Tiziana Coco

Founder Starter

L'innata musicalità del bambino (parte seconda)

2018-11-20 02:15:07

Cari e preziosi camers..dove eravamo rimasti? Siamo giunti ad una certezza se ricordate, una certezza rafforzata anche dalle vostre preziose testimonianze. Il bambino è l'essere più musicale che esista al mondo! Ci siamo lasciati con una domanda..che cosa allontana il bambino "ex feto prodigio" da questo linguaggio non linguaggio così prezioso? Mettetevi comodi perché quello che vi dirò non vi piacerà…noi :( Ma non temete...nulla è perduto!

Il fatto è che nel fare musica entrano in gioco sia attitudini innate, sia i profitti generati dall'assorbimento di stimoli musicali di qualità fin dalla nascita.

  • Il bambino nasce con determinate potenzialità che si sviluppano o al contrario, si affievoliscono a seconda degli stimoli che l'ambiente è in grado di offrirgli nei primi anni di vita, così l'attitudine musicale si sviluppa fino a circa i 9 anni di età e in modo particolare nei primi 3 anni di vita l'assorbimento di stimoli musicali di qualità potrà incidere sulle future potenzialità di apprendimento.

Alla luce di quanto detto, riveste un'importanza fondamentale il fatto che il bambino possa vivere i suoi primi anni di vita in un ambiente in cui gli adulti attorno a lui ascoltano musica con piacere, lo lasciano libero di partecipare e di condividere momenti di ascolto assecondando le attività e le risposte naturali e sequenziali.
Un nostro amato camer Alessandro Coco , il fratellino arrivato più di dieci anni dopo me ed Antonio, lo mettevo sopra il pianoforte col dondolo quando suonavo da ragazzina, ignara che stavo dando al nuovo arrivato una grande possibilità di ascolto attivo e che stavo contribuendo allo sviluppo del suo prezioso orecchio musicale!

Spesso gli adulti valutano il grado di attitudine musicale del bambino in base al suo rendimento nell'intonazione o nella capacità di sentire con naturalezza il ritmo, si deduce immediatamente che è portato musicalmente se le risposte saranno positive e in caso contrario si tende ad escluderlo.
Ma è un grave errore perché non si tiene conto del fatto che esattamente come avviene nel linguaggio parlato, ogni bambino ha i propri tempi e che spesso chi è definito "stonato" è semplicemente non ancora accurato nella produzione vocale dei suoni, così come tutti noi siamo stati approssimativi, quindi poco accurati, nella produzione del linguaggio parlato durante le prime fasi di apprendimento della lingua.
Etichettare un bambino come "poco portato per la musica" può indurre a trascurare la sua educazione musicale all'interno della sua formazione generale producendo in questo modo, un'occasione di sviluppo perduta.
Ogni bambino dovrebbe avere la possibilità di sviluppare al meglio la propria attitudine musicale nel rispetto dei proprio tempi e modalità a prescindere dal fatto che possa in futuro diventare un musicista professionista, sarà comunque un individuo in grado di scegliere, ascoltare e produrre musica con partecipazione e piacere.
Se noi adulti non ci assumiamo il ruolo di guida in questo importante processo, il bambino svilupperà una capacità limitata di comprendere la musica e crescerà convinto che la vita e l'arte siano agli antipodi, non avendo avuto l'opportunità di scoprire che l'arte è vita e che la vita è arte.
La musica è una peculiarità dell'essere umano e, al pari di altre forme d'arte e del linguaggio, svolge un ruolo di introspezione, di comprensione, degli altri e della vita stessa e, cosa forse più importante, impara a migliorare la sua capacità di sviluppare e di alimentare la propria immaginazione e la propria creatività.
Quindi è chiaro che il mio intento come docente non è quello di preparare bambini a diventare musicisti professionisti né quello di aiutare i genitori a riconoscere o far crescere geni musicali ma quello di spiegare come si possa condurre il bambino, in modo informale, a comprendere la musica nello stesso modo in cui lo si guida nella comprensione del linguaggio dato che è scientificamente provato che l'apprendimento della musica avviene con modalità molto simili a quelle del linguaggio.
Siate musica per i vostri bambini!

Cantate per loro così come parlate per loro, così facendo ogni bambino potrà imparare ad usare entrambe le qualità della voce con la stessa facilità e voi avrete stabilito due canali di comunicazione preziosi con e per il vostro piccolo.

Purtroppo non è solo raro che gli adulti cantino ma ancora più raro è il verificarsi di un'esposizione del bambino a una buona varietà e qualità di pattern tonali e ritmici e anche quando questo accade non viene mai chiesto loro di partecipare con vocalizzazioni spontanee o di cantare il medesimo pattern con la stessa accuratezza con cui si insegna loro a pronunciare le parole.
Spesso è invece precocemente chiesto ai bambini di cantare una melodia con o senza testo prima che siano in grado di cantare pattern tonali o ritmici e ciò equivale a chiedere al bambino di recitare una poesia prima che sia in grado di pronunciare singole parole, espressioni o frasi.

Eppure è risaputo quanto sia fondamentale che il bambino abbia precedentemente sviluppato la competenza necessaria a usare la lingua in modo personale e creativo per riuscire ad acquisire le competenze linguistiche richieste a scuola!
Il bambino possiede già un ricchissimo vocabolario prima di accedere alla formazione didattica, non sa che Il soggetto della frase si chiama così e perché ma sa formulare frasi accurate e complesse.
La ricchezza del suo vocabolario dipenderà dalla qualità del parlato a cui verrà esposto ma ciò che il bambino avrà già sviluppato è la sintassi!


Il modo in cui lavoro personalmente col bambino sta proprio nel guidarlo a sviluppare la sintassi musicale, saprà che la tonica (il soggetto in musica) si chiama così quando e se vorrà accedere alla formazione musicale ma anche senza di essa sarà in grado di formulare una "frase musicale" pur non sapendo ancora analizzarla.
Il tipo di educazione musicale più diffuso purtroppo prevede che si insegni a cantare al bambino chiedendogli di ripetere i suoni prodotti dall'insegnante.
Si pensi cosa avverrebbe se si pretendesse di insegnare la lingua ai bambini chiedendo loro di parlare soltanto in gruppo ripetendo le parole dell'insegnante: imparerebbero solo ad imitare quello che gli altri dicono senza comprenderne il significato e potrebbero non riuscire mai a creare una frase interamente propria per esprimere pensieri personali.
Personalmente rifiuto di contribuire a formare esecutori meccanici di musica, lotto con il cuore e con la testa per cambiare le cose e porre fine a una didattica musicale che priva i bambini della possibilità di sviluppare la capacità di comprendere la musica in modo che questa diventi un ulteriore canale privilegiato di espressione di sè.
E' tempo di recuperare il valore inestimabile dell'individualità e dei preziosi momenti di condivisione di ogni singola vera storia così che la musica possa essere reale momento di confronto e di crescita di noi stessi attraverso un onesto e personale processo creativo.

Concludo con un video che mi ha emozionato infinitamente e che mi porterebbe a modificare il titolo del mio articolo in "L'innata musicalità degli esseri viventi".

Buona musica camers..possiate goderne in tutto il vostro essere.