parlare di ansia o paure, e anche a noi piace cercare di essere spavaldi. Però l’ansia per i controlli è comprensibile, condivisibile.

La reazione è: 

  • capisco, ma stai bene
  • vedrai che va tutto bene

La paura del ritorno, ammesso che abbiamo il coraggio di parlarne, genera invece frasi come

  • Non ci pensare
  • Sono già passati anni…
  • Pensa positivo

Insomma, esprimere l’ansia serve a poco, ma otteniamo comunque una pacca sulla spalla, e qualcuno più attento e disponibile magari si offre di accompagnarci.

La paura del ritorno, se espressa, genera fughe, allontanamento, fastidio.

È paura perché sappiamo che, al momento della diagnosi, ci hanno detto anche quali rischi abbiamo di recidive o tumori secondari, ma non abbiamo ascoltato. Il drago del presente era fin troppo presente e non c’erano neuroni liberi per pensare a ipotetici draghi futuri.

Poi abbiamo letto, partecipato a chat, ascoltato altri compagni di viaggio e abbiamo capito che neanche il trascorrere degli anni ci mette al riparo. Così più passa il tempo, più ci convinciamo che il primo tumore è stato sconfitto, più passa l’ansia perché i controlli diventano meno frequenti, e più l’ansia viene sostituita dalla paura del ritorno.

Non è sempre presente. Anzi: è piuttosto rara e fortunatamente molto incostante.

Però assale all’improvviso, come un tuono o un terremoto.

È inutile cercare dati, statistiche, cercare di capire se o quando potremo dirci al sicuro.

Poi passa, fino alla prossima volta.

Non ci sono molte soluzioni, se non quella di abbracciare la paura e noi stessi. Perché la paura, il buio, sparisce nell’abbraccio.

Serve solo fiducia nella vita. 


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