Trasforma un’esperienza difficile
Il caregiver arrabbiato - Le relazioni che cambiano
Un’altra situazione particolare, ma non rara, che rischia di deteriorare le relazioni, in particolare quella tra caregiver e paziente, ma anche tra familiari, amici e paziente.
Vediamo cosa accade e cosa è possibile fare.
Ogni paziente riceve dal medico prescrizioni e numerose indicazioni: alimentazione, comportamenti, abitudini da instaurare o da abbandonare. Sfido poi chiunque, paziente, caregiver o amici, a non cercare informazioni sul web!
Ed ecco un elenco, più o meno lungo, di cosa da fare, cibi da mangiare o da evitare…
Cosa accade, frequentemente, a questo punto?
Il paziente non segue tutte le indicazioni.
Posso fare infiniti esempi, tutti reali, di situazioni di questo tipo.
- Un amico ha problemi di reni, è a dieta rigorosa, sa che è solo questione di tempo, e neanche tanto, per dover passare alla dialisi. Eppure non rinuncia al ristorante, alla brioche con la crema a colazione, e altre trasgressioni.
- Ad un’amica è stato asportato un melanoma, e ha fatto anche radioterapia. Non rinuncia ad esporsi al sole, per lunghe ore.
- Un altro ha problemi polmonari. È molto attento a tutti gli aspetti della sua vita, prende tutti i farmaci, sempre all’ora giusta, fa ginnastica e lunghe passeggiate, ma dimentica sempre di fare gli esercizi di respirazione.
Le persone vicine al paziente, in primis il caregiver, si arrabbiano, insistono, non capiscono, brontolano, urlano… tutte manifestazioni di preoccupazione.
Il paziente si sente oppresso, non si sente compreso.
E le relazioni si deteriorano, a volte vanno in frantumi.
Bisognerebbe parlarsi, bisogna comprendere.
Dietro ad ogni comportamento, soprattutto quelli sbagliati o incoscienti, di un paziente c’è un motivo, probabilmente inconscio, ma c’è un motivo.
Può essere, certo, una questione di paura o di rifiuto della malattia, o di pura e semplice incoscienza, ma più spesso dipende dalla graduatoria dei valori, assolutamente personali e soggettivi.
Dialogare col paziente e farsi spiegare i motivi di questi comportamenti sarebbe la soluzione ideale, ma non è sempre percorribile.
Allora diventa essenziale il cercare di comprendere, mettersi nei panni del paziente, usare l’empatia, e accogliere le sue motivazioni.
Se riusciamo a capire e accogliere, spesso, diventa più semplice aiutare.
E, in ogni caso, comprensione e accoglienza evitano arrabbiature, liti e fratture delle relazioni.
Con un’avvertenza: comprendere e accogliere non significa fregarsene, ma avvicinarsi maggiormente all’altro.