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Impianti intelligenti per un pianeta mig

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Quanto sono preziose le acque meteoriche?

2020-03-26 10:14:17

Ci rendiamo conto di ciò che stiamo sperperando?

In un precedente articolo ho parlato delle acque reflue che dalle nostre abitazioni vengono convogliate verso la fognatura. Abbiamo imparato che all’interno della nostra proprietà ci devono essere obbligatoriamente 2 impianti separati per lo scarico delle acque usate: uno per le acque nere e grigie (provenienti dai nostri apparecchi sanitari) ed un altro distinto per le acque meteoriche.

Il primo motivo di quest’obbligo è dovuto al fatto che non ha alcun senso mandare all’impianto di depurazione finale anche le acque piovane insieme ai liquami cittadini (vedi articolo precedente), in quanto si tratta di acque relativamente “pulite” e la depurazione ha un costo non indifferente. Per rendersi conto di ciò, vi invito a prendere in mano una bolletta dell’acqua e ad analizzare l’incidenza dei costi di depurazione.


Ma esiste anche un’altra motivazione, ancora più importante! 


Se raccogliamo tutte le acque piovane della nostra abitazione (precipitazioni sul tetto, sulle terrazze e sui vialetti o le aree pavimentate di pertinenza) in una rete di tubazioni predisposte a quest’unico scopo, siamo anche in grado di poterle riutilizzare (per la massima parte possibile) anziché indirizzarle in fognatura!

Quali sono i possibili riutilizzi delle acque meteoriche?

Esaminiamo la seguente immagine:

Si tratta di un impianto di recupero acque piovane a scopo irrigazione. L’impianto funziona in maniera molto semplice: tutte le acque meteoriche che precipitano sul tetto dell’abitazione e sulle altre superfici impermeabili (terrazze, vialetti, ecc…) sono convogliate verso un serbatoio di accumulo interrato, passando per un pozzetto filtrante che trattiene foglie o altri detriti. Il serbatoio si riempie fino al livello massimo, che coincide con la sezione del tubo in uscita verso la fognatura. Pertanto, una volta riempito il serbatoio, non esiste alcun problema perché le acque possono continuare il loro normale tragitto… quello che farebbero in assenza di questo impianto. All’interno del serbatoio c’è una pompa sommersa che alimenta una rete di irrigazione del giardino. Praticamente la pompa entra in azione ogni volta che viene aperto uno dei rubinetti di irrigazione.


Una prima implementazione di questo impianto è la seguente:

La pompa sommersa non alimenta solamente uno o più rubinetti da giardino, ma anche una rete di tubazioni all’interno dell’abitazione al servizio delle cassette di risciacquo dei wc. Niente paura… gli sciacquoni sono collegati anche alla rete idrica standard: se dovesse esaurirsi l’acqua piovana accumulata, possono continuare comunque a funzionare. Lo stesso dicasi per la rete di irrigazione.


Vorrei però farvi riflettere su una semplice questione: quante volte al giorno, tutti noi, usiamo lo sciacquone? Almeno 4 volte?


Bene (anzi male!)… ogni volta che lo usiamo andiamo a sprecare 6 litri d’acqua. Una famiglia di 4 persone spreca in un anno una quantità d’acqua potabile pari a 35.040 litri. A quest’acqua dobbiamo aggiungere quella che sprechiamo per irrigare il giardino e per lavare l’auto! Riuscite ad immaginare cosa potrebbe pensare un altro cittadino del mondo, ad esempio in alcune regioni dell’africa o del medio oriente, di un simile spreco di acqua potabile? Direbbe che siamo letteralmente degli scellerati!


Ora immaginate lo stesso impianto di recupero acqua piovana… realizzato al servizio di un condominio:

I 35.040 litri potrebbero diventare 175.200 litri all’anno di acqua potabile risparmiata! Acqua che invece… paghiamo due volte: la prima per la potabilizzazione e adduzione nelle nostre case, e la seconda per la sua depurazione! 

 

Considerazioni finali

Un impianto come quello rappresentato nelle ultime due immagini potrebbe essere realizzato in un edificio di nuova costruzione, dove è possibile prevedere già in fase di progettazione gli opportuni adattamenti all’impianto di scarico acque reflue e all’impianto di adduzione idrica. Per gli edifici esistenti, viceversa, sarebbe già un successo poter realizzare il medesimo impianto con il solo scopo irriguo. 


Comunque… considerato che in Italia, così come in altri paesi europei, è già da molti anni che vengono previsti incentivi fiscali per il risparmio energetico (pannelli solari, impianti ad energie rinnovabili, coibentazione degli edifici, ecc…), sarebbe auspicabile che si cominciasse a pensare a qualche forma di incentivazione anche per quegli interventi volti al risparmio idrico! Ad esempio il Bonus Verde introdotto dall’ultima Finanziaria potrebbe prevedere un raddoppio od un aumento ancora più consistente nel caso di realizzazione di un impianto irriguo associato a recupero delle acque piovane.


Serve a ben poco proclamare ogni anno la cosiddetta “Giornata mondiale dell’acqua”… se poi continuiamo a sprecare l’acqua potabile per i wc!

Vorrei chiudere questo articolo con un piccolo suggerimento per chi non avesse la possibilità di realizzare un impianto di recupero acque piovane “completo” come quello illustrato in precedenza, ma volesse comunque dare il suo piccolo contributo al “risparmio idrico”. 

Quello che viene illustrato nel video che segue, è un intervento molto piccolo che comporta solo una semplice modifica ad un pluviale:

Si tratta di un “recupero modesto”… ma che magari potrebbe valorizzare ancora di più la vostra “terrazza giardino”, dandogli un tocco ecologico più che originale.

A questo proposito, in commercio, si trovano piccole cisterne di raccolta acqua piovana di diverse tipologie e finiture estetiche, adatte ad ogni esigenza. C'è solo l'imbarazzo della scelta!



N.B. Fonte immagini e video: web



by Marco Colmari