Spiritualità & Filosofia
Nulla è costante tranne il cambiamento
Impercettibili, visibili, invisibili, enormi, microscopici, belli, brutti, desiderati o odiati, i cambiamenti sono in costante divenire.
Nel Buddhismo c’è un precetto “Non c’è niente di costante tranne che tutto cambia”.
Come molti di voi sapranno l’essenza del pensiero buddhista ha molto in comune con la fisica dei quanti.
Mi ricordo quanto il Dalai Lama ami confrontarsi con scienziati ed esperti in merito proprio a questo argomento.
Il concetto del mutamento nel buddhismo è chiamato “impermanenza” ( in sanscrito Annica), il cambiamento è inerente ogni cosa fenomenica.
Malgrado sembri facile interiorizzare questo concetto, specialmente dopo la diffusione delle filosofie orientali e della fisica quantistica, noi , in realtà, facciamo molta resistenza ad assimilarlo come dato di fatto.
Spesso le nostre azioni, le nostre prese di posizione, le nostre scelte ne sono la prova.
Partiamo dall'erronea convinzione che solo alcune cose siano destinate a mutare, come l’età, la crescita dei figli, le stagioni.
Tuttavia Il processo di cambiamento racchiude tutto ciò che è fenomenico, in parole povere, tutto ciò che comprende i fenomeni legati alla fisica: materia ed energia.
Siamo propensi a pensare che la maggior parte delle cose non subisca modificazioni, per esempio: posseggo una casa, è un dato di fatto, siamo certi che la casa ci sarà per sempre?
Un terremmoto improvviso o lo scoppio di una caldaia potrebbe far crollare il palazzo, oppure possiamo perderla perché i nostri inquilini non ce la restituiscono. la casa che era un dato che davamo per certo ora è mutato.
Un figlio, pensiamo che ci vorrà bene per sempre, perché lo abbiamo cresciuto e amato, eppure un giorno decide di andarsene o non rivolgervi più la parola per una serie di cause che potremmo non comprendere.
In questo caso soffriremo tantissimo per il rifiuto del nostro amore da parte di nostro figlio, ma non è la sola ragione, nella difficoltà di interiorizzare una verità assoluta come il cambiamento non ci prepariamo ad esso e facciamo l’errore di dare molte cose per scontate.
La sofferenza, di fatto, aumenta in modo esponenziale al nostro contrastare il mutamento che sta avvenendo.
Ora, ipotizziamo di intraprendre un percorso psicologico, per mesi, non percepiamo alcun miglioramento, allora ci interroghiamo sull’utilità di continuarlo, in un dato momento, una situazione che ci è familiare ci accorgiamo di percepirla in un modo differente, ecco che lì in quell’istante abbiamo chiaro che qualcosa non è più come prima.
Perché? Il motivo è che noi siamo abituati a riconoscere il cambiamento solo dopo un’esperienza concreta e visibile. una perturbazione dello stato delle cose è sconosciuta alla coscienza, per cui a noi, fino a quando non avviene il passaggio dall’inconscio al conscio e questo gap avviene in 57 millisecondi.
Viviamo in una realtà dominata dalle leggi che regolano materia ed energia, ogni secondo della nostra vita siamo immersi nelle connessioni con altre entità e con i perturbamenti che vengono creati dal nostro pensiero, come dice lo scienziato Robert Lanza “La realtà esiste solo nell’attimo in cui le immagini della struttura mentale vengono proiettare sulla retina, nel preciso momento ove esiste un atto di coscienza”
Se tutto è energia, per cui onde, tutto è passibile di interferenze ,
noi siamo la fonte dell’influenza sullo stato mentale degli altri e di noi stessi che si modifica nell’istante in cui ci mettiamo la nostra coscienza.
Lo ha spiegato bene il fisico che inventò il termine “Buchi neri” con il suo Principio Antropico Partecipatorio, John Wheeler che insieme a Robert Lanza formularono il principio del “Biocentrismo” , “L’universo si trova in uno stato indeterminato fino a quando non è costretto a definirsi da un osservatore”.
Essere pronti al mutamento delle cose implica un lavoro costante di definizione di noi stessi nel qui ed ora.
Sicuramente non dare nulla per scontato aiuta ad apprezzare le cose di cui facciamo esperienza ogni istante.