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Impianti intelligenti per un pianeta mig

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Coronavirus…. Inquinamento… Polveri sottili…. Trasporti… Impianti di riscaldamento…

2020-03-18 16:15:23

Spunti di riflessione

PREMESSA DOVEROSA

Tutti i dati statistici che riporto in questo articolo sono estrapolati da fonti ufficiali; viceversa l’ipotesi che ci sia un collegamento diretto tra il comportamento del Coronavirus (andamento dei contagi) e l’inquinamento atmosferico provocato dai nostri mezzi di trasporto e dai nostri impianti di riscaldamento è strettamente personale e non è basata su nessuna ricerca a carattere scientifico.

COME AVVIENE IL CONTAGIO DA CORONAVIRUS?

Quello che abbiamo imparato in questi giorni, attraverso la televisione, è che il virus si trasmette per contatto con la persona infetta o con superfici contaminate, oppure per via aerea, cioè respirando aria che può contenere piccole molecole di vapore (goccioline) vettori del virus (molecole portatrici del virus, immesse nell’aria attraverso il starnutire, il tossire o il soffiarsi il naso):

Dal video si intuisce la motivazione di una delle raccomandazioni che ci vengono imposte: evitare gli assembramenti e mantenere una distanza di sicurezza di almeno 1 metro. 

 

RIFLESSIONE PERSONALE (e sottolineo personale!)

Siamo veramente sicuri che la distanza di sicurezza di 1 metro sia sufficiente? E’ possibile che le polveri sottili (particelle molecolari: PM10 – PM2,5 – ecc…) presenti nell’aria possano costituire, assieme alle molecole di vapore, anch’esse un vettore ideale per il virus? Teniamo presente che le molecole d’acqua si “agganciano” facilmente alle altre particelle sospese nell’aria. Questa ipotesi, del tutto personale, sarebbe suffragata dalle seguenti analisi:

Concentrazione media annuale di particolato PM2,5 nell’aria: dal colore verde (valori minimi) al colore rosso (valori massimi).

Fonte: WHO (World Health Organization)

Fonte: Malaria 2019 – Legambiente


Il valore limite consigliato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la concentrazione di particolato PM10 nell’aria è di 40 mg/mc. Come si può vedere ci sono molte città che hanno un valore medio annuale vicino o superiore a tale limite: Torino, Milano, Brescia, Mantova, Bergamo, Parma, Como.


Situazione Coronavirus al 18 Marzo 2020:

Fonte: Dipartimento della Protezione Civile


Ebbene… esaminando la situazione dei contagi alla data odierna, e considerando come si è diffuso il virus a partire dai primi focolai, colpisce il fatto che i numeri sono cresciuti a livello esponenziale proprio nelle provincie della pianura padana, cioè la zona italiana in cui è assodata la maggiore concentrazione di particolato nell’aria. Quello che mi viene da pensare è che le molecole che possono fungere da vettore del virus nell’aria non siano solamente le particelle di vapore (le ormai tristemente note “goccioline”), ma forse anche le altre particelle molecolari (polveri sottili: PM10 e PM2,5) introdotte nell’aria dalle attività umane (trasporti, industria, impianti di riscaldamento), come evidenziato nell’immagine seguente:

A questo punto la domanda sorge spontanea: siamo veramente tutelati evitando gli assembramenti e rispettando la distanza di sicurezza di 1 metro?

COSA STA SUCCEDENDO?

A causa dei provvedimenti restrittivi per limitare la diffusione del Coronavirus, siamo tutti segregati in casa da più giorni. E’ vero che gli impianti di riscaldamento delle nostre case sono sfruttati per più ore al giorno. Ma è anche vero che rimangono invece spenti gli impianti di riscaldamento degli uffici e di tutte quelle attività lavorative che sono state sospese. I mezzi di trasporto che circolano sulle nostre strade sono ridotti al minimo, come non era mai successo. Tutto ciò si traduce in una drastica riduzione dell’inquinamento atmosferico e del particolato sospeso nell’aria, come è dimostrato dal seguente video, una successione di immagini riprese dal satellite Copernicus Sentinel-5P dall’1 Gennaio all’11 marzo 2020:

Il video mostra, in particolare, la riduzione dell’inquinamento da DIOSSIDO DI AZOTO. Questa sostanza inquinante, così come tutti gli ossidi di azoto, deriva dalla combustione di carburanti (trasporto stradale), dalle attività industriali e dalla combustione residenziale (impianti di riscaldamento).

CONCLUSIONI

Il Coronavirus ha messo in ginocchio il nostro paese. C’è da augurarsi che venga realizzato al più presto un vaccino e che si possa definitivamente sconfiggere questo nemico che sembra al momento invincibile. Nel frattempo l’atmosfera italiana sta guarendo… le sostanze inquinanti diminuiscono a vista d’occhio, anzi, a vista di satellite, e forse questo contribuirà ad invertire la tendenza dei contagi. Ma lo sapremo solo nei prossimi mesi.


La domanda è:

Se effettivamente la natura ci sta lanciando un messaggio, che non è nemmeno tanto “velato”, una volta che saremo usciti da questa situazione e che saremo tornati alla vita di sempre, riusciremo a conservare nella memoria questa lezione? Avremo finalmente capito che bisogna preservare l’aria che respiriamo? Ci impegneremo a fondo per cercare di ridurre l’inquinamento indotto dalle nostre attività? 

Considerato che gli impianti di riscaldamento sono i maggiori responsabili del particolato in atmosfera, ci impegneremo ad utilizzare e a sviluppare ulteriormente gli impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili, in particolare quelle che non immettono particolato in atmosfera?

N.B. Fonte immagini: web



by Marco Colmari