Trasforma un’esperienza difficile
Il Caregiver e le feste
Non c’è festività per il caregiver
Essere caregiver significa, pressappoco, essere impegnati 365 giorni all’anno: dipende dalle situazioni, e dalla persona di cui ci si prende cura.
Tra parentesi, una riflessione.
Colui che dà cure viene chiamato caregiver o, in italiano, badante. Ma colui che riceve le cure? Paziente o malato. C’è un’incongruenza che rivela, come fa sempre il linguaggio, un’abitudine di pensiero. A volte il paziente è semplicemente un anziano, o una persona fragile, o con problemi di autonomia, ma non è necessariamente malato. Pensiamoci bene: questo è uno dei modi per escludere chi non rientra in determinati standard di supposta normalità. E forse e dediti, spesso in modo imbecille, al politically correct, dovrebbero riflettere su quanti modi esistono di escludere, ghettizzare, bollare le persone, invece di perdere tempo snaturando i testi dei classici o delle favole!
Ma torniamo all’argomento di oggi.
Non c’è festività per il caregiver.
Talvolta (a me succede) il non poter partecipare al tradizionale pranzo di famiglia, non poter andare dai miei fratelli, mi fa dire che no, non importa che sia Natale, o Pasqua, in fondo è un giorno come un altro.
E invece no.
È quando la vita si fa difficile che bisogna punteggiarla di cose belle.
Quando mi sono trasferita a Milano per lavoro (ormai 40 anni fa) vivevo da sola e spesso le giornate in azienda erano davvero dure. Tornavo a casa tardi, e stanca. Il pensiero era: mi mangio un panino e vado a letto a guardare la TV.
E invece no. Più la giornata era dura, più mi coccolavo, arrivando ad apparecchiare la tavola di tutto punto, cucinandomi (o scongelando) i piatti preferiti, poi un lungo bagno rilassante e profumato e solo dopo a letto, dopo essermi scrollata di dosso il peso della giornata faticosa.
È importante scandire il tempo, e le feste servono a questo, ed è importante dimostrare a noi stessi che ci vogliamo bene. Così come è essenziale eliminare lo stress accumulato durante la giornata.
Si pensa di salvare tempo con un panino e via, invece si finisce con sciocche abbuffate consolatorie o senza cibo nutriente. E invece no.
Quello che può sembrare un grande sforzo all’inizio può diventare una sanissima abitudine. Invece di buttarsi a letto stravolti, e magari avere gli incubi, bisognerebbe ritagliarsi qualche minuto per mettere a terra le tensioni. Basta poco, sai.
Quindi, Caregiver, cosa farai per te stesso nei prossimi giorni di festa?