Capisco che devo cedere: ne so abbastanza da conoscere i rischi. Ora mi chiede il consenso informato, dopo avermi debitamente spiegato l’intervento. Mi racconta che non si sa bene, una volta iniziata l’operazione, quale situazione si presenterà.
Ci sono parecchi rischi, e la sua obesità è un grosso rischio aggiuntivo. Potremmo dover togliere anche parte dell’intestino. In ogni caso avrà delle aderenze, dolore per lungo tempo ed alte probabilità di blocchi intestinali.
Mi sa dire, in linea di massima, quanti giorni dovrò passare in ospedale?
Non si può sapere, dipende dalle complicazioni che ci saranno.
Che ci saranno, non che potrebbero presentarsi. Che ci saranno, come se fossero certe.
Stanca, preoccupata, dolorante, esasperata, reagisco male. Mi sento peggio di quando ho dovuto affrontare l’operazione per il tumore: lì avevo introno un’equipe di medici protettivi e rassicuranti. Qui ho di fronte un terrorista.
Ma Lei ha mai sentito parlare di comunicazione medico – paziente? Sta cercando di terrorizzarmi quando dovrebbe informarmi e rassicurarmi!
Quelle sono tutte fesserie per medici alle prime armi. Io, vede, ho i capelli bianchi, trent’anni di esperienza, e tutta quella roba non mi serve.
Eccolo, il mio Idiota Galattico. Le successive conversazioni saranno altrettanto angoscianti e terrorizzanti.
Non so se avesse un obiettivo, ma ha ottenuto un risultato: dubito fortemente dell’utilità del mio lavoro, dubito della mia chiamata, del mio proposito di vita.
Ha davvero senso dedicarsi a quello che sto facendo, con impegno, ore di studio, passione?
Come guardiano della soglia è potente. Ho ancora dubbi, che cercherò di chiarire in queste settimane di convalescenza.
Tu che leggi, hai consigli per me?