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Sistemi radianti a parete e soffitto…

2021-03-20 13:08:58

I pannelli in cartongesso sono tutti uguali? Alcuni consigli per scegliere il prodotto giusto sul mercato.

Ad oggi, per la realizzazione di una parete o di un soffitto radiante ci sono sostanzialmente 3 tipologie di prodotti tra cui scegliere:

I più diffusi sono sicuramente i pannelli in cartongesso, conosciuti anche come sistemi “SANDWICH”. Il motivo è dovuto al fatto che, nella maggioranza dei casi, le contropareti e i controsoffitti vengono realizzati in cartongesso. E quindi, dalla realizzazione di queste strutture all’utilizzo di pannelli contenenti serpentine radianti, il passo è stato breve e rapido.


In questo articolo andremo a svelare le caratteristiche proprio di questi pannelli, scoprendo che non sono affatto tutti uguali!


Da dove deriva il termine “Sistemi Sandwich”?

Il sandwich non è altro che un tramezzino farcito in più strati. Ed in effetti anche questi pannelli sono realizzati tramite l’accoppiamento di due o più strati:

Lo strato isolante (1), applicato sulla faccia posteriore del pannello, è realizzato nella maggioranza dei casi in polistirene espanso dello spessore di 30-40 mm.

Lo strato in cartongesso (2), quello a vista, è una normale lastra che solitamente ha uno spessore standard di 12,5 mm. Ma possono essere utilizzate anche lastre di diversi spessori. Le dimensioni delle lastre, invece, sono normalmente legate (per ovvie ragioni) all’orditura a cui vengono fissate (interasse pari a 60 cm).

La tubazione (3) utilizzata per la realizzazione della serpentina (in cui circola l’acqua di riscaldamento o di raffrescamento) è solitamente in polietilene reticolato, con diametro di 8-10 mm.


ATTENZIONE!! Il circuito realizzato con questa tubazione può essere annegato nello strato isolante oppure nello strato in cartongesso. Ed è proprio questa la caratteristica principale da tenere in considerazione quando si vuole confrontare i vari pannelli sul mercato.



La posizione della tubazione e lo “strato inerziale”

Lo strato inerziale è lo strato a cui è affidato il compito di assorbire l’energia veicolata dall’acqua che circola nelle tubazioni e di trasmetterla rapidamente agli ambienti. Per i nostri pannelli questo strato è rappresentato proprio dallo strato di cartongesso. La velocità con cui avviene questa trasmissione di energia, cioè la cosiddetta “inerzia termica”, dipende ovviamente dallo spessore di materiale (gesso) che circonda la tubazione e che la separa dall’ambiente stesso. Analizziamo l’immagine seguente:

Nel pannello superiore le tubazioni sono alloggiate direttamente nello strato inerziale (cartongesso) e lo spessore che le separa dall’ambiente è ridotto veramente al minimo: rapida attivazione e bassissima inerzia termica.

Nel pannello inferiore, viceversa, le tubazioni sono alloggiate in apposite fresature ricavate nello spessore isolante. Ed infatti, per velocizzare l’attivazione dello strato inerziale (cartongesso o gessofibra), in questi casi si ricorre solitamente a speciali lamine metalliche (“diffusori termici”) che aiutano ad aumentare la superficie di contatto tra tubazione e gesso o fibrogesso. Rimane comunque uno spessore di materiale, tra il tubo e l’ambiente a cui trasmettere l’energia, superiore a quello che caratterizza il pannello descritto in precedenza.


Consigli per il confronto tra più pannelli radianti in cartongesso

  • Il primo elemento da valutare è proprio il metodo di attivazione dello strato inerziale. La tubazione è alloggiata nello spessore isolante o nello strato di cartongesso? Qual è lo spessore di materiale che separa il tubo dagli ambienti da climatizzare?
  • Il secondo elemento da considerare è il rapporto tra interasse e diametro del tubo utilizzato per la formazione della serpentina. A parità di tubo, temperatura dell’acqua e superficie pannello, un interasse inferiore garantisce una resa maggiore.

Il terzo elemento da valutare è lo spessore e la tipologia dello strato isolante. Lo strato isolante ha uno spessore di 30 o 40 millimetri? E’ realizzato in semplice polistirene espanso o in polistirene addittivato con grafite? Non dimentichiamoci lo scopo di questo strato: evitare che l’energia possa andarsene verso la direzione non voluta.


Insomma… a prima vista questi pannelli possono sembrare tutti uguali, ma ad un’analisi più accurata si possono riscontrare differenze tecniche apprezzabili che certamente aiutano nella scelta finale. Chiaramente, fatte tutte le analisi, possiamo intuire qual è il prodotto di maggior qualità… ma non possiamo non considerare anche l’elemento finale: il rapporto qualità/prezzo!



N.B. Fonte delle immagini: web


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by Marco Colmari
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