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Impianti intelligenti per un pianeta mig

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L'impianto di riscaldamento

2021-04-19 13:21:29

Spiegato in parole semplici... per i non addetti ai lavori!Come funziona e come evitare di chiamare inutilmente il tecnico (Scheda X10.010)


Volete capire qualcosa di più del vostro impianto di riscaldamento? Siete stufi di sentirvi spaesati e a disagio ogni volta che la caldaia o l’impianto hanno qualche problema? Vorreste capire se è davvero il caso di chiamare un tecnico o si tratta di qualcosa che si riesce a risolvere in autonomia? Vi sentite “ignoranti” ogni volta che il vostro idraulico usa qualche termine tecnico per illustrare il suo intervento?
Cerchiamo di spiegare come funziona questo impianto in parole semplici… in maniera che tutti possano gestire al meglio il riscaldamento della propria abitazione, garantendo un corretto funzionamento dell’impianto ed evitando inutili interventi di manutenzione!

L’impianto di riscaldamento, almeno nella versione più semplice o standard, si compone di una caldaia, dei collettori di distribuzione e un certo numero di corpi scaldanti (generalmente radiatori). Si tratta praticamente di un “circuito chiuso”, dove l’acqua che circola è sempre la stessa (chiamata “acqua tecnica”). La pompa di circolazione all’interno della caldaia provvede a far circolare quest’acqua tecnica dalla caldaia stessa ai collettori di distribuzione (tubazioni di diametro più grande) e da questi ai singoli radiatori (tubazioni di diametro più piccolo), per poi richiamare l’acqua nuovamente in caldaia. 
 Nel percorrere questo “circuito chiuso” l’acqua viene fatta passare nello “scambiatore principale” all’interno della caldaia (quello che è graficamente rappresentato con un rettangolo blu e rosso). Si tratta, nella maggioranza dei casi, di un tratto di tubazione alettata e sagomata a serpentina, anche se esistono tipologie diverse e più complesse.

Lo scambiatore è lambito dalle fiamme del bruciatore a gas sottostante (ipotizzando una caldaia a metano) e in questa maniera l’acqua viene riscaldata. Il trasferimento di calore, dalla fiamma all’acqua dell’impianto, è facilitato dalla presenza delle “alette” o “lamelle” che servono unicamente ad aumentare la superficie di scambio calore.

Nell’ambiente più rappresentativo della nostra abitazione è posizionato il cosiddetto “termostato” o “cronotermostato”, dove andiamo ad impostare la temperatura dell’aria desiderata (solitamente la temperatura di benessere è di 20°). Quando la temperatura rilevata dal termostato scende sotto il valore impostato, è proprio questo dispositivo ad inviare alla caldaia il segnale di accensione dell’impianto di riscaldamento. A proposito… la differenza tra termostato e cronotermostato sta nel fatto che con il primo riusciamo a stabilire un’unica temperatura di benessere (esempio: 20°), mentre con il secondo possiamo fissare diverse temperature nelle diverse fasce orarie della giornata (esempio: 20° di giorno e 18° di notte).
Pertanto il funzionamento dell’impianto di riscaldamento si può riassumere, in via approssimativa, nelle seguenti fasi:

  1. La temperatura dell’ambiente in cui è posizionato il termostato scende sotto il valore da noi impostato (solitamente 20°) e il termostato provvede ad inviare il segnale di accensione alla scheda elettronica a bordo caldaia.
  2. La scheda elettronica di caldaia provvede ad accendere il bruciatore a gas (ipotizzando una caldaia a metano) e la pompa di circolazione dell’impianto.
  3. L’acqua richiamata dai radiatori dell’impianto (tubazioni di colore blu) viene fatta passare attraverso lo “scambiatore principale”, lambito dalle fiamme del bruciatore a gas, e riscaldata in maniera da raggiungere una temperatura conveniente (solitamente 70-75°).
  4. L’acqua così riscaldata (70-75°) viene spinta dalla pompa di circolazione verso i radiatori (tubazioni di colore rosso). La superficie dei radiatori raggiunge nel tempo la stessa temperatura dell’acqua e in questa maniera comincia a riscaldare l’aria degli ambienti. Questa cessione di calore si traduce in un raffreddamento dell’acqua all’uscita dei radiatori (solitamente 10° in meno). Ciò significa che la temperatura dell’acqua tecnica in uscita dalla caldaia è di circa 70-75° (tubazioni di colore rosso), mentre al ritorno dai radiatori è di circa 60-65° (tubazioni di colore blu). 
  5. La circolazione dell’acqua nell’impianto di riscaldamento, nonché il funzionamento del bruciatore a gas (ipotizzando una caldaia a metano) continua fino al raggiungimento della temperatura ambiente impostata con il termostato (esempio 20°). Al raggiungimento di tale temperatura, il termostato invia alla caldaia il segnale di spegnimento.


Alcuni semplici consigli per la gestione dell’impianto di riscaldamento

Il circuito chiuso dell’impianto di riscaldamento deve essere logicamente riempito di acqua… la famosa “acqua tecnica”. Per un corretto funzionamento dell’impianto, il riempimento del circuito viene effettuato attraverso il cosiddetto “rubinetto di caricamento”, posizionato sotto la stessa caldaia, fino al raggiungimento di una pressione ottimale (solitamente 1,5 bar). Tale operazione di caricamento va fatta ad impianto spento. Durante il funzionamento dell’impianto di riscaldamento una parte di quest’acqua può fuoriuscire dall’impianto stesso, ad esempio a causa di piccole perdite (solitamente in corrispondenza dei raccordi tra impianto e caldaia, collettori o radiatori), oppure a causa dell’operazione di sfiatamento dei radiatori (vedi punto successivo).

E’ importante controllare periodicamente la pressione dell’impianto di riscaldamento, soprattutto ad inizio della stagione (Settembre / Ottobre), perché se la pressione scende sotto un valore limite la caldaia va in blocco! Pertanto, se la caldaia non funziona, prima di chiamare l’idraulico è bene controllare il valore della pressione dell’impianto ed eventualmente ripristinarlo. Attenzione… il valore della pressione si legge sul cosiddetto “manometro di caldaia”, con scala graduata in bar, e non sul “termometro di caldaia”, che invece serve per controllare la temperatura dell’acqua dell’impianto ed è caratterizzato da una scala graduata in gradi centigradi!

All’interno del circuito chiuso dell’impianto di riscaldamento, con il tempo possono formarsi delle bolle d’aria. Quest’aria tende ad accumularsi dentro i radiatori, soprattutto nella parte più alta dell’impianto ai piani superiori (non dimentichiamoci che una bolla in un recipiente d’acqua tende a salire verso l’alto). A volte l’aria accumulata all’interno di un radiatore può essere in tale quantità da inficiarne il rendimento. Da che cosa ce ne accorgiamo? E’ sufficiente passare la mano su tutta la superficie del radiatore e controllare che la temperatura sia abbastanza uniforme: se una porzione del radiatore è fredda rispetto al resto (ad impianto acceso!), significa che quel corpo scaldante contiene una gran quantità d’aria! Non c’è bisogno di chiamare l’idraulico… è sufficiente far sfiatare l’aria attraverso la “valvolina di sfiato” a corredo del radiatore. La si apre lentamente, facendo fuoriuscire l’aria fintanto che non comincerà ad uscire anche un po' di acqua. A questo punto si ripete l’operazione con tutti i radiatori che dovessero presentare lo stesso problema, e poi si controlla la pressione dell’impianto attraverso il “manometro di caldaia”: avendo fatto uscire una notevole quantità d’aria, l’acqua va ad occupare gli spazi che prima erano occupati dall’aria e pertanto la pressione dell’impianto dovrebbe essere di conseguenza diminuita. Nessuna paura… dobbiamo solo provvedere al “caricamento” dell’impianto, così come spiegato al punto precedente!

Se il termostato o il cronotermostato che comanda l’impianto di riscaldamento è alimentato a batterie, può succedere che la caldaia non parta perché le batterie sono esaurite e il dispositivo non è in grado di inviare alla caldaia stessa il segnale di accensione. Questo può capitare soprattutto dopo l’estate o un lungo periodo di inattività dell’impianto. Perciò il consiglio è sempre lo stesso: prima di chiamare l’idraulico è bene controllare lo stato delle batterie!

Si tratta di semplici e banali consigli, che non possono e non vogliono risolvere tutti i problemi. Però… se dovesse capitarci di rimanere al freddo in una domenica d’inverno (capita sempre la domenica!), adesso potremmo essere in grado di risolvere il problema con il semplice caricamento dell’impianto o magari la sostituzione delle batterie del termostato. La soddisfazione sarebbe impagabile!!!



N.B. Fonte di alcune immagini: web



by Marco Colmari
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